Ho trattenuto il fiato fino alla fine della scena. Non me ne sono neppure resa conto, almeno finché le immagini non sono cambiate e io ho ripreso a respirare normalmente. Poi ho rivisto il filmato sapendo cosa aspettarmi e… ho trattenuto il fiato un’altra volta.
La sera del 3 aprile HBO ha trasmesso in anteprima i primi 15 minuti del primo episodio di Game of Thrones per stuzzicare l’appetito dei potenziali spettatori in vista del debutto della serie in televisione previsto per il prossimo 17 aprile. E anche se i filmati trasmessi fin qui erano stati parecchi e avevamo avuto modo di vedere molte scene affascinanti, nessuno di loro, nessuna fotografia e nessun commento può rendere l’idea di cosa sia stato quel quarto d’ora mozzafiato.
Le prime immagini sono per la Barriera, e fin da subito siamo avvertiti che non dobbiamo aspettarci una trasposizione letterale del romanzo sul piccolo schermo. La storia di George R.R. Martin funziona benissimo sulla carta stampata, ma certe spiegazioni fornite dal narratore o inserite nei dialoghi non sono adatte a essere trasposte in immagini così come sono perché rallenterebbero il ritmo e renderebbero la storia noiosa o confusionaria. Sono cose che in realtà sappiamo tutti, ma che non fa male ricordare nel momento in cui vediamo comparire la Barriera.
Nel prologo di Il trono di spade la gigantesca muraglia di ghiaccio non si vede. Non è funzionale alla scena e quindi viene solo nominata. Ci sarà tempo in seguito per ammirarla con gli occhi stupiti di personaggi che in precedenza non si erano mai recati lì. In televisione però bisogna subito inquadrare il luogo in cui si svolge l’azione e far capire cosa sta avvenendo, così ecco immagini del tunnel che permette di passare da un lato all’altro, e di quell’enorme e gelida parete che sembra non finire mai. Subito dopo entriamo nei boschi al seguito dei i tre Guardiani della Notte impegnati nella loro missione esplorativa.
Chi ha letto i romanzi sa già cosa troveranno, anche se il modo in cui si svolgono le due scene è differente. Il risultato finale però è lo stesso, e preferisco non rovinare la sorpresa a chi non ha letto il libro. Semplicemente, da un certo punto in poi – e non ci può essere alcun dubbio su quale sia il punto in questione – tutto cambia. L’atmosfera, il ritmo, il senso di angoscia trasmesso dalle immagini.
E poi ci sono quegli occhi azzurri, freddi come può esserlo solo il ghiaccio in una notte d’inverno.
Subito dopo c’è uno stacco, con un’immagine di pochi secondi relativa alla cattura di un personaggio solamente intuita nei romanzi e una serie di piccole scene ambientate a Grande Inverno (Winterfell, la dimora di Casa Stark) inventate appositamente per la televisione. La fedeltà al testo del romanzo anche in questo punto viene meno, ma non quella al suo spirito. E bastano davvero poche immagini per inquadrare le figure di Bran, Sansa e Arya, o per vedere l’astio di Catelyn nei confronti di Jon.
La scena oltre la Barriera viene raccontata nel prologo, il primo capitolo del Trono di spade inizia direttamente con l’esecuzione del disertore. Niente gag divertenti o scene familiari nel libro, è solo quando ci si ritrova su una collina desolata che romanzo e televisione riprendono, brevemente, ad andare di pari passo. Ma le scene precedenti hanno fornito utilissimi dettagli, come quando Ned decide di portare con sé Bran e Catelyn gli dice che a dieci anni è ancora troppo giovane per queste cose. All’inizio dei romanzi Bran ha solo sette anni, mentre Arya e Sansa ne hanno rispettivamente nove e undici. Sapevamo della scelta di David Benioff e D.B. Weiss di aumentare l’età dei personaggi più giovani, e la conferma di questo avviene fin da subito. Quella che è davvero significativa è la risposta di Eddard alla moglie: “Non sarà un bambino per sempre”. No, non si può rimanere bambini per sempre quando si vive vicino alla Barriera e l’inverno si fa sempre più vicino.
Il breve dialogo sulla collina è un’invenzione cinematografica, laddove Martin si era limitato a un più semplice “Vennero poste domande e vennero date risposte, in quel freddo mattino, ma in seguito Bran non riuscì a ricordare molto di quanto era stato detto.” Le immagini però parlano un altro linguaggio, e così la conversazione viene effettivamente sentita dallo spettatore. È rimasto l’ammonimento di Jon al giovane fratellastro, non c'è l'umorismo macabro di Theon mentre la conversazione fra Bran e il padre è stata anticipata di qualche minuto, probabilmente per farla svolgere con una calma maggiore rispetto a quanto si sarebbe potuto fare dal dorso di un cavallo.
I quindici minuti finiscono qui, a metà del primo capitolo. Manca la scena dei cuccioli, e mancano “le nevi della tarda estate” che “erano cadute abbondanti nell’ultima luna” facendo affossare un personaggio “nel manto candido fino alle ginocchia”. Dettagli che un appassionato può rimpiangere per la loro assenza, ma che non cambiano molto nel cuore della storia se non per il fatto che perde un po’ di forza il motto di Casa Stark “L’inverno sta arrivando”.
Da appassionata le due brevi scene colpiscono, e molto. C’è aspettativa per vedere come sono state realizzate scene immaginate tante volte nella mente, e quest’aspettativa non viene delusa. Come ho già scritto, cambia lo svolgersi di molti episodi ma non cambia il loro spirito. Quello che doveva accadere oltre la Barriera accade, e la scena dell’esecuzione è soddisfacente. Le altre sono simpatiche aggiunte, variazioni, scene di colore che fanno capire chi siano i personaggi e come si rapportino fra loro ma che non tradiscono minimamente l’opera originaria.
Ryan Lambie di Den of Geek, che ha avuto modo di vedere per intero il primo episodio ma che non conosce i romanzi, nella sua recensione ha parlato di una gran quantità di trame intrecciate fra loro al punto da spingerlo a domandarsi come fosse possibile portarle avanti tutte contemporaneamente. Ma, malgrado la gran quantità di dialoghi e di retroscena da scoprire, la storia è molto avvincente. E anche se le vicende si svolgono nello spazio di un intero continente, lo straordinario cast focalizza l’attenzione sugli esseri umani e sui loro drammi.
L’episodio visto da Lambie si apre con una scena da brividi e si conclude con una scena altrettanto drammatica (ricordate ciò che Jaime è capace di fare per amore?) che gli ha fatto dichiarare di essere impaziente di vedere il prossimo episodio. A suo giudizio per la serie si prospetta un luminoso futuro, che è più di quanto possa essere detto per alcuni dei suoi protagonisti.
2 commenti
Aggiungi un commentoSono perfettamente d'accordo con tutto quello che viene detto in questo articolo. Era impossibile ritrovare esattamente tutto identico ai libri, tuttavia da quanto si vede in questo filmato il risultato mi pare molto buono.
L'atmosfera è la medesima che si respira nei romanzi, anche se gli avvenimenti sono modificati (in modo più o meno marcato).
L'unica cosa che mi lascia un po' perplesso è capire come Will abbia fatto a salvarsi con l'Estraneo a un metro da lui...
Concordo pure io e considero questi 15 minuti davvero belli (e pochi ), perché sarei andato volentieri avanti... ma ci sarà tempo.
A parte il problema di non riuscire nell'immediato a identificare tutti i personaggi [ci vorrebbe un cartellino con il nome in sovraimpressione], le soluzioni scenografiche mi sembrano tutte azzeccate o comunque interessanti.
Due sole considerazioni (una l'hai praticamente messa nell'articolo):
la prima è che non dobbiamo dimenticare che consideriamo questi minuti (e in futuro l'episodio) con gli occhi di chi sa cosa avverrà in seguito a luoghi e personaggi e quindi tendiamo a vederli non solo per come sono ora, ma per come si proiettano nel futuro
la seconda (qui ci si ricollega alla fedeltà letterale del romanzo) è che comunque quando Martin ha scritto Games non aveva in mente tutto quello che avrebbe scritto in seguito [dubito che ce l'abbia anche adesso
] e quindi alcune cose messe lì a fare contorno o appena accennate hanno assunto la loro importanza solo in seguito... ovvio che questo non se lo possono concedere i produttori della serie
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