Con tutta l'accortezza, la cura e il rispetto possibili, spero; e con l'originale sempre alla mano, cercando, attraverso cambiamenti quasi impercettibili di dare a un classico tutta l'attenzione che meritava.
In questa riedizione si denota una particolare attenzione alle filastrocche, decisamente migliorate rispetto all’edizione “hardcover”. Dall’inno di Hogwarts fatto cantare da Silente alla canzone del Cappello Parlante fino all’enigma proposto da Piton. C’è stata una traduzione ex novo per quelle sezioni? Oppure una “semplice” riscrittura più attenta alla resa italiana?
Direi che si è trattato di una riscrittura volta a ripristinare una metrica più aderente a quella italiana e più attenta alle rime. Tutta farina del sacco di Stefano Bartezzaghi. Chi meglio di lui poteva cimentarsi con enigmi e filastrocche?
I romanzi per bambini e ragazzi sono da sempre i più “vivi” sotto il profilo linguistico, i primi a cedere all’obsolescenza, motivo per cui è opportuno che vengano rivisti spesso. Tuttavia, nonostante siano passati più di dieci anni dalla prima edizione italiana della Pietra Filosofale, come mai pubblicare questa versione rieditata adesso? Non c’è il rischio di trasformare una doverosa revisione in mossa commerciale, almeno nell’interpretazione del lettore “profano”? Non sarebbe stato più opportuno scegliere un altro momento?
Harry Potter è un classico e meritava di essere rivisto in modo attento. Ma serviva del tempo: il tempo necessario per staccarsene e ritornare a esso con occhi nuovi. La saga doveva chiudersi e si dovevano tirare tutte le somme; penso che la scelta di Salani di non aspettare l'invecchiamento naturale della prima traduzione sia stata dovuta al fatto che, concludendosi la saga, molti dettagli avevano preso nuovi significati. Come ho detto sono ormai due anni che lavoriamo a questo progetto e naturalmente prevediamo una revisione di tutti i libri della serie. Siamo solo all'inizio e abbiamo intenzione di lavorare con tutta la calma che richiede questa piccola 'impresa'.
Veniamo ora alle “dolenti note”: in rete si discute già molto della scelta di modificare il nome della casa di Tassorosso in Tassofrasso. Come si è arrivati a questa scelta? Quali alternative sono state prese in considerazione e poi scartate?
Ne abbiamo discusso molto anche noi. Come sapete il problema con le Case era abbastanza complesso. Non solo le Case portano il cognome del loro fondatore (che ha, guarda un po', sempre la stessa iniziale del nome), ma hanno anche un vessillo bicolore e una specifica divisa tinta unita quando si tratta di giocare a Quidditch. Ma attenzione! Queste informazioni non erano tutte contenute nel primo libro: J.K. Rowling le ha disseminate per bene lungo i sette volumi… La traduzione di Gryffindor, Slytherin, Ravenclaw in Grifondoro, Serpeverde e Corvonero ha sempre retto perché sia i colori che gli animali corrispondevano a quelli del blasone della rispettiva Casa. Non è stato così per Tassorosso. Ad un certo punto i libri hanno rivelato che gli studenti di Hufflepuff quando giocano a Quidditch indossano una divisa gialla e che i colori del loro stemma sono il nero e l'oro. Eravamo quindi in una posizione difficile. Che fare? Ritradurre tutti i nomi delle Case? Per quanto mi riguarda non avrei più dormito la notte per i rimorsi. Riportarli all'originale? Impensabile. Grifondoro, Serpeverde, Corvonero e Tassorosso per i lettori italiani erano i pilastri su cui si reggeva tutto il cosmo potteriano… Abbiamo deciso quindi di scardinare la regola del colore e di cambiare l'unica Casa che imprevedibilmente vi si era ribellata. Ora come la chiamiamo? ci siamo chiesti. Abbiamo guardato l'originale inglese, Hufflepuff: un'onomatopea, un sospiro che indica lo sforzo (uff…pff…), la fatica che fanno tutti gli studenti di quella Casa, lavoratori instancabili, ma non per questo meno dotati…TASSOFRASSO! ha esclamato qualcuno. Il gioco sonoro c'era. Era assurdo: un irresistibile nonsense. E ci è subito piaciuto tantissimo.
Rinnovata è anche la veste grafica del romanzo, più aderente all’edizione originale targata Bloomsbury. L’illustrazione di copertina è di Clare Melinsky e sono scomparse le immagini di Serena Riglietti. È stato abbandonato anche il font Lumos. Come lettrice più che come editor che ne pensi di questa scelta?
Penso che la copertina dica al lettore: "Attenzione, sono un classico, un libro senza tempo e per tutte le età". Per quanto riguarda il font… be', non credo che per i lettori sia fondamentale. Ma anche quello trasmette un messaggio: la nuova edizione è in Bodoni, un font leggendario, antico. Proprio quello che ci voleva per un grande classico.
Dopo Harry Potter e la Pietra Filosofale proseguirà la ristampa in edizione tascabile degli altri volumi della saga? Potresti anticiparci qualcosa su Harry Potter e la Camera dei Segreti?
Sì, l'intenzione della casa editrice è proprio questa.
Per quanto riguarda Harry Potter e la Camera dei Segreti sappiamo che i lettori più attenti si aspettano che venga fatto un po' di ordine sulla questione mudblood/halfblood. Quello che posso dire è che le loro speranze non saranno disattese.
6 commenti
Aggiungi un commentoLa signora Cagninelli non mi ha convinta per nulla sul fatto che questa riedizione non sia una pura speculazione commerciale. Questo perché ci troviamo di fronte a un prodotto che poteva essere una grande opportunità di una revisione linguistica seria ed è invece stata sprecata.
Anzitutto perché nel team ci sono figure che non servivano (gli esperti di contenuto, che per un’operazione squisitamente linguistica non possono apportare alcunché di rilevante e quindi lo considero solo un modo per riempirsi di nomi la… ‘ bocca del colophon’, per così dire); ci sono figure che danno il contentino di rappresentanza al fandom che così andrà a comprare il libro tutto contento,; ci sono figure dal nome di richiamo altrettanto inutili (Bartezzaghi) se non alla mera miglioria delle filastrocche e quindi gli si poteva senz’altro delegare quelle e stop.
Le uniche vere figure che avrebbero giovato all’operazione, oltre alle precedenti traduttrici ed editor che dovevano per forza esserci - su questo concordo - sarebbero stati un linguista e un traduttore madrelingua inglese. Di questi non vi è alcuna traccia e davvero non riesco a capire come si possa concepire un’opera di seria revisione linguistica senza due figure simili.
Peraltro noto che l’unico esperto potteriano con un po’ di cognizione di causa sulla questione linguistica, e che quindi sarebbe stato davvero utile - Ilaria Katerinov, autrice di un saggio appunto sui problemi di traduzione di HP - non è stata assolutamente contemplata.
Quanto al contenuto vero e proprio, sono state corrette ben poche cose, mentre risulta incomprensibile la scelta di ripescare l’originale dei nomi propri lasciandone invece qualcuno tradotto (tra cui il pessimo Piton) creando, ancor più di prima, l’effetto zoccolo e ciabatta, con l’aggravante che l’aumentata percentuale dei nomi anglofoni svantaggia la memorizzazione per il lettore italiano a digiuno di quella lingua (e cioè la maggioranza dei lettori). Quanto a Tassofrasso lo trovo una scelta semplicemnete delirante, che vedo non si tenta nemmeno di giustificare: considero infatti la spiegazione una tautologia, e quindi ancora mi manca il passaggio logico per cui da Hufflepuff si arriverebbe a Tassofrasso; né ho compreso perché fosse l’unico da modificare, visto che nemmeno Corvonero ha uno stemma nero e inoltre, visto che si voleva giustamente mandare all’aria lo schema cromatico- nominalistico precedente, non capisco perché non ripiegare su traduzioni semanticamente vicine agli originali.
Permangono poi scelte bambinesche come il Paiolo Magico, quando ci voleva davvero poco a ristabilire una traduzione più fedele.
Sulla resa stilistica non mi pronuncio perché dovrei confrontare le pagine nuove con gli originali inglesi e non ne ho avuto il tempo, quindi prendo per buono, per il momento, quanto afferma Pia sulle migliori rese di alcuni passaggi. Non mi sembra però che questo, da solo, giustifichi l’operazione dal punto di vista linguistico.
Spero che nel corso dei prossimi volumi si affianchino davvero a un linguista e a un madrelingua: ormai, per ragioni di continuità, i nomi propri sono andati sprecati, ma restano moltissimi incantesimi e oggetti che aspettano definizioni migliori. Se non altro si cerchi di salvare ancora il salvabile.
Spero che, almeno, non ci siano lucchetti
no, i lucchetti sono stati subito corretti nelle riedizioni tradizionali dell'ODF; tranqui
Ho molto apprezzato questa "riedizione" della saga, da molto speravo che si mettesse mano alle traduzioni per elaborare una versione più fedele all'originale
Spero che il secondo volume esca al più presto ^_-
Sono assolutamente contraria alla scelta di cambiare il nome della casa Tassorosso in "Tassofrasso". Il fatto che non regga con i colori e lo stemma non significa che debba diventare lo zimbello delle altre case. E' un nonsense, un gioco di parole, come detto dalla redattrice, ed è un gioco di parole stupido, data l'importanza che questa casa ha nel cuore di tutti noi appassionati. Personalmente dubito di comprare questa nuova edizione, che ha più contro che pro.
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