Perché ucciderlo?” si chiede Eddard Stark, e la risposta che riceve è quanto mai indicativa: “Aveva iniziato a fare domande”.

Lo scambio di battute si trova all’inizio del nuovo trailer di Game of Thrones, Poison, in cui viene anche affermato che il veleno è un’arma da donne. Ma davvero è sempre così e chi usa, o sceglie di usare, il veleno non può che essere una donna?

Le domande, ma soprattutto le loro risposte, possono essere mortalmente pericolose, come scopriranno a loro spese molti dei protagonisti delle Cronache del Ghiaccio e del fuoco di George R.R. Martin. Nei vari trailer fin qui diffusi da HBO ne abbiamo avuto qualche assaggio.

Jon Snow che chiede a Ned se sua madre sia viva, e questi che gli risponde che l’unica cosa importante è che, anche se non ha il suo nome, lui ha il suo sangue. Martin non ci ha ancora detto ufficialmente chi sia la madre di Jon, ma molti indizi hanno indirizzato i lettori verso una ben precisa risposta, ed è una risposta che affonda le sue radici molto lontano e dalle conseguenze difficilmente prevedibili. E malgrado ciò che può sembrare in alcuni momenti, c’è ancora modo perché la verità venga svelata.

Lo stesso Eddard che chiede della morte di Jon Arryn, e anche in questo caso la risposta giusta si trova nascosta sotto un tale strato di menzogne, sotterfugi e doppi giochi da lasciare il lettore (o, come probabilmente avverrà anche con la serie televisiva, lo spettatore) sbalordito. Perché non sempre la prima risposta è quella giusta, ma anche una risposta sbagliata può celare molte insidie.

Drogo che risponde “sì” a Viserys, e a mia memoria questo avviene una sola volta nei romanzi. Se quel “sì” precede la scena che ho in mente io, questo è un ennesimo caso in cui sarebbe stato meglio non fare troppe domande.

Le domande che attraversano la serie sono comunque troppe per elencarle qui, specie considerando che non ho intenzione di fare spoiler a chi non conosce la storia. Segnalo solo una delle immagini che si vede nel lungo filmato dedicato al dietro le quinte: il ritrovamento dei metalupi. Della mancanza di neve ho già parlato, quello che spicca in questo filmato è il famigerato corno di unicorno, noto solo ai lettori italiani. Ma visto che Martin non ha rivelato a noi nulla che non abbia fatto sapere anche ai lettori d’oltreoceano o ai produttori di HBO, il corno che ha ucciso la metalupa ha tanto l’aspetto di un palco di corna di cervo.

La differenza dalle parole del romanzo si spiega con il famoso errore di traduzione di Sergio Altieri, interessato in questo caso più a dare una patina fantasy alla storia che a una resa letterale del testo.

L’edizione italiana di Il trono di spade parla del rostro mutilato di un unicorno, ma nell’edizione originale il corno che ha causato la morte della metalupa appartiene a un cervo. E come il metalupo compare sullo stemma di casa Stark, il cervo compare su quello di Casa Baratheon, dalla cui famiglia discende l’attuale sovrano, Robert Baratheon. Si spiega così il fatto che alla vista della punta imbrattata di sangue sui cavalieri della guardia di Eddard scenda il silenzio.

 

Se i filmati di presentazione sono affascinanti, possiamo aspettarci grandi cose dall’intera serie televisiva.

Sabato 9 aprile Martin ha visto per la prima volta i primi due episodi nella loro forma integrale. Preoccupata del rischio di fuga di notizie o di immagini, HBO non aveva inviato nessun filmato a George nella sua casa di Santa Fe, invitandolo a recarsi a Los Angeles per poter vedere come era stato trasposto il suo romanzo. In passato Martin aveva declinato l’invito dichiarando di essere troppo occupato nella stesura di A Dance with Dragons per potersi permettere di perdere il tempo necessario a compiere il viaggio. Se stavolta è andato, è probabilmente perché sa che il volume non subirà alcun ritardo per colpa di questo viaggio.

George ha dichiarato senza mezzi termini che gli episodi sono spettacolari, e che li ama. Certo, ci sono dei cambiamenti, frasi che mancano nei dialoghi, azioni o anche intere scene, ma senza la possibilità di girare una serie due o tre volte più lunga era impossibile far rientrare in televisione tutto ciò che accade nei romanzi. La storia c’è, ed è questa la cosa più importante. Non ci sono cambiamenti immotivati, e a suo giudizio David Benioff e D.B. Weiss hanno fatto un lavoro straordinario.

Fra le differenze certe, a parte quanto abbiamo già visto, c’è la riduzione del numero dei personaggi presenti. Perciò l’unico dei suoi uomini con cui Eddard interloquisce è Jory Cassel, apparso in una manciata di filmati. E mancherà Ser Bryden Tully, personaggio che comparirà solo nella seconda stagione, sempre che questa prima abbia il successo sperato.

Perché la seria abbia successo gli spettatori dovranno essere molti di più dei lettori, visto che il pubblico televisivo è sempre enormemente più vasto rispetto al numero dei lettori. Certo è che l’interesse intorno a quest’opera sta crescendo in maniera esponenziale. Questa settimana A Game of Thrones (tradotto in Italia come Il trono di spade e Il grande inverno) è comparso al decimo posto della classifica dei tascabili del New York Times con la versione paperback e al 34° con la versione trade paperback, grazie all’interesse suscitato dai numerosissimi trailer e dalle recensioni entusiastiche comparse su un gran numero di testate.

Prevedibile l’effetto-traino dato negli Stati Uniti ai romanzi dalla serie televisiva, un po’ meno prevedibile era che lo stesso fenomeno si verificasse anche da noi, soprattutto perché ancora non sappiamo se riusciremo a vedere gli episodi.

Nella classifica che il sito ibs.it dedica settimanalmente al genere fantasy troviamo Il trono di spade (volume 1) al terzo posto, Tempesta di spade (volume 5) al quarto posto, Il grande inverno (volume 2) al quinto posto, I fiumi della guerra (volume 6) all’ottavo posto, Il regno dei lupi (volume 3) al nono posto, Il portale delle tenebre (volume 7) al tredicesimo posto, (volume 4) al quattordicesimo posto, L’ombra della profezia (volume 9) al diciassettesimo posto e Il dominio della regina (volume 8) al ventinovesimo posto nella sua versione tascabile e al settantaquattresimo in quella rilegata, ormai fuori catalogo. Insomma, su nove titoli tutti compaiono nei primi 30 posti, uno per ben due volte, e cinque volumi si trovano addirittura nella top 10. Solo J.K. Rowling è stata capace di fare di meglio nel periodo dell’uscita di un nuovo romanzo dedicato a Harry Potter o di uno degli adattamenti cinematografici tratti dalla sua saga.

I numeri sono importanti, basteranno a richiamare l’attenzione di qualche rete televisiva nostrana?

Per chi ancora non conosce la saga ma pensa sia giunto il momento giusto per incamminarsi nei Sette Regni sta per arrivare una ghiotta occasione.

Martedì prossimo arriverà nelle nostre librerie Le cronache del ghiaccio e del fuoco volume 1, volume dalle notevoli dimensioni - circa 1600 pagine - che conterrà i primi due romanzi ambientati da George in quella terra in cui le stagioni possono durare interi anni. Se per acquistare Il trono di spade, Il grande inverno, Il regno dei lupi e La regina dei draghi fino a ora bisognava spendere complessivamente 40,00 euro, con questo volume la cifra si ridurrà a poco più della metà. Almeno in libreria, l´inverno sta arrivando.