E’ notte a Milano, ma non tutti dormono. Il tunnel della metro a pochi passi dalla Stazione Centrale è teatro di un’improvvisa quanto violenta apparizione: da una pozza di sangue sacrificale nasce il demone Arioch, richiamato sulla Terra tramite un oscuro rituale.
Dopo pochi istanti si aggiunge altro sangue, quello dei suoi evocatori, uccisi dalla pistola di una creatura che, dall’inizio dei tempi, combatte ogni essere infernale.
Quando Lena, giovane studentessa forzatamente bohemienne, arriva nel piazzale della stazione per riportare a casa la sua migliore amica in preda a una strana trance, non è preparata alla scena che appare ai suoi occhi: la lotta fra un angelo furibondo e un giovane demone insanguinato ormai a terra. Istintivamente sceglie, e grazie a lei Arioch trova una via di fuga verso una temporanea salvezza e un definitivo quanto imprevisto destino.
Cosa si aspetta la maggior parte dei lettori da un libro etichettato Urban Fantasy? Una città popolata da esseri soprannaturali, buoni ma non troppo. Una storia d’amore paranormal, un conflitto Bene vs Male addolcito dall’atmosfera romance, e tanta possibilità di sognare.
Quando il diavolo ti accarezza di Luca Tarenzi è un romanzo che esaudisce queste aspettative, raccontando di Angeli e Demoni, forze arcane, battaglie e un amore non convenzionale, ma - per fortuna -costituisce un esempio narrativo distante e diverso dal mix modaiolo attuale che, dopo vampiri e mannari, ci offre una serie infinita di zaffate d’incenso e vapori di zolfo.
La prima cosa che colpisce è il lato “urban” del libro, per due aspetti: la caratterizzazione del setting scelto e il rapporto fra ambientazione- autore- lettore. Se nella maggior parte delle opere in circolazione l’ambientazione urbana, pur cambiando nome, alla fine risulta tutta uguale, qui abbiamo una città concreta e non relegata a semplice sfondo.
Le piazze in notturna, il traffico quotidiano delle strade, i luoghi più noti come la Centrale o il grattacielo della stazione Garibaldi sono visti e raccontati con lo sguardo di chi li ha osservati, percorsi, vissuti.
La Milano di Tarenzi – e qui veniamo al secondo punto – è la dimostrazione che non è necessario cercare un tocco esotico attraverso scenografie urbane distanti dalla realtà dello scrittore e del lettore: c’è un motivo se le creature di un Gaiman o di un Mièville agiscono a Londra, quindi cosa meglio di Milano per quelle di un autore lombardo?
Non è male nemmeno per il lettore poter guardare il mistero e la magia, una volta tanto, in una città conosciuta: il sense of wonder non ne soffre e la trasposizione in quella che è comunque una sfera fantastica risulta più immediata.
In questo contesto si muovono, anzi corrono, volano e lottano personaggi umani, angelici, demoniaci, ma anche una commistione di queste tre cose: creature celesti più temibili che benevole, spiriti caduti non così feroci, umani non convenzionali a volte steampunk, semi –umani, semi- angeli, djinn e così via. La protagonista più “normale” del gruppo – Lena - è quella capace non solo di portarsi il diavolo a casa (e questo è un punto forse poco motivato) ma anche di farlo innamorare, attraverso un involontario imprinting che ricorda le paperelle di Lorenz.
La storia si svolge con un ritmo per la maggior parte veloce e serrato. I momenti di pausa convincono meno e si desidera quasi saltarli in nome del “ma poi cosa succede?”.
Nonostante la violenza di certe situazioni non manca mai un umorismo di base, anche se inizialmente non è facile coglierlo: la famosa “borsettata” del primo capitolo lascia spiazzati, e solo proseguendo la lettura l’intento ironico dell’autore diventa più chiaro.
Eppure il libro non è comico: le vie, reali e psicologiche, che i personaggi devono percorrere sono in salita, provocano sofferenza, smarrimento e cambiamenti per crisi.
Azione quindi, ma anche suggestione e incanto che filtrano dalle righe: basta svoltare un certo angolo a una certa ora per entrare in una dimensione magica, oscura e inquietante, dove lo squartatore di Stretta Bagnera attende ancora qualche vittima, giovani indovine eviscerano bambole per predire il futuro e il fumo delle streghe al rogo in Piazza Vetra non è svanito del tutto.
Cosa succede, alla fine, quando il diavolo s’innamora? Succede che nasce un libro di genere capace di distaccarsi dal genere, di offrire una lettura d’intrattenimento con il dovuto spessore e di raggiungere il proprio scopo perché piacevole e ben scritto.
1 commenti
Aggiungi un commentoUna buona lettura, assolutamente ben scritta, piacevole, scorre bene. Come succede a Lena non ci si sorprende più di niente con tutti i telefilm che si vedono: niente di originale, ma la vicenda è costruita bene.
Ottimo Azazel per come tiene la scena, ma anche nel modo in cui risolve le situazioni: utilizzando la conoscenza e la testa. Scelta apprezzatissima di non vedere i soliti demoni o diavoli ultrapotenti e invincibili; come è apprezzata la limitazione mostrata del loro agire all’interno della realtà materiale.
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