Il detective Tony Chu si sta riprendendo dalle catastrofiche conseguenze della sua ultima avventura. E’ tornato sulle strade per far rispettare la legge in un’America distopica, dove una letale epifania di aviaria ha falcidiato la popolazione e il consumo di pollo è ora vietato per legge. Il suo strano potere di cibopatico, che gli permette di acquisire informazioni da tutto ciò che mangia, è un fardello sempre più pesante. Un dono investigativo che rende grottesco anche il delitto più raccapricciante, e la sua vita un vero inferno. Questa volta il suo potere condurrà Chu su una lontana isola tropicale, alla ricerca di un misterioso frutto che potrebbe non appartenere a questo mondo...
Dopo un esordio effervescente con il primo volume, Menu: degustazione, l’ottovolante poliziesco-horror-fantastica di John Layman e Rob Guillory ingrana la quarta e si scatena in una serie di acrobazie che non lasciano respiro. Mantenendo tutte le promesse seminate nel ciclo iniziale, Chew: Cucina etnica sviluppa ulteriormente la caratterizzazione dei protagonisti e introduce un nuovo pittoresco villain. Ancora una volta l’agente Chu è costretto a pratiche alimentari aberranti, elemento che è il vero filo conduttore della serie. L’imbarazzo suscitato non solo dagli atti di cannibalismo, ma dai comportamenti alimentari più strampalati e intempestivi, dimostra quanto ancora possa essere ampio l’orizzonte degli eroi dotati di poteri e quanto moderno il modo di raccontarli.
La capacità di osare, senza tuttavia scadere mai nella volgarità, l’intuizione felice di un potere dalle potenzialità enormi, ma dalle conseguenze schifose e deliranti, fanno di Chew un fumetto veramente originale. L’humor nero, sebbene somministrato a palate, non toglie un grammo all’intensità delle trame noir e alla credibilità di personaggi in grado di bucare la pagina. Il cocktail di fantasia, giallo, cospirazione, comicità e orrore, va giù che è una bellezza. Diverte e appassiona, ma soprattutto sorprende per inventiva e freschezza. Un prodotto bizzarro che merita di essere scelto con cura nell’affollato panorama del fumetto americano attuale. Chew: Cucina etnica introduce nella trama lo spunto di un’ulteriore evoluzione fantascientifica, confermando la caratteristica del fumetto di Layman e Guillory di spiazzare il lettore con frequenti cambi di registro.
Il mondo dei poteri descritto da Chew è morboso e affascinante. Legato a una funzione di base, l’alimentazione, impregnata di tabù quasi quanto la sessualità. L’eroismo di Tony Chu è quanto di più tragicomico si possa immaginare. Per fermare un assassino, Chu sa che dovrà assaggiare la sua ultima vittima in modo da assorbirne i ricordi e risalire all’identità del criminale. Potrebbe non farlo, e risparmiarsi di vomitare anche l’anima. Ma qualcuno deve. Ed è per questo che Chu... mangia. Un’oscena portata dopo l’altra per stracciare i veli dell’ignoto e procedere in un’avventura sempre più macabra ed esilarante.
Un supereroe con un grosso problema alimentare. Misteri, splatter, cadaveri e tanto umorismo. Un menu talmente rivoltante da risultare appetitoso.
Bon appetit.
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