– Vi conviene aspettare che abbia in corpo un po’ di caffeina – avvertì, prima che l’una o l’altra delle due donne potesse avanzare commenti su quel ritardo. – Sempre che vi interessi che le mele finiscano nelle torte.

– Ruth porterà un po’ di rabarbaro, proveniente dalla sua miniserra – affermò Zia Jane, con occhi pieni di disapprovazione… che Allie suppose riguardare il suo atteggiamento, e non il rabarbaro. – Se avrai assunto abbastanza caffeina, prima del suo arrivo, potrai cominciare a preparare l’impasto.

– Mele, rabarbaro… – commentò Allie, prelevando dalla credenza la sua tazza preferita, – le une  o l’altro sono sempre meglio di una porzione di “non me ne frega un accidente”.

– Alysha!

Oh, merda. Lo aveva davvero detto ad alta voce? Possibile che uno dei talismani di Dmitri fosse sfuggito alla sua attenzione? Dopo tutto, lui era ancora abbastanza giovane da trovare divertente metterla in una situazione imbarazzante. Un rapido esame appurò, purtroppo, che poteva rimproverare solo se stessa per l’accaduto.

– Mi dispiace, mamma – si scusò, con gli orecchi roventi, poi bevve un lungo sorso e rimase a fissare la propria immagine riflessa nel liquido scuro, mentre aggiungeva: – È solo che…

– Hai perso il lavoro, e Michael è a Vancouver, con Brian. Lo sappiamo, tesoro. – La comprensione che permeava la voce di sua madre indusse Allie a distogliere lo sguardo dal caffè. – Domani però è Calendimaggio, la maggior parte della famiglia sarà qui a casa, quindi dovresti rimetterti in sesto.

Gli occhi di sua madre erano forse di un grigio più  scuro di quanto lo fossero stati l’ultima volta che lei era tornata a casa? Dopo tutto, Mary Gale aveva solo cinquant’anni.

Cinquanta. Allie si era fatta dare una settimana di ferie al lavoro, in autunno, per la grande festa di compleanno organizzata dalla famiglia. E a cinquant’anni sua madre era ancora troppo giovane…

– I cambiamenti capitano, Alysha – sentenziò Zia Jane, nella quale l’inevitabile pareva suscitare una sorta di cupo divertimento. – Tuttavia, Mary, la ragazza non ha torto. Ricordi cosa è successo quella volta, quando Ruth ha lasciato vagare la mente, durante la stagione delle pesche? Ci sono voluti mesi per rimediare a quel pasticcio.

– Avevo solo sedici anni, Zia Jane, quindi non vale la pena parlarne. – Preannunciata dallo sbattere della porta a zanzariera, Zia Ruth oltrepassò Allie per andare a scaricare nel lavandino una quantità enorme di rabarbaro. I suoi occhi avevano ancora la tonalità grigia tipica dei Gale, ma del resto lei era di tre anni più giovane di sua sorella, e…

– Allie!

Alysha riuscì a mettere la tazza al sicuro sul piano di cucina in tempo per ricambiare l’abbraccio di sua cugina Katie.

– Non dovresti essere là fuori, impegnata a vendere terreni paludosi a ignara gente di città? – le chiese.

– Mi sono presa un giorno libero – sorrise Katie. – Le torte e i pasticci non si cuociono da soli!

– Così ho sentito dire – annuì Allie, trovandosi suo malgrado costretta a ricambiare il sorriso.

– E io che credevo che fossi priva di amici – sbuffò Zia Jane, mentre le due ragazze ridacchiavano dell’inevitabilità delle tradizioni familiari.

– Michael è ancora nell’ovest? – chiese quindi Katie, in tono comprensivo, impadronendosi della tazza di Allie e finendo di vuotarla.

Un braccio infilato in quello della cugina, Allie afferrò un altro grembiule e glielo passò sopra la testa.

– A quanto pare, adora il suo lavoro, e lui e Brian sono disgustosamente felici – replicò.

– Una bella fregatura.

– Non me lo dire.

– Gli manderò una torta.

Entrambe si girarono all’unisono a fissare Zia Jane.

– Cosa c’è? – chiese lei, rovesciando la grande ciotola di terracotta per riversare l’impasto sul piano del tavolo. – Michael fa parte della famiglia, e adora la mia crostata di mirtilli.

– Non abbiamo mirtilli.

– Invece sì, se sto preparando una crostata di mirtilli – ribatté Zia Jane, socchiudendo gli occhi scuri.

Un’altra affermazione incontrovertibile.

 – Gli hai dato un talismano? –  domandò Allie, mentre Zia Ruth, partendo dall’evidente presupposto che da sole non si sarebbero mai date da fare, sospingeva Katie verso il lavandino e l’enorme tagliere situato accanto a esso.

– Perché no? – sbuffò Zia Jane, nel dividere l’impasto in porzioni grosse quanto un pugno.

– Perché se n’è andato – ribatté Allie, tranciando con più energia di quanto fosse necessario l’estremità di un pezzo di rabarbaro appena lavato.

– Se fosse rimasto a Darsden, non ci sarebbe stato motivo di dargli un talismano – sottolineò Zia Jane, sbattendo un pezzo di impasto sul tavolo con tanta forza che esso continuò a vibrare per qualche momento. – Sei stata tu a permettergli di partire, quando hai rifiutato di alterare la sua mente.