Cos’è che ha reso Dylan Dog così amato secondo lei? Quali sono i motivi del suo fascino?

Rispondo solo dal mio punto di vista, non posso rispondere a nome di milioni di fan italiani. Per me Dylan Dog rappresenta l’antieroe, un personaggio, ed è quel che mi ha attirato, veramente particolare, che affronta il mondo a modo suo, che spesso sembra sentirsi più a suo agio con ciò che è surreale piuttosto che con la realtà. Tra l’altro nello girare a New Orleans mi sono reso conto che questa è forse la città più infestata degli Stati Uniti e questa è una cosa che dà i brividi oltre che a essere intrigante. L’ho visto anche dal punto di vista di Dylan Dog, un ambiente invitante che al contempo fa paura, è strano e bizzarro, e questo che mi attratto in modo particolare. Non è un classico personaggio americano, come quelli di Michael Bay.

Dylan Dog è un fumetto universale, popolare, ha un target molto ampio, di adulti. Nonostante tutte le modifiche che lei ha fatto, come mai si è deciso di abbassare il target, di farlo diventare un film per teenager?

Sono molte le discussioni sul Dylan Dog nel mondo dei fan, ma questo succede ogni volta che si tocca qualcosa di molto caro a tante persone, è sempre rischioso. Mi piace molto il fatto che in Italia Dylan Dog sia un fumetto universale, con un target così ampio, se ce ne fossero di più probabilmente sarebbe più alta la quantità generale dei fumetti, non mi piace lo stereotipo del fumetto per ragazzini. Io non credo che sia stato abbassato il target, abbiamo semplicemente creato una versione cinematografica del fumetto, sono due mezzi diversi. Ora, questo non lo voglio utilizzare come scusa per giustificare quel che abbiamo fatto. Il film è vietato ai minori di tredici anni [non in Italia, NdR], nel fumetto ci sono molte più teste che saltano, cervelli che esplodono, ma questa è stata una scelta produttiva perché i produttori avevano deciso di fare un film vietato ai minori di tredici anni. D’altra parte a me non piacerebbe l’idea che qualcosa che mi è caro venisse determinato dal colore della macchina, la Batmobile è rimasta la stessa anche se ha cambiato colore. […] Lo spirito di Dylan Dog, che noi abbiamo voluto preservare c’è, non è che abbiamo abbassato il target, è semplicemente una versione cinematografica del personaggio del fumetto e sono due cose diverse.  

Ha avuto dei contatti con Tiziano Sclavi e la Bonelli e in tal caso di che tipo? Nel film ci sono molte citazioni, mentre di solito c’è un rapporto conflittuale in questi casi. Alan Moore per esempio ha rifiutato tutte le trasposizioni dalle sue opere, con la Bonelli invece? C’è stata una consulenza, un rapporto… Non hanno tolto la firma nei titoli di coda.

Non sono stato coinvolto nella prima stesura della sceneggiatura, non so quali rapporti ci siano stati se ce ne sono stati tra gli sceneggiatori e la Bonelli o Sclavi. Durante le riprese abbiamo avuto un rappresentante della Bonelli sul set, una persona simpatica e gradevole che sembrava a proprio agio. Una persona che era stata coinvolta nella scrittura del fumetto è stata coinvolta quando abbiamo girato le riprese nell’appartamento. Ci sono stati credo più rapporti tra loro e i produttori.

Voci parlano di un possibile Dylan Dog 2… Le piacerebbe fare un sequel?

Non ci sono ancora programmi ufficiali per quel che riguarda un eventuale sequel, se ci fosse ovviamente sarei molto interessato, bisogna però vedere prima come va questo, se incassa e se è abbastanza per coloro che ci hanno messo soldi. Mi piacerebbe l’idea di riproporre Dylan, portarlo in Europa, mi piacerebbe girare in Italia, sarebbe una cosa meravigliosa. In quel caso sarebbe possibile introdurre molto di più il mondo del fumetto di quanto sia stato fatto in questo film. Andrei più in dettaglio e trasferirei molto di più del fumetto nel film. Per ora non ci sono piani ufficiali, vedremo.