Dopo la lettura dei commenti Terry capisce che deve armarsi di coraggio e buona volontà e ricominciare da capo perché Il canto era ancora troppo fresco nella sua mente, e qualsiasi tentativo di salvare qualcosa da quel disastro lo avrebbe portato a ripetere gli stessi errori. Altri due anni e il nuovo manoscritto – oltre seicento pagine – è pronto per essere inviato nuovamente a del Rey. Il quale gli chiede di riscrivere le duecento pagine centrali da un altro punto di vista perché nella prima versione la storia è narrata in modo troppo distaccato e impersonale. Questa volta Brooks si mette all’opera senza battere ciglio.
“Riandando indietro nel tempo, mi rendo conto di avere imparato molto di più, sull’arte dello scrivere e sull’attività di scrittore, da quella revisione che dalla somma di tutte le altre esperienze di scrittura della mia vita” racconta ancora Terry (13) ricordando che in seguito dovette rivedere anche una notevole parte del Magico regno di Landover. “Ma il cuore e l’anima di ciò che so e di ciò che sono vennero forgiati sotto il maglio di quella singola esperienza.”
Ancor più delle opere precedenti Il magico regno di Landover si deve al genio di Lester. Dopo una quindicina d’anni dedicati a Shannara – anni che si sono concretizzati in una trilogia – Brooks vuole cambiare mondo e ipotizza una nuova storia intitolata Il re di Koden. Quando ne parla ai del Rey, però, questi si dimostrano poco entusiasti, anche se sono d’accordo sul fatto che dedicarsi a qualcosa di diverso possa essere una buona idea. Quando Terry chiede un vero e proprio suggerimento per una storia dalle atmosfere più leggere Lester gioca con lui, dice che ha in mente un’idea ma che non è il suo genere, e infine si lascia convincere a esporla. Brooks adora fin da subito lo spunto del regno magico in vendita e dei relativi problemi connessi all’acquisto, e così strappa a Lester il “prestito” dell’idea per un anno, il tempo necessario a ricavarne qualcosa di buono.
Quella di del Rey, ovviamente, era stata tutta una scena per far abboccare Brooks all’amo perché aveva sempre pensato di cedergli la storia ma era anche convinto che avrebbe lavorato con maggiore impegno se avesse dovuto insistere per averla, invece di vedersela offrire liberamente.
Il nuovo romanzo arriva nelle librerie americane il 12 marzo del 1986. Qualche giorno prima, il 20 febbraio, si era spenta Judy-Lynn, dopo alcuni mesi di sofferenza dovuti a un’emorragia cerebrale che l’aveva colpita nel mese di ottobre.
Judy-Lynn, molto amata dagli autori con i quali era stata in contatto nel corso degli anni, era stata fondamentale per molte altre opere che oggi vengono considerate dei classici. A metà degli anni ’70, per esempio, aveva acquistato i diritti per l’adattamento narrativo della trilogia di Guerre stellari di George Lucas. Aveva creduto nel loro potenziale quando nessun altro era disposto a farlo, e ne aveva fatto una delle opere più importanti della neonata casa editrice. Il romanzo Guerre stellari e La spada di Shannara, entrambi fortemente voluti e seguiti da Judy-Lynn, erano arrivati nelle librerie a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro e avevano lasciato il loro marchio indelebile nella fantascienza e nella fantasy.
In quello stesso 1977 Judy-Lynn aveva pubblicato anche Un oscuro scrutare di Philip K. Dick. Dick pubblicava romanzi dal 1950, aveva già alle spalle capolavori quali L’uomo nell’alto castello, Le tre stimmate di Palmer Eldritch e Ma gli androidi sognano pecore elettriche? ma, dopo un primo momento di fastidio per gli interventi da lei voluti nel testo, si era reso conto di ciò che stava facendo. In pratica, disse, Judy-Lynn gli stava insegnando a scrivere, e forse, se qualcuno avesse fatto con lui quel tipo di lavoro 25 anni prima, i suoi romanzi avrebbero avuto più senso. (14)
Fra gli autori che hanno lavorato con i due famosissimi coniugi ci sono anche Arthur C. Clarke, Stephen Donaldson, Anne McCaffrey, David Eddings, Larry Niven, Alan Dean Foster, Katherine Kurtz, Jack Chalker e Barbara Hambly.
A Lester si deve la pubblicazione del Ciclo dei Belgariad, avvenuta fra il 1982 e il 1984. Il progetto originario degli Eddings prevedeva una trilogia, ma la casa editrice all’epoca era interessata solo a libri di formato economico non più lunghi di trecento pagine.
“«Ecco che cosa faremo», mi disse Lester (il «faremo» in realtà significava «farò»), «li suddivideremo in cinque volumi, invece di tre.»” (15)
Con il progetto completamente trasformato anche i titoli dei volumi vengono cambiati. “Per il quinto volume avevo pensato a In the Tomb of the One Eyed God, ma lui mi spiegò molto pazientemente che un titolo così lungo non avrebbe lasciato spazio all’illustrazione della copertina. Dovetti arrendermi, tanto più che Lester usava verso i suoi autori un approccio da bulldozer.” (16)
5 commenti
Aggiungi un commentoGrazie Martina per questo articolo veramente interessante: spesso si sente parlare degli autori, ma il ruolo fondamentale dell'editor è lasciato in secondo piano. Inoltre, grazie per aver mostrato alcuni retroscena, gustosi ma fondamentali, delle opere di Brooks e Eddings, che spiegano alcune caratteristiche della loro opera. Mi è venuta per giunta una gran voglia di leggere Il Club dei Vedovi Neri!
Per scrivere al meglio la biografia di Brooks per Effemme ho riletto A volte la magia funziona, libro che avevo già letto anni fa, e la figura di del Rey che emerge da quelle pagine mi è piaciuta moltissimo, così ho deciso di scrivere un pezzo su di lui, anche perché ricordavo bene i commenti di Eddings, riletti in occasione dell'articolo sulla scomparsa del grande David e in varie altre occasioni. Quanto ad Asimov sono una sua fan da quando avevo 15 anni, il genere fantasy l'ho scoperto solo 3 anni più tardi, quindi ogni tanto qualcosa di suo lo leggo. I Vedovi neri sono carini, anche se ciò che adoro veramente è la Fondazione (la trilogia originale, non condivido il finale dei romanzi degli anni '80 quindi per me quei volumi non esistono). Esistono diverse raccolte di racconti sui Vedovi Neri, io ho citato brani da una sola perché è quella che ho letto quest'estate, e mentre la leggevo prendevo appunti. Va bene, a volte quando intendo scrivere un articolo sono un po' paranoica...
Davvero interessante. Un approfondimento piacevole da leggere e dal quale si può imparare.
Ho scritto il pezzo quest'estate, poi non è entrato in Effemme per problemi di spazio. Ero al mare e non potevo consultare la mia libreria, avevo solo ciò che mi ero portata dietro. E comunque anche se lo possedevo non avevo ancora iniziato a leggere Dreamsongs di George R.R. Martin, quindi non sapevo che al suo interno ci fosse un brano relativo al suo racconto "L'eroe". Martin aveva scritto il testo nel 1970, lo aveva mandato a John w. Campbell Jr. sperando di pubblicarlo su Analog, ma il racconto era stato respinto. Poi aveva provato con Fred Pohl a Galaxy, prima di scoprire che la rivista aveva cambiato editore e indirizzo. Allora lo aveva riinviato.
Martin racconta che un anno dopo, non avendo ricevuto risposta, invece di scrivere una lettera di protesta aveva deciso di telefonare per chiedere informazioni riguardo alla sua storia. Traduco liberamente le sue parole:
"La donna che mi rispose all'inizio era brusca e poco amichevole, e quando io mormorai qualcosa riguardo un manoscritto che gli avevo inviato parecchio tempo prima, lei mi rispose che Galaxy non poteva tenere traccia di tutti i racconti che respingeva. Io avrei potuto non aggiungere altro, invece riusciii a dire il titolo della storia.
Ci fu una pausa significativa. "Aspetti un minuto" disse la donna. "Noi abbiamo comprato quel racconto". (Anni dopo, io scoprii che la donna con cui avevo parlato era Judy-Lynn Benjamin, in seguiti diventata Judy-Lynn del Rey."
In parole povere, Judy-Lynn è stata la prima acquirente di un racconto di Martin. Quanti altri autori conosciamo grazie a lei?
Si può dire che Del Rey è il padre di Landover: Lester era una volpe, oltre che un esperto
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