Quando Jon Favreau ha annunciato la decisione di non dirigere Iron Man 3, c'è chi non è stato troppo sorpreso dalla notizia, visto che dai tempi del secondo film della serie i rapporti si erano molto complicati tra la Marvel Studios e l'eclettico autore, sceneggiatore e regista statunitense.
Jon Favreau andrà a dirigere Magic Kingdom, film della Disney ispirato all'omonimo parco a tema: essendosi già assicurata i servizi di David Fincher e Guillermo del Toro per altre produzioni, la Disney riconferma il dinamismo con cui sta cercando, in questo periodo, di riprendersi una posizione di preminenza nel mercato dell'intrattenimento.
"Io e la Marvel siamo giunti alla maturità e al successo insieme" spiega Jon Favreau a proposito della sua decisione, "c'è un mucchio di serie in mano a Kevin [si riferisce a Kevin Feige, presidente della Marvel Studios] e lui decide come incrociare questi universi tra loro, da parte mia sono contento di aver avuto un ruolo nel dar forma all'universo in cui questi personaggi si muoveranno... Iron Man ha creato opportunità enormi per lui e per me. Non vedo l'ora di vedere cosa faranno altri, all'opera con la medesima ambientazione."
Favreau afferma di volere un'opportunità per sorprendere e meravigliare la gente, e questo gli sarà più facile partendo da un progetto che non sia carico di aspettative fin dall'inizio. Questa possibilità potrebbe dargliela l'idea di un parco divertimenti che prende vita, carico di quella tradizionale scenografia che ha ricoperto uno spazio così grande nell'immaginario di intere generazioni. "Nella mia infanzia," spiega Favreau, "l'iconografia della Disney è probabilmente il primo gruppo di archetipi con cui ho avuto a che fare. Le emozioni che mi ha dato Walt [Disney] vanno dalla gioia alla paura al rimpianto, hanno dato corpo ai miei sogni e creato un'enorme impressione in me bambino. Quando ho sentito del progetto, stavo andando a visitare Disneyland con la mia famiglia, e non ho avuto problemi a riempire un intero blocco note con le idee offerte da questa iniziativa."
Quanto al terzo Iron Man, il problema è nella trama, per quanto il film fosse previsto come il seguito di The Avengers: "Dove va un terzo Iron Man senza che il precedente abbia costruito la suspense?" Non c'è questa grande urgnza di farlo, vista la risposta tiepida ricevuta dal secondo. Per Favreau non c'era motivazione, vista la possibilità di impegnarsi nel mondo magico della Disney.
Alla Marvel ha augurato che tutto vada per il meglio, ed è andato per la propria strada. Le voci, vere o false, che erano circolate all'inizio accennavano anche a un problema di soldi, nel senso che Favreau non era più un regista a buon mercato per la Marvel Studios proprio in virtù del successo del primo Iron Man, e non sarebbe mancato un contrasto su questioni riguardanti la libertà creativa: Iron Man doveva mettersi a disposizione per offrire una presentazione a diversi personaggi Marvel che poi avrebbero avuto la propria storia raccontata in un'alra pellicola, magari meno costosa. Insomma, i progetti della Marvel e le preoccupazioni legate a limitare le spese in produzioni così costose sarebbero state decisive nel creare una situazione che a Favreau alla fine è andata troppo stretta.
Ci sarà del vero in questo? La Marvel Entertainment, da cui dipendono gli Studios, è diventata l'anno scorso una sussidiaria della Disney, insomma forse non era il caso di farne un litigio in famiglia, perciò anche se Favreau si era inizialmente lasciato scappare qualche commento un po' pepato, possiamo capire che in una dichiarazione più elaborata cerchi di evitare i malumori.
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