La Wild Boar, casa editrice specializzata in giochi, ha deciso di inaugurare una collana di narrativa in eBook, ad argomento fantastico.
Sul proprio sito la casa editrice specifica al primo punto che nulla sarà chiesto agli autori. Precisazione doverosa di questi tempi.
La pubblicazione al momento è in formato elettronico per abbattere i costi di stampa e distribuzione, anche se la pubblicazione cartacea non è esclusa a priori, ma in un secondo momento quando verranno effettuate le giuste valutazioni di natura economica.
Lo scopo è quello di vendere i volumi più o meno al prezzo di un tascabile.
La modalità è realmente partecipativa, ma non nel senso che alcuni editori (o dovrei dire stampatori) a pagamento intendono, ossia l'autore caccia i soldi e lo stampatore stampa il suo documento tale e quale.
Allo scrittore sarà chiesta la fatica di scrivere il proprio romanzo. Dall'altro l'editore offre editing vero, non banale correzione di bozze, che presuppone quindi collaborazione tra autore ed editore, al fine di realizzare il prodotto migliore possibile. In più si assume gli oneri dell'impaginazione del volume e della gestione del sito dove vendere i libri. Insomma ci si deve rimboccare le maniche da ambo le parti, come avviene nell'editoria seria.
Realmente imprenditoriale è il modello di partecipazione dell'autore al guadagno: la WildBoar propone di dividere a metà gli incassi con l'autore, detratta l'IVA che in Italia purtroppo è al 20% dato che i libri elettronici non godono dello stesso regime fiscale dei volumi cartacei.
I volumi saranno tutti rigorosamente senza DRM. La filosofia è che se uno vuole il volume lo pirata lo stesso e il DRM ostacola solo chi il libro lo compra legalmente. Condivido l'idea che con prezzo basso la perdita di tempo di cercare in rete un file per altre vie non vale la pena.
Altro punto fondamentale, la Wild Boar cerca romanzi fantastici: Fantascienza, Fantasy, Horror, Steampunk, Dieselpunk, Cyberpunk, Weird, New Weid, Noir soprannaturale, Terrore psicologico etc etc... L'editore ci tiene a precisare però di non essere interessato a "Vampiri che Sberluccicano al Sole".
I romanzi dovranno essere autoconclusivi e non parte di un ciclo e soprattutto originali. Non romanzi ambientati nell'universo di un qualche GDR, a meno che non venga specificato in un futuri bandi, o peggio ancora in universi narrativi già esistenti.
Sul sito dell'editore troverete specificati tutti i dettagli e le modalità per sottoporre i vostri elaborati (www.wildboar.it/narrativa.htm).
15 commenti
Aggiungi un commentoAllora io ho scritto un'enciclopedia?
Insomma, li si può anche considerare "romanzi", ma di certo non è che quelli più lunghi siano da scartare a priori e non sono forzatamente "trilogie spedite in volume unico" perché l'autore fa il furbo... Mi sembra quantomeno opinabile come conclusione.
Anche stando alle parole, la mia Enciclopedia (che racconta *una* storia, senza parti, dall'inizio alla fine) ne conta 230.000 (un po' di più, secondo Word). E, ribadisco, la mia impaginazione "modello" è "La Rocca dei Silenzi", non certo un romanzo pubblicato a caratteri microscopici, né ciclopici. Vero, 650 pagine non sono poche, ma ci sono romanzi di oltre 1000 (enciclopedie in più volumi che l'autore, questo furbone, ha voluto comprimere in un unico testo - l'esempio che sovviene a tutti noi è uno, vero?).
Ciò detto, comunque, condivido il parere di Karmillion: mi sembra un'ottima iniziativa e mi sembra che la White Boar voglia fare le cose seriamente. E' comunque un'occasione per i giovani scrittori italiani di farsi leggere. Anzi, direi che concentrarsi su un numero minore di pagine agli inizi è meglio (lo dice uno che agli inizi ha esagerato e la cosa, in un certo senso, gli è "sfuggita di mano". Se limitare lo spazio significa ottenere maggiore qualità finale, ben venga! Ma è altrettanto ovvio che scrittori che hanno già un po' di esperienza non guarderanno alla White Boar se non per le loro opere "minori" (se sono scrittori da romanzi di almeno 300 pagine), dato che qui si parla, secondo il mio calcolo, di 120 pagine al massimo: pochine per sviluppare buona parte delle storie di genere che gli autori vogliono raccontare.
Mi permetto di dire la mia opinione.
Pubblicare un'opera ha dei costi oggettivi, proporzionali alla sua lunghezza. Le spese per un e-book sono (immagino) minori? diverse? da una pubblicazione cartacea, ma ci sono: ci vuole gente che legga, corregga, investa nel progetto, nell'organizzazione, nella pubblicità etc etc.
Però, definire un'opera in base alla sua lunghezza lo condivido in questo ambito, dove è necessario mettere dei parametri pratici. Non da altri punti di vista.
Voglio dire, Andrea: ci sono autori che hanno bisogno di un milione di battute per scrivere un romanzo, altri la metà, altri ci riescono con centomila. E ci sono editori che lavorano su tutti questi esempi o solo su alcuni, in base alle loro scelte e possibilità.
Non farai mica una scaletta di romanzi di serie A o di serie B in base alle pagine, no?
Ci sono autori che scrivono romanzi corti di alto livello, non credo che l'iniziativa di Luca sia diretta solo agli esordienti.
La vendita degli ebook avverrà solo tramite il negozio virtuale della Wild Boar?
Ecco perché il loro sito (soprattutto il forum) sembrava bloccato da mesi...stavano preparando l'asso nella manica.
Visti così sembrano persone serie (bè, se pubblicano GDR devono esserlo per forza ) vale la pena dare un'occhiata più da vicino.
Assolutamente no, Kinzica! Anzi, io ho sempre detto di non essere capace di scrivere racconti, forma di scrittura che rispetto molto e che ritengo molto difficile, tanto da non riuscirmi (mai provato coi racconti lunghi: potrebbe andar meglio, ma forse persino peggio! ). Insomma, ho il massimo rispetto per qualsiasi opera di qualsiasi lunghezza, se il testo è di qualità.
Quello che stavo dicendo è che definirli "romanzi" è sbagliato (al limite capisco 120, ma 80 proprio no). E continuo a pensarlo. Poi, se definirli "romanzi" permette loro di vendere meglio (dove sono i lettori di racconti lunghi di genere, in Italia? Sono certo che ci siano, e magari sono più numerosi di quelli che prediligono i tomi, ma allora sono ben nascosti - o poco coltivati! ), allora non discuto. Il mio era un discorso tecnico.
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