La raccolta di racconti Le Storie di Omnia - Sul filo della magia, è ambientata nello stesso universo del precedente romanzo di Fabio Cicolani, Le magie di Omnia - Il signore del destino, del quale parlammo a suo tempo (/libri/11611/magie-di-omnia/).
Cicolani torna nel mondo che ha concepito con molta cura, dimostrandoci che il suo progetto è di ampio respiro, e che la brevità del primo romanzo non era affatto sinonimo di approssimazione o mancanza di accuratezza nella costruzione del mondo narrativo e della vicenda.
E' raro trovare al giorno d'oggi autori che abbiano la volontà di sintetizzare, andando al cuore della storia.
Cicolani mostra la sua attitudine al racconto senza fronzoli in questa raccolta, nella quale presenta personaggi e vicende non collegate al romanzo precedente, se non per la comune ambientazione.
Sono cinque cornici ritagliate all'interno di uno scenario più ampio, fatto di usi e costumi, di geografia, di creature di ogni sorta, di nomi dall'etimologia legata in modo diretto al mondo nel quale i personaggi vivono.
L'operazione ha il sapore di una buona narrazione, perché i racconti riescono bene nell'intento di intrattenere il lettore e allo stesso tempo di mostrare di più del lavoro di ideazione del mondo di Omnia. Oltre ai cinque racconti è presente un'appendice, L’almanacco di Omnia, che descrive alcuni aspetti della costruzione di Cicolani, una mini "bibbia" che ogni autore che costruisca mondi narrativi deve sempre tenersi davanti per garantire a sé stesso e ai lettore la stesura di vicende che rispettino la coerenza del mondo nel quale sono ambientate, oltre che essere narrativamente valide.
I racconti poi consentono anche all'autore di variare il suo registro, che passa dal tragico quasi scespiriano del primo racconto, Rogo nell'oblio, al favolistico lieve e garbato di Un palmo di fata, al cupo e visionario, con punte di horror, di Scacco Matto, all'avventuroso di Stregato dal vento, al divertente e avvicente concentrato di colpi di scena dell'ultimo Il collezionista, che tra l'altro chiude il cerchio aperto con il primo.
Il giudizio sui singoli racconti è omogeneo e coincidente con quello che attribuisco all'intero volume.
Il risultato finale non delude chi voglia nella lettura trovare momenti di svago disimpegnato che non sia sinonimo di approssimativo e non curato.
Non aspettatevi un campionario di idee innovative, ma buone idee e situazioni narrative "classiche" sviluppate con professionalità, scritte con un linguaggio puntuale, leggero e senza fronzoli che risulta comunicativo.
1 commenti
Aggiungi un commentoBeh... ti ringrazio molto per la recensione. In effetti il primo libro non lasciava molto spazio all'ambientazione, che ho avuto la possibilità di sviluppare in questo intermezzo. Altri aspetti specifici e variopinti saranno contenuti anche nel seguito, per ora quindi grazie della rinnovata fiducia.
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