Odd è un vichingo zoppo e orfano di padre. Un giorno, il ragazzo si imbatte in una volpe, un'aquila con un solo occhio e un orso rimasto incastrato sotto un albero. Dopo aver liberato l'orso, Odd viene seguito dagli animali alla sua capanna, dove si rende ben presto conto che la volpe, l'aquila e l'orso sono in grado di parlare. I tre, infatti, non sono realmente animali, ma divinità del Pantheon nordico: Odino (l'aquila), Thor (l'orso) e Loki (la volpe).
Esiliati dalla natia Asgard da un gigante di ghiaccio che con l'inganno si è impossessato del martello di Thor per conquistare la bella Freya, i tre cercheranno, con l'aiuto di Odd, di recuperare i propri poteri e impedire che Midgard, il regno degli uomini, soccomba in un inverno perenne.
Dopo un Nobody, un Nessuno, protagonista del Figlio del Cimitero, questa volta il nostro protagonista è un Odd, un Strambo: nessuno riesce a capire cosa gli passi per la testa e questo, in un piccolo villaggio di vichinghi, non è proprio accettabile. Il suo antagonista è un gigante di ghiaccio di cui non verremo mai a sapere il nome. Odino, Thor e Loki sono vecchie conoscenze per chi ha già letto qualcosa di Neil Gaiman: le tre divinità, comparse qua e là nel fumetto di Sandman, avevano un ruolo di primo piano in American Gods, a dimostrazione di un invariato interesse, da parte dello scrittore inglese, per la mitologia nordica.
Ad aiutare il lettore a immaginare personaggi e luoghi sono i disegni di Iacopo Bruno, già illustratore delle copertine de Il Cimitero senza Lapidi e Il Figlio del Cimitero, che riesce, con il suo tratto essenziale e quasi abbozzato, a sottolineare la semplicità della storia stessa.
Con Odd e il Gigante di Ghiaccio, il prolifico Neil Gaiman (Nessun Dove, Stardust, American Gods), tornato dopo Coraline e Il Figlio del Cimitero a parlare ai più giovani, racconta la storia di Odd con il tono fiabesco dal retrogusto mitologico che contraddistingue le sue opere. Caratterizzato da una scrittura particolarmente scorrevole, Odd è un libro da leggere tutto d'un fiato, adatto ai ragazzi, che ne apprezzeranno il ritmo e l'atmosfera magica, sospesa tra il sogno e la realtà, ma buono anche per gli adulti, che riusciranno a scorgere nelle divinità una metafora del trascendente come stimolo al miglioramento individuale.
Non servono grandi storie per stimolare grandi riflessioni. E questa lezione Neil Gaiman l'ha senza dubbio appresa.
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