– Quella con Pam era solo un’avventura, e sono certa che lei la pensasse allo stesso modo nei miei confronti. Tray invece mi piace davvero – rispose Amelia. – Non sembra importargli del denaro di mio padre, e non lo preoccupa il fatto che io sia una strega. E a letto riesce a sconvolgere il mio universo. In una parola, andiamo d’accordo alla grande – concluse, elargendomi un sorriso degno di un gatto che avesse appena divorato un canarino. Amelia poteva anche avere l’aspetto di una casalinga borghese molto in forma, con i capelli corti e lucidi, il sorriso candido e gli occhi limpidi, ma era molto interessata al sesso e (per i miei standard) il suo era un interesse diversificato.
– È un brav’uomo – affermai. – L’hai già visto nella sua forma di lupo?
– No, ma non aspetto altro.
La mente così aperta di Amelia mi permise di cogliere qualcosa che mi sorprese.
– È davvero prossima? La rivelazione, intendo.
– Ti dispiacerebbe non farlo? – Di norma, Amelia accettava di buon grado le mie capacità telepatiche, ma non quel giorno. – Custodisco segreti di altre persone, sai!
– Mi dispiace – risposi, il che era vero. Allo stesso tempo, però, ero leggermente seccata, perché sarebbe stato logico pensare che a casa mia potessi rilassarmi e allentare i rigidi vincoli che imponevo alla mia capacità. Dopo tutto, ogni singolo giorno di lavoro era una vera lotta, sotto quell’aspetto.
– Dispiace anche a me – si scusò immediatamente Amelia. – Ora devo andare a prepararmi. Ci vediamo più tardi. – E salì con passo leggero le scale che portavano al secondo piano, rimasto per lo più inutilizzato fino a quando lei non era tornata con me da New Orleans, alcuni mesi prima. In tal modo Amelia era sfuggita a Katrina, contrariamente a quanto era accaduto alla povera Octavia.
– Arrivederci, Octavia! Divertiti! – gridai, nell’uscire dalla porta sul retro per andare alla macchina.
Mentre percorrevo il lungo vialetto che attraversava i boschi, fino alla Hummingbird Road, mi chiesi quante probabilità avessero Amelia e Tray Dawson di rimanere insieme. Tray era un lupo mannaro e lavorava come riparatore di motociclette e guardia del corpo; Amelia era una strega che stava sviluppando i suoi poteri e aveva un padre immensamente ricco, anche dopo Katrina, in quanto l’uragano aveva risparmiato la maggior parte dei materiali che lui aveva nei magazzini e gli aveva fornito abbastanza lavoro da durargli per alcuni decenni.
Secondo il cervello di Amelia, quella era “la notte”… non la notte in cui Tray le avrebbe chiesto di sposarla, ma quella in cui avrebbe rivelato la sua duplice natura. Per la mia coinquilina, essa costituiva un beneficio aggiuntivo, perché tutto ciò che era esotico la affascinava.
Entrai dall’ingresso riservato ai dipendenti e andai dritta nell’ufficio di Sam.
– Salve, capo – salutai, nel vederlo dietro la scrivania. Sam detestava lavorare sui libri contabili. Considerata la sua aria preoccupata e i capelli ancora più arruffati del solito, ridotti a un’ondulata massa rossiccia intorno al volto sottile, stava cercando di distrarsi.
– Tieniti pronta. Stanotte è “la notte” – annunciò.
Mi sentivo così orgogliosa che me lo avesse detto, e che le sue parole avessero rispecchiato tanto da vicino i miei pensieri, che non potei trattenermi dal sorridere.
– Sono pronta. Sarò qui. – Riposta la borsetta nel profondo cassetto della scrivania, andai a mettermi il grembiule e a dare il cambio a Holly. Dopo che lei mi ebbe ragguagliata riguardo ai clienti seduti ai nostri tavoli, le dissi: – Stanotte dovresti rimanere.
Lei mi scoccò un’occhiata penetrante. Di recente, aveva cominciato a farsi crescere i capelli, con il risultato che le estremità ancora tinte di nero sembravano essere state immerse nella pece; il suo colore naturale, adesso visibile per un paio di centimetri, vicino alle radici, era un gradevole castano chiaro… Holly si era tinta i capelli per così tanto tempo che avevo dimenticato quale fosse la loro tonalità originale.
– È qualcosa per cui vale la pena che faccia aspettare Hoyt? – mi chiese lei. – Lui e Cody vanno d’accordo a meraviglia, ma io sono la madre di Cody. – Hoyt, il migliore amico di mio fratello Jason, era stato accalappiato da Holly, e adesso era diventato un suo seguace.
– Dovresti rimanere per un po’ – replicai, inarcando le sopracciglia in modo significativo.
– I mannari? – chiese Holly, e quando annuii il volto le si rischiarò in un sorriso. – Accidenti! Ad Arlene verrà una sincope!
Arlene, una nostra collega e un tempo mia amica, si era lasciata sensibilizzare politicamente alcuni mesi prima da uno dei suoi innumerevoli “amici”, e adesso la sua posizione era appena più intransigente e di destra di quella di Attila l’Unno, soprattutto per quanto concerneva i vampiri. Arlene era anche diventata membro della Confraternita del Sole, un’organizzazione che era una chiesa soltanto di nome. In quel momento era in piedi accanto a uno dei tavoli del suo settore, impegnata in una seria conversazione con il suo uomo, Whit Spradlin, un funzionario di qualche tipo della CdS che di giorno lavorava presso uno degli Shreveport Home Depots. Whit aveva una calvizie incipiente e un po’ di pancia, ma questo non mi importava, a differenza della sua posizione politica.
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