È innegabile che, negli ultimi anni, i super eroi siano ritornati alla ribalta, anche e soprattutto al di fuori dei fumetti.
Stiamo infatti assistendo al ripescaggio ed al rilancio di decine di titoli e nomi che erano usciti dall’immaginario comune.
Partendo dallo Spider-Man di Sam Raimi, fino alle più recenti produzioni a medio budget e più sperimentali, siamo sommersi da personaggi che hanno problemi sull’ordine in cui si indossano i vestiti e tendono a mettere gli slip sopra la calzamaglia.
Tendenza che non colpisce solo il cinema e straborda in tutti gli altri media, non ultima la televisione.
Partendo da Heroes e arrivando a No Ordinary Family e agli annunciati progetti di ripescaggio come The Hulk.
In tutto questo prova a buttarsi anche la NBC con il suo nuovo serial The Cape.
Le vicende della serie si svolgono in una inesistente metropoli americana, Palm City, sulla scia delle più famose Metropolis e Gotham, in cui la corruzione delle forze dell’ordine ha spianato la strada all’arrivo in città di una polizia privata, un po’ di robocoppiana memoria, la ARK.
Ovviamente, a questa corruzione si oppone il protagonista, Vince Faraday (David Lyons già visto in ER), un poliziotto tutto famiglia e sacco da boxe, che passa le serate a leggere insieme al figlio le avventure dell’eroe dei fumetti The Cape, appunto.
Nel giro della puntata, la vita di Faraday, senza spoilerare troppo, verrà sconvolta e lui si trasformerà da poliziotto immacolato a ricercato per un omicidio che non ha commesso e, infine, ad essere da tutti creduto morto.
Da qui l’incontro con il Carnival of Crime, un gruppo di artisti circensi dediti alle rapine, e con The Orwell, una Blogger investigativa che lo coinvolgerà nella sua prima avventura. Tutto questo condurrà Faraday alla decisione di assumere l’identità dell’eroe del figlio, indossando appunto il mantello di The Cape.
Ora, se letta così vi sembra un po’ tirata per i capelli e lievemente semplicistica come trama… avete ragione.
Il problema principale di questa premiere è probabilmente quello di aver scelto di utilizzare un linguaggio e degli espedienti fin troppo fumettistici.
I personaggi sono tutti molto stereotipati e appena accennati, anche per una prima puntata.
Ci sono tutti gli archetipi classici di un fumetto in stile Batman: l’amico traditore, il cattivo miliardario e inutilmente psicopatico, l’assistente genio del computer e via discorrendo, fino al villain sfigurato.
Dà un po’ l’impressione che si siano volute condensare nel Pilot tutte le premesse, per poi creare delle storie, facendo una specie di Bignami delle origini del personaggio.
Anche sul piano tecnico la serie non stupisce per realizzazione e se la fotografia non è male, la realizzazione del mantello in CGI, lascia un po’ a desiderare, dando un’impressione di appiccicato che nel 2011 si fatica ad accettare (si faceva fatica ad accettarlo già in Spawn).
Una nota sul cast in cui oltre a Lyons, troviamo, nel ruolo della sua spalla informatica, Summer Glau, volto abbastanza conosciuto nel mondo delle serie televisive e voce di Supergirl sia nel cartoon Superman e Batman Apocalipse che nel prossimo MMORPG DC universe On Line.
Altra presenza importante è Keith David che qui ricopre il ruolo di Max Malini il capo del Carnival of Crime. Anche David non è un volto nuovo e la sua presenza scenica non indifferente a volte schiaccia il povero Lyons.
Non voglio comunque farne una stroncatura completa, ma una sospensione di giudizio.
Il materiale per far crescere la serie c’è tutta, ora sta agli sceneggiatori coglierlo, che di un bel serial supereroico classico ci sarebbe decisamente bisogno.
1 commenti
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