Anche La Ruota del Tempo ha il suo booktrailer. Diretto da Jason Denzel, fondatore di dragonmount.com e grandissimo fan di Robert Jordan, il filmato proietta immediatamente lo spettatore nella storia creando aspettative notevoli per Towers of Midnight. Il romanzo, completato da Brandon Sanderson, tira le fila della trama e accompagna i protagonisti verso la fase finale dell’Ultima Battaglia, che si concluderà in A Memory of Light.
Prima che vi addentriate nella lettura vi avvisiamo che nel brano seguente, e nel booktrailer che accompagna l’articolo, sono presenti diversi spoiler da La lama dei sogni, undicesimo volume della saga, e alcune ipotesi – basate sui romanzi già tradotti in italiano – su cosa avverrà proprio in Towers of Midnight.
Il testo che si sente nel breve filmato è un condensato della lettera pubblicata alle pagine 321 e 322 de La lama dei sogni:
“Mio carissimo Thom
quando riceverai questa lettera, ti verrà riferito che sono morta. Un giorno, presto, tu, Mat Cauthon e un altro uomo potreste tentare di salvarmi. Se lo farete dovrete essere solo voi tre. Di più o di meno significherebbe la morte per tutti. Se tu comunque deciderai di venire per me il giovane Mat conosce la strada, ma vieni presto perché la fine è vicina e io potrei avere ancora un ruolo da giocare.
Possa la Luce tenerti al sicuro e forse presto ti vedrò di nuovo.
Moiraine”.
Alla luce di questa lettera diventa chiara anche l’immagine scelta per la copertina del romanzo. L’uomo in centro, con in mano l’ashandarei, è Mat. Alla sua destra, con in mano il bastone che gli serve per camminare dopo lo scontro con il Myrddraal ne L’Occhio del Mondo, c’è Thom. Alla sua sinistra, di spalle, l’altro uomo anziano che sta disegnando un triangolo con un pugnale non può essere che Noal Charim, presente alla lettura della lettera e pronto a dichiarare che gli piacerebbe trovare la Torre di Ghenjej e partecipare al salvataggio.
Che Noal non fosse una persona qualsiasi lo si era capito fin dal suo primo incontro con Mat, quando lo aveva salvato dal gholam nel Cuore dell’inverno. Nella Lama dei sogni poi sono davvero tante le frasi che lasciano immaginare che lui in realtà sia Jain Farstrider, e il vero nome del leggendario viaggiatore, come ci ricorda la citazione posta in apertura di Crocevia del crepuscolo, è Jain Charin.
Altri due dettagli sono interessanti. Il triangolo che Noal sta disegnando ha la punta rivolta verso il basso, così come ce l’ha la piccola icona che apre il decimo capitolo di La lama dei sogni, quello in cui Mat legge la famosa lettera. In quell’icona compare anche uno strano serpente con due teste, una per ciascuna estremità del suo corpo. La testa in basso, però, è quella di una volpe, e il dettaglio non è certo casuale.
Quanto a Mat stesso, il suo aspetto ricorda molto da vicino quello di un sogno di lupi fatto da Perrin già ne L’ascesa dell’ombra. Nel ventottesimo capitolo, significativamente intitolato Alla torre di Ghenjei, l’ex fabbro vede il suo amico che “stava indossando un cappello dalle falde ampie e camminava impugnando un bastone con applicato in punta un pugnale”. Poco dopo questa visione Perrin arriva alla Torre, che gli si presenta come “una colonna di metallo” completamente priva di aperture. Che è più o meno quanto racconta Noal della Torre affermando che Jain Farstrider non c’è mai stato, che “permette alla gente di accedere ad altre terre”, che “brilla come acciaio lucidato” e che “non ha la minima apertura”.
Quanto era grande la capacità di Jordan di piantare piccoli semi in attesa che poi giungesse il momento di raccogliere i frutti? La prima volta che la Torre era apparsa, come ricorda anche Mat, era stato nell’Occhio del Mondo, quando due ingenui ragazzi di campagna e il menestrello che casualmente si era ritrovato a proteggerli erano impegnati in una disperata fuga da Shadar Logoth a bordo dell’imbarcazione di Bayle Domon (capitolo 24: Fuga sull’Arinelle). In quell’occasione Mat si era riscosso dal suo torpore solo per ascoltare le spiegazioni del capitano, e aveva manifestato interesse nei confronti di quella torre priva di aperture ritenendo che dovesse nascondere qualcosa di prezioso.
Che fosse possibile entrarvi lo aveva intuito già Perrin quando, proprio davanti alla Torre, aveva perso le tracce di Isam/Luc. La prima ad attribuire un nome alla torre, sempre nel sogno, era stata Birgitte, la stessa donna che in seguito avrebbe trascorso tantissimo tempo con Olver e che gli avrebbe spiegato che per far aprire la porta bisogna “fare il segno da una parte con una lama di bronzo”.
6 commenti
Aggiungi un commentoquesti dettagli sono il bello di jordan. Credo che in questo sia stato il più grande. L'unica cosa che forse gli mancava era la capacità di sintesi, cosa in cui sanderson eccelle.
mi piacerebbe poter fare lunghe conversazioni con te! Ottimo articolo.
Grazie per i complimenti. Sto rileggendo l'intera saga per l'ennesima volta, e sono davvero tanti i dettagli importanti che non si notano alla prima lettura. Anch'io mi ritrovo a sgranare gli occhi per lo stupore ogni volta che scopro qualcosa che in precedenza mi era sfuggito. E il rischio di perdere per strada dettagli importanti è più alto per chi, come me, legge i libri man mano che vengono pubblicati, perché l'intervallo di alcuni mesi, se non di un anno, fra l'uno e l'altro, è decisamente troppo per ricordare tutto.
Ora sono a metà di The Gathering Storm, parallelamente alla rilettura dei vecchi ho deciso di andare avanti con la storia, e alcuni episodi sono decisamente sconvolgenti.
Chiacchierare con me? Per chi abita a Milano nulla di più facile, visto che lavoro in una libreria. Basta contattarmi con un messaggio privato e ci si può mettere d'accordo.
Libro terminato. Innanzitutto segnalo un mio errore: non c'è nessun capitolo che si intitola An Eye on the Balance.
Per promuovere al meglio il romanzo Sanderson ha realizzato un giochino con una serie di codici da decifrare. Qesti codici a loro volta consentivano di leggere in anteprima il brano del volume. Bene, uno dei codici scoperti era proprio An Eye on the Balance. Il sito su cui l'ho trovato lo indicava erroneamente come titolo di capitolo, e come tale l'ho riportato.
Quanto al resto, ho scoperto di aver azzeccato alcune cose - comunque sulle profezie non avevo alcun dubbio - e di aver invece fatto un paio di ipotesi errate. Segnalo i miei errori e le ipotesi corrette qua sotto. Ovviamente sono spoiler del libro.
Spoiler
Noal è davvero Jain Farstrider. Si era parlato troppo di lui nella saga perché comparisse solo come personaggio semileggendario.
Birgitte fornisce tante spiegazioni. Troppe, forse. Avevo supposto che come Eroe del corno potesse conoscere cose ignote agli altri, non mi aspettavo certo il racconto che fa a Mat. Però, col senno di poi, una cosa del genere era necessaria.
La voce di Thom avrebbe potuto essere un'arma nascosta, ma quando le intenzioni di barare sono palesi alcune armi non sono necessarie. E se alcuni episodi si sono svolti più o meno come mi aspettavo altri mi hanno colto di sorpresa. Certo nelle profezie c'è più di quel che avevo visto fino a qualche giorno fa.
fine spoiler
L'episodio è comunque solo uno dei tanti compresi nel romanzo. Affascinante, necessario, a tratti doloroso, ma c'è molto altro nelle pagine di Towers of Midnight.
ATTENZIONE, POSSIBILI SPOILER
Davvero c'è molto altro, in questo libro. Mi sarei aspettata un libro incentrato su Mat, considerando anche che avevo associato le Towers of Midnight alla torre degli Eelfinn. Invece, il personaggio che definirei centrale è Perrin, che assume un po' il ruolo di protagonista di Rand in The Gathering Storm. Peccato, però: avrei voluto un libro con molti capitoli su Mat, anche se Perrin finalmente, ai miei occhi, si riabilita. Comunque, anche questa volta il volume di Sanderson è ricco di eventi, non annoia e impone personaggi di grande spessore. Rand, ma anche Egwene. Galad e Gawin trovano un loro senso. Bellisimi gli spezzoni di capitoli su Lan. Sono soddisfatta, anche se ammetto che non è all'altezza di TGS. Ma lì il merito era di Rand
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