–... “non saranno stanche le sue ali.” Questa frase ha un centinaio d’anni – commentò Roman, stringendo di nuovo i pugni. – Non uscire dal seminato, Gregori, o sarò costretto a spedirti nella bara a fare un riposino.
– L’ho detto solo nel caso in cui volessi unirti a noi. È di gran lunga più divertente che rimanere qui da solo ad avvelenarti – replicò Gregori con esasperazione e aggiustandosi la cravatta nera di seta. – Sai, Simone è sempre stata attratta da te. In realtà, non c’è una donna al piano di sotto che non sarebbe felice di tirarti su il morale.
– Non trovo particolarmente confortante nessuna di loro, e l’ultima volta che le ho guardate erano tutte morte.
– Be’, se devi proprio fare il pignolo, allora perché non ne provi una viva?
– No – affermò Roman balzando in piedi e, preso il bicchiere, in un secondo fu all’angolo bar grazie alla velocità di vampiro. – Niente mortali, mai più.
– Oh, ho toccato un tasto dolente.
– Fine della discussione.
Roman versò il miscuglio di sangue e aglio nel tubo di scarico, dopodiché vuotò anche ciò che rimaneva di quella velenosa miscela nella caraffa. Aveva imparato la lezione molto tempo prima e una relazione con una mortale gli avrebbe solo spezzato il cuore, letteralmente; non era affatto ansioso di sperimentare un paletto in quel punto. Aveva proprio una grande possibilità di scelta: o una vampira, o una donna viva che avrebbe desiderato la sua morte. E questo non sarebbe mai cambiato, perché quell’esistenza senza cuore sarebbe durata ancora per secoli. Non c’era da meravigliarsi se si sentiva depresso.
Essendo uno scienziato, di solito riusciva a trovare qualcosa di interessante con cui tenersi occupato, ma a volte (proprio come quella notte) non bastava. E anche se fosse arrivato a un punto di svolta con una formula che permetteva a un vampiro di rimanere sveglio durante il giorno? Cosa se ne sarebbe fatto di tutte quelle ore in più? Avrebbe lavorato? Ma gli si prospettavano interi secoli per lavorare.
Quella notte, la verità l’aveva colpito in pieno: rimanendo sveglio di giorno, non avrebbe nemmeno avuto nessuno con cui parlare, anzi, si sarebbero solo aggiunte altre ore di solitudine alla sua cosiddetta vita. Ecco perché aveva gettato la spugna, decidendo di tornare a casa per rimanere solo, al buio, ascoltando il monotono battito del suo cuore freddo e solitario. Il sollievo sarebbe giunto soltanto all’alba, quando il sorgere del sole avrebbe arrestato il cuore, e durante il giorno la morte sarebbe calata di nuovo su di lui. Ma purtroppo stava cominciando a sentirsi morto anche di notte.
– Roman, stai bene? – chiese Gregori, con sguardo cauto. – Ho sentito dire che, a volte, quelli veramente antichi si sentono un po’ giù di corda.
– Grazie per avermelo ricordato, ma visto che non mi capiterà di ringiovanire, perché non vai a chiamare Laszlo nel corridoio?
– Giusto, scusa. – Gregori si arrotolò le maniche della sua candida camicia elegante. – Okay, volevo preparare la scena: ricordi qual è la mission della Romatech Industries? Rendere il mondo un posto sicuro sia per i vampiri, sia per i mortali.
– Ne sono al corrente, credo di averla scritta io.
– Già, ma la minaccia più grande per la pace sono sempre stati i poveri e gli Inappagati.
– Lo so. – Non tutti i vampiri moderni possedevano l’imbarazzante ricchezza di Roman e, sebbene la sua ditta produttrice di sangue sintetico riuscisse a venderlo a prezzi accessibili e Roman cercasse di convincerli che il “pranzo gratis” non esisteva, chi aveva problemi finanziari provava sempre la tentazione di cibarsi di un mortale per non pagare nulla; le vittime mortali, poi, se ne avevano a male, assumevano qualche aspirante al ruolo di Buffy e quei feroci, piccoli assassini distruggevano ogni vampiro che incrociavano, perfino quelli rispettosi della legge che non facevano del male a una mosca. Ma la triste verità era che nessun vampiro sulla Terra sarebbe stato al sicuro, finché ce ne fossero stati degli altri che attaccavano i mortali.
Tornando con passo tranquillo alla scrivania, Roman aggiunse: – Mi pare di averti affidato il problema dei poveri.
– Ci sto lavorando, la presentazione sarà pronta in pochi giorni. Nel frattempo, a Laszlo è venuta una brillante idea riguardo alla gestione degli Inappagati.
Roman si lasciò andare di peso sulla sedia. Gli Inappagati costituivano il gruppo di vampiri più pericoloso in assoluto; riuniti in una società segreta, si chiamavano “I Puri” e rifiutavano l’evoluto sentimentalismo dei vampiri moderni. Gli Inappagati potevano permettersi di comprare il sangue più prezioso prodotto dalla Romatech Industries, il sangue più esotico e squisito della famosa gamma di Roman appartenente alla Cucina Fusion per vampiri; potevano anche permettersi di bere dai bicchieri di cristallo più raffinato. Solo che non volevano.
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