Non è una vita facile quella di Fortuné d'Hypocondre. Non più da quando si è presentato a lui Il Corvo, il protagonista di una serie di feuilleton scritti da Homère Saint-Illiède. Il Corvo è un personaggio senza volto, coperto da una maschera, che è pervenuto dal mondo degli Immaginati sfruttando Fortuné come "porta".

Le porte sono persone dotate di fervida fantasia, capaci di stabilire un rapporto continuo tra mondo reale e mondo dell'immaginazione. In effetti la porta naturale del Corvo sarebbe il suo autore, ma per qualche strano motivo risulta chiusa, pertanto il personaggio mascherato si è presentato a Fortuné. Il guaio è che pur se materiale e tangibile, il Corvo è visibile solo dal giovane, che troviamo all'inizio della vicenda disperato e solo, perché ovviamente il suo parlare all'aria gli ha creato terra bruciata intorno.

Ma l'inizio della vicenda vede Fortuné accettare la realtà dell'esistenza della creatura e la stipula di un patto con il Corvo. Fortuné aiuterà il Corvo nella ricerca del suo autore, Saint-Illiède. Scopo del personaggio è quello di far sì che lo scrittore gli dia finalmente un volto. Un volto che però soddisfi il personaggio, senza condannarlo alla mediocrità.

In realtà il collegamento tra Fortuné e Saint-Illiède è sin dall'inizio chiaro. Il giovane è uno dei più severi critici dello scrittore di feuilleton, da lui definito "la gazza ladra", perché nei suoi scritti egli identifica chiaramente il saccheggio di espedienti, personaggi e situazioni narrative rubati da altri romanzi. Parallelamente all'indagine del Corvo e di Fortuné, scorre la trama di un misterioso omicidio seriale, lo svuota teste, così chiamato dai giornali perché dopo aver ucciso, rompe il cranio delle vittime e ne ruba il cervello.

Dove convergano le due vicende è compito del lettore scoprirlo, facendosi ammaliare da una trama ricca di colpi di scena degni dei migliori feuilleton, dei quali il fumetto è un dichiarato e appassionato omaggio.

Quello che colpisce del fumetto non è solo l'efficace resa grafica, ma la straordinaria ricchezza dei personaggi, che dispiegano il loro mondo interiore con dialoghi di straordinaria efficacia. Il Corvo ha sogni, aspirazioni, una vita nel mondo degli "Immaginati". Ci tiene a spiegare che è tangibile e soffre, si affatica, non è una apparizione di puro spirito, pur se visibile solo da d'Hypocondre.

E' commovente la sua aspirazione alla grandezza, che poi è quella degli umani, in fondo. A differenza degli umani Il Corvo è forse più fortunato, perché ha uno scrittore che può tracciare per lui un destino glorioso che lo renda "[...] un mito, un punto di riferimento...", magari un criminale, ma mai un volgare "imbrattacarte".

Quando Fortuné gli fa notare che probabilmente il suo destino è già  tracciato nella mente dell'autore, magari già scritto, anche coerentemente alle azioni da giustiziere descritte in precedenza, il personaggio da una severa lezione al giovane critico, affermando che "il lettore, inebriato, conquistato da questa stupefacente rivelazione, l'avrà già gettata nel dimenticatoio la vostra coerenza!".

E' un concetto incisivo, alla base del cosidetto "patto con il lettore". La fortuna del feuilletton nasce proprio dalla capacità degli autori di appassionare e divertire.

D'accordo, è un atto d'amore incondizionato quello di Fabrice Lebault, verso un modo di narrare che ora fa sorridere, se non indignare, i critici più intransigenti.

Ma è innegabile che i fan di Rocambole, il personaggio ideato da Pierre Alexis Ponson du Terrail, al quale sembra che il Corvo sia ispirato, divertiva proprio per quel turbinio di situazioni anche incongruenti che lo scrittore escogitava. Con un gioco che a un certo punto divenne palese, se è vero quanto ho sentito in una conferenza qualche tempo fa, quando in una scena il personaggio duellò con le spade nelle due mani e con la terza mano sparò al suo avversario!

E che dire di Fortuné? Uomo concreto, anarchico, tronfio delle sue certezze su cosa è vero e cosa non lo è? Su cosa sia la coerenza narrativa e la "Letteratura"? Feroce critico di un autore, Saint-Illiède, che miete successi nonostante la palese mancanza di originalità?

Il suo sistema di certezze entra in crisi quando conosce il Corvo, personaggio che in cerca di autore ha trovato un critico. Avrà le sue risposte Fortuné, che non gli piaceranno oltretutto, anche perché forse ad essere sbagliate e mal poste erano le domande.

Da non sottovalutare, mai farlo con il fumetto, l'aspetto grafico. Lo scorrere fluido dei disegni, le espressioni dei volti e la meticolosa cura della composizione della tavola rendono questo fumetto una intrigante festa anche per gli occhi, oltre che per la mente.

In appendice al volume è presente il racconto illustrato con il quale l'autore ha presentato il suo progetto all'editore, evidenziandone le particolarità e preannunciando già alcune evoluzioni che poi sarebbero confluite nell'opera definitiva. E' utile per comprendere come le idee si evolvano in un processo produttivo che anche nel caso di un fumetto scritto e disegnato da un solo autore, vede l'apporto di altre professionalità, come l'editore Louis-Antoine Dujardine la colorista Albertine Ralenti, che contribuiscono a dare completezza all'idea iniziale. E' altresì evidente da questo allegato come questa opera sia stata concepita come fumetto, essendo la sua sola sinossi letteraria incompleta se paragonata al prodotto finito