Kratos, valoroso guerriero spartano al servizio degli dèi, ha perso tutto: dilaniato dagli incubi del suo passato, si trova sull'orlo di una scogliera che dà sull'Egeo ed è intenzionato a farla finita per spazzare via i ricordi di un'esistenza dolorosa. Ma la vita di Kratos non è sempre stata così: un tempo era il paladino degli dèi, di Atena e del Re dell'Olimpo, Zeus, e soprattutto, aveva una famiglia, una moglie a una figlia che lo amavano. Ora è odiato, trasformato in un fantasma in cerca di pace, lontano dalle sofferenze e dagli dèi, che lo hanno tramutato nell'uomo desideroso di bere dall'acqua del fiume Lete, nell'Ade, per trovare sollievo.
L'accoppiata americana Matthew Stover e Robert E. Vardeman ha ricostruito il mondo della saga videoludica di God of War sotto forma di romanzo. Scrittori di sci-fi e fantasy, vincitori anche di riconoscimenti importanti (Vardeman, premio Hugo nel 1972 nella categoria Best Fan Writer), Stover e Vanderman hanno riproposto, abbastanza fedelmente, le atmosfere del primo capitolo della serie che ha per protagonista il "Fantasma di Sparta" Kratos, in procinto di gettarsi nell'Egeo, partendo dal prologo come nel videogioco Sony PlayStation.
Prescindendo dai limiti e dalle differenze tra i due media (videogame da una parte, libro dall'altra), il romanzo di Stover e Vardeman non è stato in grado di trasmettere la stessa dose di coinvolgimento dell'omonimo titolo su console. Il ritmo è lento: laddove il fan del videogioco riconoscerà scene, battaglie e punti cruciali della storia, nel testo troverà passi monotoni infarciti dalle numerose descrizioni, minuziose e troppo leziose, degli scontri tra Kratos e le creature mitologiche. Si continua così fino alla fine; il romanzo non decolla e nel complesso non regala qualcosa in più rispetto alla controparte interattiva.
Le sorti non vengono risollevate nemmeno dai dialoghi: il tono volutamente pomposo e grottesco scelto per caratterizzare gli dèi - e lo stesso Kratos - nel videogame non rende allo stesso modo nelle pagine del libro. Le battute talvolta si prestano solo a un botta e risposta elementare e non incidono sulla caratterizzazione dei personaggi, oltre - va segnalato in tal senso - a un eccessivo utilizzo del corsivo, in alcuni punti abbastanza inutile. L'afflizione di Kratos vissuta dai fan attraverso gli scenari del videogame è comunque resa discretamente, non fosse per un personaggio già collaudato e riconosciuto dal pubblico di massa.
God of War rimane chiuso scrupolosamente dai vincoli del videogame. Chi non conosce la saga su PlayStation avrà a che fare con un romanzo ricco di battaglie sanguinolente, accostandosi all'epic fantasy.
5 commenti
Aggiungi un commentoMeno male che non l'ho comprato. Mi è bastato il videogioco ed a breve leggerò i fumetti. Inoltre il disegno, che si trova sul retro copertina, in finto stile greco come quelli del film d'animazione "Hercules" della Disney l'ho trovato ridicolissimo.
Purtroppo per la multiplayer.it edizioni, non potrei mai comprare questo libro...forse quando non ci saranno più autori italiani emergenti...
questo libro è bellissimo
Ho letto le prime pagine prendendolo in mano mentre ero in libreria: mi è sembrato di leggere il riassunto di un fanboy del videogioco che cerca disperatamente di riassumere su carta le armi e le mosse fighe raccimolate nelle prime ore di gioco...
Io amo god of war ma è un videogioco, un videogioco dannatamente violento, splatter, action e (giustamente) superficiale. E' un Hack 'n slash, cacchio. God of War sta ai libri come i cavoli a colazione...
Bè, in realtà nulla vieta di scrivere un libro incredibilmente profondo e ben scritto su un videogioco...però:
a-la casa editrice deve metterci dei bei soldi
b-deve trovare uno scrittore propriamente detto che in più sappia catturare le atmosfere e le tematiche
c-deve cercare di venderlo a un pubblio che NON è quello che ha comprato il videogioco (qui, in effetti, è colpa di quelli del marketing che pensano che i videogiochi li comprino solo adolescenti illetterati, superficiali e pieni di soldi)
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