Nei Regni la situazione non è migliorata, anche se il Posseduto è stato annientato.
Le Ferite (squarci di magia contaminata) si aprono ovunque, sempre più vicine alle zone che sembravano risparmiate, imponendo restrizioni severe a spostamenti, commerci, e alla vita in generale.
Nonostante il trattato di Alimar, la Regola ha ripreso il proprio potere e ora è la Voce il suo rappresentante supremo. Esistono ancora i confini rigidi verso i regni magici dell’Altrove, e molte vicende del passato sono avvolte in una nube di dicerie, leggende, misteri sussurrati e profezie segrete.
Ma l’ombra di un’antica forza magica liberata sta manifestando la propria malvagità con forza crescente.
A Pline, capitale di Deresia, c’è una taverna dove arrivano i viaggiatori più disparati, tra cui un gruppo eterogeneo e forse sospetto: Zoern, il capo del gruppo; Deter di Cromia, con grande esperienza dei giardini del piacere; Siastra, guerriera Farni rinnegata; Linedhr, un “servo a termine”; Venja, giovane schiava debole di mente ma dotata di preveggenza.
La loro esistenza cambia di colpo quando decidono di derubare la persona sbagliata: saranno coinvolti nel turbine di vicende epocali in procinto di abbattersi sulle loro terre e oltre.
Nel frattempo a Tiamlai, Terra dell’Acqua, la giovane maga Temlan soffre pene d’amore molto umane e si sente indegna del ruolo di Tramite che ricopre; l’Acqua rifiuta il suo desiderio di morire imponendole una sorte difficile: cadrà prigioniera degli Yaotan, il popolo dell’Aria, divenendo uno strumento del destino che il suo Elemento ha preparato per lei.
Le storie di questi personaggi si evolvono in parallelo fino a intrecciarsi nella battaglia finale, sui margini della disumana pianura d’Inesistenza, da cui tutto è cominciato.
I Maghi degli Elementi di Milena De Benedetti inizia circa centocinquant’anni dopo le vicende narrate ne Il Dominio della Regola (vincitore del premio Italia 2007) e riempire un vuoto temporale così vasto non è semplice.
Leggendo questo secondo romanzo si ha l’impressione che il “Dominio” non fosse inizialmente pensato come l’inizio di una duologia o trilogia, ma che l’intento di proseguire la storia sia venuto in un secondo tempo, portando la necessità di spiegare molte cose rimaste inespresse e un po’ oscure.
Nei "Maghi", l’autrice approfondisce gli aspetti fondamentali del suo mondo e ne aggiunge di nuovi altrettanto importanti: un totale molto concentrato d’informazioni che spesso sfiorano l’infodump o l’elencazione enciclopedica, con il risultato di creare una certa difficoltà di assimilazione. In sostanza, o sono troppe le informazioni, o il romanzo, per consentire una lettura agevole, doveva essere più lungo.
Inoltre, alcuni nomi non entusiasmanti tendono a scivolare via dal personaggio o dal luogo cui sono stati attribuiti.
Potrebbe sembrare a questo punto di avere davanti un’ opera non riuscita, invece non è così.
A lettura finita resta un buon sapore in bocca, perché il libro di Milena De Benedetti ha qualcosa dentro di sé capace di convincere e di accendere l’interesse nel lettore, mettendolo di fronte a una storia che non si aspetta: nonostante l’impianto narrativo tradizionale (la taverna iniziale, le profezie, i regni magici, le forze oscure) la storia non è il classico fantasy del Bene contro Male, degli elfi belli contro gli orchetti brutti, ma racconta un mondo complesso pieno di conflitti, affrontando i quali ogni personaggio rivela, molto realisticamente, di essere luce e ombra, eroismo e vigliaccheria, bontà e cattiveria, per scelta o per necessità.
L’elemento magico presente è complesso e abbastanza raccontato ma contiene idee affascinanti: il fantasmagorico e crudele regno dei Loredas, i maghi, è simile a un cartone animato horror dai colori vivaci quanto minacciosi, e nelle terre Yaotan ci sono sciamani capaci di governare forze d’incredibile ferocia.
Nei Regni, Ordine e Caos sono rappresentati da due entità entrambe malvagie: la Regola - molto vicina alla nostra Inquisizione - e Inesistenza, nelle cui profondità si annidano le conseguenze del supremo tentativo di ordine. In mezzo a questi due poli negativi si trova l’Uomo, che per mantenersi tale deve lottare contro tutti e due.
In sostanza, un libro dai colori cupi, che affronta tematiche come il sesso, la violenza psicologica, la perdita dell’individualità e i sogni perduti: se c’è un lieto fine non appartiene di sicuro a tutti gli attori del dramma.
9 commenti
Aggiungi un commentoin effetti non si assomigliano proprio per niente....
No. Non è fuorviante. Solo, come per ogni libro, ogni parte va vista nel contesto: forse il brano che hai scelto faceva immaginare clichè, ma non si può giudicare un libro da un suo paragrafo. Forse io avrei scelto un altro branocome presentazione, ma confermo e sottoscrivo che un libro si giudica nel suo insieme.
Beh questo mi incoraggia
Io mi riferivo a un oscuro meccanismo psicologico , probabilmente per una questione di imprinting: Licia Troisi è stata la mia prima (e attualmente è l’ultima, visto che non ne ho lette altre) autrice fantasy italiana, è quasi inevitabile accostare a lei qualsiasi altro autore italiano, so che non dovrei ma è mi viene automatico come un riflesso, almeno fintanto che non mi sarò distaccato completamente dalla Troisi leggendo molti altri autori italiani. Poi beh ci sono alcuni elementi analogici (Terra dell’Acqua, Popolo dell’Aria) che me l’hanno fatto tornare alla mente, ma è un’analogia molto superficiale, tutto qui
Dued personalmente della Troisi ti auguro di avere SOLO le vendite (e magari superarle).
In bocca al lupo.
Intanto aggiungo immantinente i tuoi libri alla mia WL aNobii
se sei interessato ad autori di fy italiano, puoi passare in consigli per la lettura, che ti scrivo lì onde evitare l'OT qui nella discussione di Milena..
@ Dued: avevo commentato i Maghi? o me lo sono scordato visti gli impegni naneschi? (e qui mi riferisco al J-baby, non ad un fantomatico romanzo con nani che non mi sognerei mai di scrivere...)
Infatti il punto e' che, a posteriori, mi sono resa conto di aver commesso un'ingenuita': visto che si parlava di incipit, ho proprio scelto l'inizio del capitolo, mentre se magari avessi messo un pezzetto piu' avanti, sarebbe stato piu' intrigante.
Se avessi saputo prima che questo avrebbe portato a discussioni sterili, coinvolgendo addirittura paragoni con autori e opere che non c'entravano proprio, come la Strazzulla , forse sarei stata piu' accorta.
O forse, se c'erano in giro troll in cerca di rissa e/o personaggi polemici a tutti i costi, tipo quelli, per restare in tema, che fanno il giro delle taverne e poi arrivano da te gia' ubriachi e provocano apposta...be', ci sarebbe stato poco da fare.
Che deve fare un povero autore?
A proposito dei Maghi, posso riferire che un mio amico, gran divoratore di fy classico, si e' lamentato che si', c'erano personaggi femminili forti, ma mancava una vera figura maschile altrettanto forte in cui identificarsi.
Viceversa un'altra lettrice ha detto che si', va be', e' la solita storia dove le donne sono deboli e gli uomini risolvono tutto...
A questo punto mi chiedo: hanno letto lo stesso libro? :
@Loki Peregrino: grazie, mi accontenterei, piu' che di improbabili vendite iperboliche, di qualche parere positivo e di intrattenere piacevolmente chi legge. Il che mi auguro anche per te.
@jirel non ricordo un tuo commento ops: forse anche perche' la discussione all'epoca non si era sviluppata decentemente
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