Immaginate cosa accadrebbe, in qualsiasi luogo, in qualsiasi tempo, se l'inverno non finisse mai. Ma non solo l'inverno, ma febbraio.
Il mese più freddo e triste della stagione invernale, lontano dai fasti del Natale, la sua brevità lo rende insopportabile, proprio perché il nostro animo sente in modo illusorio vicina la primavera. Ma così come l'ora più cupa è quella prima dell'aurora, il momento più freddo è proprio nell'imminenza di quella scintilla che riporterà al tepore e alla nuova esplosione della vita.
E cosa accadrebbe se, proprio in questo momento carico di aspettative, il mese di febbraio non finisse, condannando gli abitanti di una città a un eterno inverno.
Quale potrebbe essere lo scoramento di tali abitanti se Febbraio, diventando qualcosa di più che un mese, ma un vero e proprio spirito che si incarna in una creatura vivente, cominciasse anche a rapire i bambini della città, a impedire i voli degli aquiloni e delle mongolfiere, fiaccando anche il loro spirito?
Comincerebbe una guerra, che vedrebbe da un lato un gruppo di volenterosi cittadini, denominatisi lo Sforzo Bellico, e dall'altro Febbraio, che sembra personificarsi in un misterioso personaggio che vive ai margini della Città. Come si risolverà questo conflitto è tutto da scoprire. E vi invito caldamente a farlo.
Il luoghi e i tempi di una storia non sempre sono importanti.
Città senza nome e senza tempo possono essere protagoniste di storie che acquisiscono, in virtù di questa mancanza, una validità universale.
A maggior ragione questa considerazione vale con romanzi e racconti che evocano mondi e conflitti fantastici, metafora di mondi e conflitti che affondano ben saldi i piedi nella nostra realtà.
Anche in questo romanzo i conflitti che i personaggi affrontano sono soprattutto contro sé stessi.
La prosa è minimalista, leggera. Dimenticate le descrizioni ampollose, pindariche evoluzioni della parola. Leggerezza come esattezza e precisione. Un ottimo uso del linguaggio reso efficacemente da una ottima traduzione.
La cura grafica del volume è poi importante in romanzo che si concede invece di non essere ingabbiato dal punto di vista strettamente visivo. La pagina non è sempre è piena, ma anche i vuoti hanno importanza, se evocano quel terribile senso di vuoto che può dare un eterno inverno.
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