Consiglio per i giovani scrittori: cominciate con i racconti. Anche se negli ultimi anni è un’arte che è andata un po’ persa è comunque un buon modo per iniziare la carriera, parola di George R.R. Martin. Consiglio che lo scrittore di Bayonne è stato il primo a seguire, visto che il suo esordio nella narrativa è del 1971 con un racconto di una quindicina di pagine, L’eroe, e che il primo romanzo, La luce morente, è solo del 1978. Quanto alla sua prima – e per ora unica – saga, A Game of Thrones, volume iniziale delle Cronache del ghiaccio e del fuoco, è addirittura del 1996.
Il motivo di questo suggerimento è abbastanza semplice. Martin ha dichiarato di ricevere tonnellate di lettere da parte di sedicenni impegnati nella stesura di saghe monumentali, cosa che a suo giudizio è un po’ come iniziare a fare lo scalatore partendo dal monte Everest. Ma per arrivare all’Everest – ammonisce – è meglio cominciare con la collina dietro casa e affinare la propria arte.
Ci sono moltissimi contenuti in un racconto, nel quale bisogna comunque imparare a impostare la trama e a caratterizzare personaggi e ambientazione.
Inoltre, dettaglio da non trascurare, se il racconto non vende il suo autore ha perso qualche settimana, se si tratta di una trilogia il tempo buttato via si misura in anni.
Questo discorso, valido negli Stati Uniti grazie alla presenza di numerose e affermate riviste sempre a caccia di nuovi autori, è un po’ più difficile in Italia, dove esistono minori opportunità di pubblicare testi brevi.
Quanto alle antologie di racconti, si tratta di libri difficili. La maggior parte dei lettori, come testimoniato dalle varie classifiche di vendita, preferisce i romanzi e ignora quasi totalmente i racconti, a meno che l’autore non sia già famosissimo. Anche in questo caso, però, le vendite non sono altissime. Restando a Martin, mentre ogni nuovo volume delle cronache del ghiaccio e del fuoco balza regolarmente nelle varie top 10 pubblicate dai più importanti giornali, volumi pur notevoli come Le torri di cenere o I re di sabbia sono passati quasi inosservati.
La situazione è ancora peggiore per le antologie collettive. Il caso di Legends, con il suo diverso destino nelle versioni americana e italiana, è emblematico.
Il volume, curato da Robert Silverberg nel 1998, raccoglieva i racconti di alcuni dei più grandi scrittori di fantasy contemporanei con opere ambientate in quei mondi che li hanno resi famosi. Al suo interno vi erano pertanto testi di Stephen King (La torre nera), Terry Goodkind (La spada della verità), Orson Scott Card (Alvin il costruttore), Robert Silverberg (Le cronache di Majipoor), Ursula K. Le Guin (Saga di Earthsea), Raimond E. Feist (Saga di Riftwar), Terry Pratchett (Mondo Disco), George Martin (Le cronache del ghiaccio e del fuoco), Tad Williams (Il ciclo delle spade), Anne McCaffrey (Il ciclo di Pern) e Robert Jordan (La ruota del tempo).
Pubblicato in Italia fra il 2001 e il 2002 in due volumi diversi contenenti rispettivamente quattro (King, Silverberg, Le Guin, McCaffrey) e sette (Goodkind, Pratchett, Card, Williams, Martin, Feist, Jordan) racconti, entrambi i tomi sono da tempo andati fuori commercio.
Mentre da noi l’antologia spariva, nel 2003 negli Stati Uniti Silverberg curava una seconda antologia, mai tradotta in italiano, intitolata Legends II: New Short Novels by the Masters of Modern Fantasy. Alla sua realizzazione partecipavano Robin Hobb, George Martin, Orson Scott Card, Diana Gabaldon, Robert Silverberg, Tad Williams, Anne McCaffrey, Raymond Feist, Elizabeth Haydon, Neil Gaiman e Terry Brooks. Entrambi i volumi sono stati ristampati più volte, a testimonianza del loro successo.
Martin ha contribuito a entrambe le antologie di Silverberg rispettivamente con Il cavaliere errante e The Sworn Sword, i primi due racconti da lui dedicati a Dunk ed Egg e ambientati quasi un centinaio di anni prima rispetto agli eventi principali della saga.
Per sua stessa affermazione gran parte della popolarità delle Cronache del ghiaccio e del fuoco si deve proprio al Cavaliere errante. Parecchie volte alle convention o alle sessioni di autografi un fan gli si è accostato dichiarando di non aver mai sentito parlare di lui fino al momento in cui aveva comprato Legends per leggere la storia di Jordan (o di King, Pratchett, Le Guin o di uno qualsiasi degli altri autori presenti nel volume). Leggendo Il cavaliere errante, però si era talmente innamorato di Dunk ed Egg da mettersi a cercare altri libri suoi.
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