E' in arrivo anche in Italia Kick-Ass, il film tratto dall'omonimo fumetto scritto da Mark Millar e disegnato da John Romita Jr.
E' un fumetto Marvel, ma questo film non è una della tante produzioni supereroistiche che stanno invadendo le sale. Intanto perché il fumetto originale non è inserito nel Marvel Universe, ma è ambientato nel nostro mondo. L'incipit del film, ripreso da quello del fumetto è perfetto nell'introdurci l'ambientazione. Un uomo in costume alato "flette i muscoli e si getta nel vuoto". Sembrerebbe planare, occhi ammirati lo guardano. Ma la realtà è ben diversa. Nessuno può volare con un paio di alucce applicate a una tuta sgargiante. L'uomo si schianta fragorosamente al suolo.
E non c'è, come nel da me parafrasato Rat-Man, un ospedale che curi. Non si riattaccano i pezzi. Nel mondo reale se ti butti dalla cima di un grattacielo muori.
Oltre ad avere avuto difficoltà prima di essere prodotto, tant'è che la produzione e la distribuzione non sono a cura della Marvel, il film ha avuto anche difficoltà distributive. In Italia arriva solo ora, a quasi un anno dalla distribuzione negli USA.
Il film, come il fumetto, narra la storia di un adolescente che legge troppi fumetti, Dave Lizewski, ben intepretato dall'attore inglese Aaron Johnson (John Lennon in Nowhere Boy). Così tanti che gli viene l'idea che a tutti i ragazzi che hanno letto troppi fumetti sarà venuta almeno una volta nella vita: "perché nessuno ha mai provato a essere un supereroe?"
La domanda resterebbe retorica se Dave invece non decidesse di passare il confine tra il mondo della fantasia e quello reale, acquistando una muta da sub e decidendo di assumere il nome di "battaglia" di Kick-Ass.
La prima sortita di Dave è semplicemente disastrosa. Accoltellato e picchiato viene anche investito da una macchina. In fin di vita, viene ricoverato in ospedale, dove gli vengono inserite delle placche metalliche in vari punti dello scheletro tra cui il cranio, che assieme alla sua insensibilità in corrispondenza delle terminazioni nervose, lo rendono meno sensibile al dolore.
Il brutto deve ancora venire. Ci sono in realtà altri "supereroi" in città. Sembrano Batman e Robin, ma uccidono i criminali con armi di ogni tipo, dai coltelli alle pistole. Si chiamano Hit Girl e Big Daddy, ossia Mandy e Damon Macready, figlia e padre, rispettivamente interpretati dalla piccola Chloë Grace Moretz (vista nel remake di The Amityville Horror) e da Nicolas Cage.
Il personaggio di Hit Girl è stato forse il pomo della discordia, il motivo per cui la Hollywood dei grossi produttori non ha appoggiato questo film, perché ritenevano sconveniente la rappresentazione di una ragazzina che uccide con ferocia e perizia, con armi da fuoco e armi bianche, tutti i delinquenti che le si trovano davanti, esprimendosi poi con un bel gergo infiorettato da parolacce.
La piccola attrice chiamata a interpretare il personaggio sembra in realtà essersi divertita un mondo. Ricordiamocelo sempre, i bambini sono più piccoli, non più stupidi, sanno capire meglio di certi adulti la differenza tra mondo reale e di fantasia. Pur se ambientato nel mondo reale, è sempre un fumetto del quale stiamo parlando. E' comunque tutto troppo esagerato per sembrare vero. Anche se è vero, e anche qui bisogna calare il velo dell'ipocrisia, che le parolacce ci sono nel mondo reale, e i piccoli le sanno. Sembra che i produttori che hanno rifiutato il film fossero più preoccupati di questo che del fatto che ammazzasse mafiosi come mosche...
Se strepitosa è la piccola Chloë, efficace è anche Cage, che ha dichiarato di essersi ispirato al Batman di Adam West per la caratterizzazione del personaggio.
Il modus operandi del duo è molto semplice. Uccidono le bande di spacciatori e rubano loro i soldi per potersi permettere le armi per la loro crociata.
I due hanno una storia che è tutta da scoprire, un piano di vendetta nei confronti del boss della mafia Frank D'Amico, ben interpretato da Mark Strong (Lord Blackwood in Sherlock Holmes). Le loro origini sono narrate in un'efficace sequenza di disegni di John Romita Jr. inserita nel film.
Dave scoprirà poi di avere un altro epigono, che si fa chiamare Red Mist, interpretato da un altro giovane e valido attore, Christopher Mintz-Plasse (tra i doppiatori originali di Dragon Trainer).
E' su questo personaggio una delle principali differenze tra fumetto e film. Non è l'unica, ci sono delle differenze sostanziali sulle origini di Hit Girl e Big Daddy, ma questa è una delle scelte più radicali effettuate dalla produzione nell'adattamento cinematografico. A questo punto il mio personale consiglio sarebbe quello di leggere prima il fumetto se siete amanti del colpo di scena forte, perché la scelte cinematografiche vanno in direzioni molto diverse da quelle del fumetto e la visione del film senza averlo letto potrebbe rovinarvi l'effetto.
C'è intanto da premettere che i due progetti, quello cinematografico e quello fumettistico, non sono affatto separati, ma sono stati sviluppati parallelamente. Mark Millar e John Romita Jr. sono anche produttori del film, mediante la Marv production (non la Marvel!) ma è stato Matthew Vaughn, regista dell'apprezzato Stardust, a scrivere la sceneggiatura cinematografica insieme alla moglie Jane Goldman.
Le riprese del film cominciarono quando ancora non era stata completata la pubblicazione del fumetto, in quel momento giunto al terzo numero, e vennero ultimate quasi in contemporanea all'uscita del quinto numero. Mentre poi usciva l'ottavo e conclusivo numero della miniserie, il film era in post-produzione.
Evidenziare analogie e differenze di trama non è scopo di una recensione cinematografica, ma in un progetto che nasce di proposito in due incarnazioni il paralllelo tra le due visioni nasce spontaneo. E' importante sapere per esempio che la produzione ha deciso di mantenere identico il look del costume del protagonista. Quello che Vaughn ha raccontato è un film meno cupo, pur se violento, rispetto al fumetto originale. C'è più ironia, ci sono più citazioni dal cinema di serie B, in special modo dagli spaghetti western o dai "poliziotteschi" che dai fumetti, anche se gli inside jokes fumettistici non mancano tranquilli (il mafioso Romita per esempio).
C'è tanto colore. Non solo nei costumi in parte ripresi dal fumetto e in parte ricreati da Sammy Sheldon, ma anche nei vestiti dei personaggi per esempio. Le camicie e i kimoni rossi di D'Amico sembrano in contrasto con l'immagine di un boss mafioso che dovrebbe passare sottotono, agire nell'ombra, ma sono in sintonia con la caratterizzazione di un personaggio che invece tende a salire sopra le righe fin troppo spesso. Anche le scenografie di Russell De Rozario mostrano per esempio la casa del mafioso come una casa di vetro, luminosa e trasparente. La casa di Big Daddy non è una cupa bat-caverna, ma una villetta come tante. Anche il magazzino della scena madre del film è ampio e ben illuminato e viene rabbuiato solo durante l'incursione di Hit Girl.
Funzionale a tanta esigenza di luce la solare fotografia di Ben Davis, che non è mai cupa neanche nelle scene notturne.
Le scelte musicali sono moderne, gustosi gli inserti delle musiche degli spaghetti western, secondo la moda tarantiniana forse, ma poiché si tratta di poche scene la cosa non diventa pesante. Le musiche originali sono professionali ma nulla di più.
C'è luce alla fine del tunnel delle ossessioni, sembra volerci dire il film di Vaughn. Non tutti i personaggi forse usciranno da questo tunnel, ma è innegabile che per i più giovani la speranza c'è, perché si chiama crescita, perché Kick-Ass è anche una efficace storia di formazione.
Dave non è un nerd secchione, neanche un fusto, è nella fascia di mezzo, forse la peggiore da affrontare se parliamo di caratterizzazione del personaggio. Ma il film di Vaughn centra in pieno l'obiettivo, descrivendo anche molto bene le dinamiche giovanili, i rapporti di amicizia, le pulsioni amorose e ormonali.
Ma già in Stardust non c'era finto pudore nell'approcciarsi all'adolescenza, va dato merito a Vaughn.
Merita una menzione lo sviluppo del personaggio di Katie, interpretato da Lindsy Fonseca (How i met your mother), la ragazza di cui Dave è innamorato senza speranza, come da tradizione, che non è affatto una ochetta superficiale e anche in questo caso è ben interpretata. Come d'altra parte sono ottime spalle i due amici Marty (Clark Duke) e Tood (Evan Peters). Le parti da commedia giovanilistica del film sono ben riuscite e credibili grazie all'affiatamento di questi giovani attori.
Correte al cinema al più presto. Già la data di uscita, primo aprile, non promette bene. Affrettatevi se non volete vederlo poi solo in home video.
Dopo rileggete pure il fumetto, scoprirete nuovi livelli di lettura, messi in luce dal lavoro di Vaughn e signora.
E preparatevi perché il seguito, sia fumettistico che cinematografico è in produzione.
10 commenti
Aggiungi un commentoMolto divertente, insolito, dissacrante. Senza volerne esagerare i meriti, vale comunque la pena di vederlo al cinema.
Concordo! visto domenica sera e mi è piaciuto..
Le battute sono state censurate?
Bhà... visto ieri. La recensione mi lascia perplesso. Per me è un film inutile e semplicemente senz'anima, a tratti anche disgustoso.
E' come guardare il deficientissimo "Superhero - Il più dotato fra i supereroi", parodia di Spider-man con Leslie Nielsen, solo che qui si prendono più sul serio.
A me ha divertito, tra il serio e l'irreale. Il protagonista è buffo.
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