Sia da quest'opera, sia da altri tuoi libri traspare un forte interesse per la religione. Tu ti definisci uno gnostico. Vuoi spiegarci qualcosa in merito al tuo orientamento?
Lo gnostico, nel senso originale della parola, è colui che segue la conoscenza. Dato che io dubito di qualunque cosa – e il dubitare non è solo un fatto negativo, è anche positivo – posso dire “Dubito, ergo sum”. Vado dove mi porta la conoscenza, sono sempre pronto a cambiare idea.
Oltre a scrivere libri hai lavorato anche come editor e tieni corsi di scrittura creativa per chi vuole imparare il mestiere dello scrittore. In un'intervista di qualche tempo fa per Fantasy Magazine, Silvana De Mari ha espresso il suo parere in merito ai corsi di scrittura creativa definendoli in generale inutili. Come replichi a questa affermazione? Cosa insegni ai tuoi allievi durante i corsi?
In passato ho fatto editing professionale e scouting, ma per mancanza di tempo ho dovuto smettere questo genere di attività. Tuttavia, quando mi capita di leggere un libro interessante scritto da un autore nuovo, a volte lo propongo in maniera del tutto amicale a qualche casa editrice solo per dare una mano, perché mi fa piacere.
Ho tenuti corsi di scrittura in diversi posti: Liguria, Toscana, Sicilia e ne farò uno prossimamente a Bologna. Alcuni si terranno persino in agriturismo. Sull’opinione della De Mari penso questo: se io dovessi seguire un corso di guida veloce, non mi affiderei mai a chi ha fatto una serie di incidenti o a chi non ha mai vinto una corsa in vita sua. Al contrario, una persona che ha vinto qualche volte e che dimostra anche una buona capacità di insegnamento è degna di fiducia. Io ho cominciato a tenere corsi di scrittura un paio di anni fa. Non insegno né la grammatica, né la sintassi, insegno soprattutto i diversi tipi di linguaggio a seconda del target cui si fa riferimento, insegno il modo corretto di presentare un libro che ha delle potenzialità di successo, insegno a scrivere in maniera cinematografica. L'obiettivo dei miei corsi è cercare di portare lo scrittore il più possibile alla pubblicazione. Insegno non solo il tipo di scrittura che in questi anni può avere successo, ma soprattutto a comunicare; al lettore, ma anche alle figure intermediarie, cioè all'editore e all'agente letterario. Posso aver scritto il più bel capolavoro del mondo, ma se non sono in grado di farlo leggere a queste figure è inutile che lo abbia scritto. L'autore deve riuscire in cinque-sette righe a trasmettere l'idea del libro, il target di riferimento, lo stile narrativo e a fornire una sinossi. Il tutto in una pagina, in duemila battute al massimo, altrimenti non viene letto. Per questo è molto importante rivolgersi soprattutto a un agente letterario che creda nello scrittore, perché l'agente serio sa cosa serve ai vari tipi di editori.
Oltre alla scrittura nutri anche una grande passione per il cinema e per il teatro. Hai curato nel 1998 la sceneggiatura dello spettacolo La principessa delle stelle e ora collabori con Margot Produzioni di Roma. Cosa ami di più del teatro e del cinema e cosa stai preparando di nuovo in questi settori?
Ci sono due aspetti del teatro e del cinema che amo da sempre. Uno è il calcare le scene. L'altro è legato della scrittura. In questo momento mi sto dedicando a una sceneggiatura e a un paio di soggetti. Recentemente ho anche ripreso i miei vecchi trascorsi di attore, facendo l'introducer in un corto intitolato Heresìa, che credo sarà trasmesso presto nelle sale. Si tratta di una storia incentrata sulla caccia alle streghe e diretta dal regista Andry Verga.
Ho anche girato una docu-fiction molto importante su un problema che riguarda l'inquinamento degli inceneritori, un tema di cui nessuno parla. Si intitola Sporchi da morire, per la regia di Marco Carlucci. Qui interpreto la parte di un giornalista d'assalto e sono anche voce narrante. Verrà presentato a Venezia, a Berlino e in altre importanti località. Il problema degli inceneritori è che essi riducono in minuscoli frammenti ciò che bruciano e questi frammenti passano attraverso i filtri sotto una forma quasi eterea. In realtà sono componenti metalliche molto dannose, perché non riescono a essere filtrate dall'organismo umano.
Puoi svelarci qualcosa riguardo alle tue prossime pubblicazioni?
A fine anno uscirà un nuovo romanzo edito da Longanesi. Il contenuto è top secret, però posso svelarti due cose. La prima è che i lettori di 999. L'ultimo custode non rimarranno delusi, anzi troveranno pane per i loro denti. La seconda è che il mistero reale intorno al quale ruota questo nuovo libro è molto più grande di quello di 999. Quando mi venne l'idea feci una ricerca su internet, convinto che qualcuno avesse già scritto un romanzo sullo stesso tema, ma incredibilmente non è così.
Si tratta di una specie di muro che abbiamo davanti e di cui non ci rendiamo conto. Io cerco di girare intorno al muro, di passarci dietro e di renderlo trasparente. È una storia meravigliosa, umanissima, che ha dell'incredibile. Quando verrà fuori, come è successo al mio agente e al mio editore la prima volta che hanno letto il libro, direte: “Non ci avevo mai pensato, eppure è vero”.
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