Beh, no, forse un po' meglio, visto che la docente di Divinazione di Hogwarts, in vita sua, ha esternato solo tre vere Profezie, quella della nascita del Prescelto, quella del ritorno dell' Oscuro Signore e quella della tragedia della Torre di Astronomia...
Adesso, però, anche noi possiamo sentirci un po' meno babbani e un po' più 'maghi'. Lo psicologo Daryl Bem, della Cornwell University di NY, ha infatti presentato i dati sperimentali di uno studio in cui sono stati esaminati mille volontari sottoposti a nove prove, in cui gli eventi generalmente intepretati come causa si sono verificati dopo aver sottoposto a test il comportamento degli esaminandi, anziché il contrario.
Ad esempio, in uno dei test i volontari dovevano indovinare in quale, fra due settori, sarebbe comparsa un'immagine erotica, secondo un sistema di posizionamento di volta in volta casuale che veniva azionato solo dopo che la scelta era stata effettuata. Le predizioni corrette sono state del 53,1.
In un altro esperimento, ai volontari è stato chiesto di memorizzare una lista di parole e di recitare quelle che ricordavano; successivamente, è stato loro richiesto di digitare parole selezionate a caso dalla stessa lista: ebbene, la maggior parte delle volte, le parole uscite a caso erano proprio quelle che gli esaminandi avevano ricordato.
In un terzo esperimento, ai volontari sono state presentate delle parole e, succesivamente, delle foto: ad esempio l'aggettivo 'brutto' e l'immagine di un tramonto. Studi precedenti avevano illustrato che, in tali condizoni, l'esaminando indugia più a lungo nel descrivere positivamente una foto se questa è stata preceduta da un vocabolo di senso opposto. Questo dimostra che la mente è più propensa a predisporsi secondo la lunghezza di pensiero presuggerita dal vocabolo.
A questo punto Bem ha invertito l'esperimento, mostrando prima la foto e chiedendo l'impressione che il volontario ne ricavava, quindi gli è stata mostrata successivamente la parola: il risultato è stato che l'esaminando sembrava anticipare la parola che gli sarebbe mostrata in seguito, giudicando la foto secondo il significato di questa piuttosto che in base all'immagine in sé. Il che dimosterebbe una precognizione del vocabolo che gli sarebbe stato mostrato in un secondo tempo.
Statisticamente, la probabilità che i risultati siano riconducibili a puro caso sono 74 milioni a uno.
In realtà simili risultanze non sembrano poi così innovative. Per citare solo uno degli esempi famosi, negli anni '50 già C.G. Jung, nel suo saggio sulla sincronicità, si era occupato di condurre esperimenti, rivelatisi quantisticamente influenzabili, consistenti nel far appaiare 'casualmente', da persone diverse, temi natali diversi e rilevando che la condizione mental-emotiva dei soggetti coinvolti andava a incidere sulla formazione delle coppie di carte e quindi sui risultati evidenziati da tale appaiamento.
Alcuni colleghi hanno bollato i risultati di Bem come ridicoli, tuttavia hanno ammesso che il metodo con cui lo studio è stato condotto è inattaccabile e quindi va da sé il rigetto dei risultati da parte di tali accademici deve considerarsi frutto di mero preconcetto, visto che non ha alcun appiglio scientifico.
Lo stesso dottor Bem non ha saputo elaborare un modello teorico che spiegasse i risultati ottenuti, ma ha puntualizzato che spesso i dati sperimentali sono stati precursori delle spiegazioni che sono poi state ricavate per svelarne il senso.
Lo studio di Bem, per il momento, non si preoccupa più di tanto di questo dettaglio, accontentandosi di richiamare seraficamente, in chiusura, la Regina di Cuori, laddove ella ricorda ad Alice che, quando aveva la sua età, a furia di pratica arrivava a credere fino a sei cose impossibili prima di colazione.
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