Due consigli agli scrittori: cosa fare e cosa non fare assolutamente quando si rivolgono a voi…

Da evitare: i deliri di onnipotenza, quindi suonarsela e cantarsela da soli. Gli egocentrici sono pregati di rivolgersi altrove. Di onanisti della letteratura ne ho conosciuti parecchi, purtroppo. Da fare: seguire attentamente le indicazioni della casa editrice prima di spedire un manoscritto.

Quali sono i difetti che riscontrate più spesso in un manoscritto?

Bella domanda. Diciamo che molti elaborati mostrano carenze tecniche (grammatica, sintassi, punteggiatura). Con sommo raccapriccio ho dovuto bacchettare in questi anni persino professori e docenti di italiano, rei di commettere errori marchiani a livello grammaticale e/o sintattico. Parlo di errori ripetuti più volte, non di refusi. Altri manoscritti risultano a tal punto debitori nei riguardi di opere famose da rasentare il plagio. Poi ci sono gli scrittori che parlano dei fatti loro senza preoccuparsi delle persone cui è destinato il romanzo. Zero creatività, insomma.

E nella lettera che accompagna l’elaborato?

Ah, quelle sono uno spasso. C’è gente che premette ogni volta: “ho letto con grande attenzione il vostro sito e mi pregio di inviarvi questo mio lavoro, che conoscerà adeguata collocazione in una delle vostre collane”. Apri l’allegato e cosa trovi? Un lavoro che non c’entra niente con quello che I Sognatori valuta e pubblica. La lettera d’accompagnamento di cui sopra va quindi tradotta così: “non ho la più pallida idea di chi siate, vi ho pescato nel mucchio grazie a Google, e se la fortuna m’assiste il mio manoscritto potrebbe avere a che fare – alla lontana – con la roba che pubblicate voi”.A me basterebbe che gli scrittori mostrassero un pizzico di rispetto nei riguardi del lavoro altrui.

Roma non fu costruita in sette giorni. Il sito de I Sognatori nemmeno.

E nella sinossi?

Non chiediamo sinossi: se arrivano le ignoriamo. A che pro leggerle, visto che abbiamo fra le mani il manoscritto completo?

Promozione e marketing: la vostra ricetta

Abbiamo orgogliosamente rinunciato fin dall’inizio alla distribuzione in libreria. Nel ventunesimo secolo si può. Inutile sperare di combattere lo status quo attenendosi al vecchio ricettario dell’editoria. Risultato: taglio dei costi per noi ma anche per i lettori (prezzi di copertina più bassi rispetto alla media nazionale), maggiore propensione all’acquisto da parte di chi non naviga nell’oro, filo diretto coi lettori, e una copertura distributiva che resta comunque nazionale.

Arriviamo anche nei paesini di cinquecento anime sprovvisti di librerie. Come accennavo in una

precedente risposta, inoltre, in questi anni siamo riusciti a farci conoscere e apprezzare anche al di fuori dei confini nazionali. Una bella soddisfazione. Ci sono tanti lettori italiani che vivono e/o lavorano all’estero.

C’è poi un impegno costante nella promozione dei libri, che non termina dopo tre mesi ma procede per accumulo, attraverso gli anni, in rete e sul territorio. Organizziamo presentazioni per renderci visibili e incontrare di persona i lettori. Giriamo di continuo l’Italia, nel 2010 abbiamo raccolto una media di trenta spettatori a serata, che non sono affatto pochi.

Sempre dal punto di vista della promozione e del marketing, gli autori sono attivi o potrebbero fare meglio?

Gli scrittori che pubblicano con I Sognatori non hanno alcun obbligo promozionale, quindi qualsiasi impegno da parte loro è graditissimo. Io ho avuto la fortuna di imbattermi in autori estremamente motivati, comunque. Non bazzicano granché il web, ma questo non è un problema. Non tutti i lettori vivono la rete. Comunque il concetto è semplice: se l’autore si dà da fare, il numero di copie vendute aumenta e questo va a beneficio di tutti. I Sognatori pubblica senza contributo ma offre il 10% sulle vendite ai propri autori, quindi anche sul piano economico l’impegno promozionale dello scrittore ha un suo risvolto pratico, vantaggioso per ambo le parti. Penso infine che un autore motivato sia il primo a darsi da fare. E a motivare l’autore deve essere la casa editrice, curando i volumi in maniera professionale e dando per prima il buon esempio. Perché mai uno scrittore dovrebbe andare orgoglioso di un romanzo pieno di refusi, impaginato male e magari orribile dal punto di vista grafico? Proverebbe vergogna nel vedere il suo nome stampato in copertina, e non lo consiglierebbe a nessuno. Mi pare normale.

Alcuni autori, anche famosi, lamentano a volte di aver subito editing invasivi dai propri editor: qual è la politica della Vs casa editrice in merito? Come si sentono i Vs autori dopo essere usciti dal 'confronto' con l'editor?

Mmm… questa domanda andrebbe rivolta agli scrittori. Fin qui nessuno si è lamentato, comunque.

Io lavoro gomito a gomito con tutti, e di certo non stravolgo un’opera letteraria: un romanzo da stravolgere è un romanzo che non va bene. Si fa prima a pubblicarne un altro.

Ad ogni modo ci sono pure scrittori che tentano il suicidio per una frase cambiata di posto, quindi bisognerebbe stabilire cosa intende certa gente per “editing invasivi”.

C'è un'interazione diretta fra la vostra casa editrice e i lettori?

In pratica non c’è filtro. Molti lettori pubblicizzano i nostri libri e le nostre iniziative

spontaneamente, per il semplice fatto di credere in noi. Inutile sottolineare quanto mi renda

orgoglioso tutto ciò. Di recente abbiamo rafforzato questo legame attraverso un concorso dedicato esclusivamente ai lettori. Se qualcuno desidera leggere il bando, lo trova qui:

www.casadeisognatori.com/2concorsolettori.htm

E fra casa editrice e la stampa che si occupa dei vostri libri?

La stampa si occupa raramente dei nostri libri. Troppo indaffarata a montare il caso editoriale dell’anno. Per fortuna ci sono i giornalisti seri che – poveracci – vengono letteralmente sommersi da centinaia di segnalazioni. Fanno quel che possono, ma va da sé che il lavoro dell’ufficio stampa si perde comunque nel mucchio. Se un giornalista si rivela in primis un lettore curioso e appassionato, allora ci viene dietro. Altrimenti ci snobba. La qual cosa non c’impedisce di mangiare e dormire ugualmente. Noi andiamo fra i lettori. L’ho già detto, lo status quo va combattuto con “armi” nuove, quelle vecchie sono logore, smussate.

Le recensioni e le segnalazioni che la stampa tradizionale ci ha riservato (dal quotidiano nazionale al mensile locale) sono frutto di un vero interesse, comunque, non la risultante di accordi siglati sottobanco. È già qualcosa.

Grazie di essere stati ospiti di FantasyMagazine.

Grazie a voi per lo spazio concesso. Un ringraziamento particolare va a Marina Lenti, interlocutrice gentilissima e alla mano.