Le catastrofi al botteghino segnano a volte la scomparsa di interi studi cinematografici, a volte un cambio di direzione netto nelle strategie di produzione. In questo caso non sappiamo ancora come andrà a finire, ma una cosa è certa: anche la Disney ha avuto la sua, e si preannuncia proprio disastrosa se è vero che Mars Needs Mom, film di animazione che da noi dovrebbe chiamarsi Milo su Marte, è costato 150 milioni di dollari e nel primo weekend di programmazione ne ha incassati 6,8. La disfatta è secca e inequivocabile, anche perché in un quarto dei mercati internazionali (non ancora l'Italia) la programmazione è già iniziata con risultati economici non migliori.
Questo significa che la casa produttrice del film perderà decine di migliaia di dollari, se tutto va bene. La "notte dei lunghi coltelli" che programmaticamente segue eventi di questo genere in parte c'era già stata tempo fa con l'allontanamento di Dick Cook, presidente della Disney Studios, responsabile della produzione di questo film e altri poco convincenti; adesso viene affossata anche la ImageMovers, la divisione che segue le produzioni in motion-capture diretta da Robert Zemeckis.
Un evento del genere non può che preoccupare tutti i produttori. Si comincia a pensare che la motion-capture, impiegata con successo nei film dal vivo (o prevalentemente dal vivo) come Il Signore degli Anelli e il successo 3D Avatar, non funzioni altrettanto bene per i film di animazione. Le espressioni dei personaggi sarebbero troppo innaturali. Sarà vero? Avremo la controprova quando uscirà (sempre quest'anno) il film di Steven Spielberg sulle avventure di Tintin (celebre personaggio dei fumetti francese): forse è il caso di iniziare a preoccuparsi.
Un'altra tesi è che vi sia un "malessere" tra il pubblico, e in effetti sono parecchi i film che (pur evitando disastri come quello di Mars Needs Moms) deludono nei risultati economici. Questo potrebbe avere diverse cause, una delle quali il poco denaro in tasca in tempi di crisi. I prezzi non aiutano: il 3D ha offerto l'occasione di contrastare la pirateria e aumentare il costo del biglietto, fino a 15 dollari e mezzo sui grandi schermi IMAX (prezzi validi per i bambini!), ma a certi livelli i biglietti sono un vero salasso per una famiglia. Questa strategia insomma potrebbe esser stata spinta troppo in là. Inoltre il mercato è saturo, e particolarmente quello dei film per famiglie.
Chi cerca di capire in particolare il motivo del disastro di Zemeckis punta il dito sulla sua scarsa capacità di puntare su valide storie, preferendo gli effetti speciali di una tecnologia che fra l'altro comincia a essere superata dai competitori (James Cameron con Avatar, la Pixar con la sua animazione completamente computerizzata).
Anche la trama sembrerebbe avere le proprie responsabilità. Mars Needs Moms racconta di un bambino che deve trovare la madre rapita dagli alieni, una tematica che potrebbe spaventare i più piccoli. Vero o no, la critica suona strana in un'epoca dove gli esperti di marketing dovrebbero essere in grado di capire fin dal principio se una tematica simile possa essere valida o meno per un film adatto alle famiglie. A volte i fallimenti al botteghino restano misteriosi e inspiegabili, e forse questo è un caso in cui la dimensione del disastro resterà difficile da capire.
In realtà il disastro era almeno in parte atteso. Dopo aver visto parti di Mars Needs Moms prima che uscisse, il nuovo presidente della Disney Studios (Rich Ross) aveva già ordinato di eliminare il progetto per il prossimo film in motion-capture di Zemeckis, Yellow Submarine, che doveva essere il rifacimento del film di animazione del 1968 sui Beatles. Se non si fosse già speso tanto denaro per produrlo, forse Mars Needs Moms non sarebbe nemmeno uscito.
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