Uno stralcio dei commenti rilasciati da Steven Spielberg, Harrison Ford, George Lucas e dalla produttrice Kathleen Kennedy sulla nuova avventura del professor Indiana Jones:
Spielberg: “Quel che mi piace della vecchia trilogia è che sono stati girati nella vecchia maniera, il digitale non era stato ancora introdotto e quindi tutte le acrobazie erano proprio come quelle che si vedevano nei film muti fino all’avvento dei primi sonori, nella tradizione della vecchia Hollywood. Penso che quarto film, invece, alcune delle scene più spettacolari e rischiose saranno girate in digitale, per essere al passo con i tempi, per così dire, e per evitare che qualcuno si possa far male”.
Ford: “Mi compiaccio di essere stato il protagonista della trilogia. Ho potuto metterci qualcosa di più personale rispetto a Guerre Stellari proprio perché ero il personaggio principale. E’ stata un’esperienza meravigliosa e quindi sono felicissimo di viverla ancora”.
Spielberg: “Circa tre anni fa Harrison espresse una certa nostalgia per il personaggio e mi disse che se io fossi stato interessato alla realizzazione di un altro episodio lui mi avrebbe seguito... e questo mise in moto tutto il meccanismo”.
Lucas: “Stiamo diventando vecchiotti e, per essere onesto, ero piuttosto riluttante a realizzare un quarto episodio, ma dovevo affrontare questi due ragazzi. Harrison e Steven si erano intestarditi e mi hanno detto «Vogliamo davvero farne un altro»”.
Kennedy: “Ho sempre dichiarato: «Se volete vedere il mondo, o vi arruolate nell’esercito o realizzate un film di Indiana Jones»”.
6 commenti
Aggiungi un commentoFinalmente un altro libro che è scritto non (solamente) per la storia in sé, ma anche per il lato psicologico. Il fatto che un fantasy faccia riflettere è un'ottima cosa, difficile da trovare, e che pochi autori utilizzano. Per fortuna che c'è Andrea D'Angelo
"gumpismo"
S'è sta roba?
Forse lo prendo grazie alla recensione... anche a me le 2 triologie del Demone mi avevano fatto dubitare moltissimo su questo nuovo acquisto...
Ciao
Anche io ci sono rimasto un po' basito a leggerlo. Penso sia un neologismo su Forrest Gump, gumpismo cioè essere o comportarsi come lui
Ci ho azzeccato?
il recensore non risponde, ma penso proprio sia così: un neologismo sul comportarsi come Forrest Gump. Leggendo la recensione un pò si capisce
Non ho risposto perchè mi sono perso la discussione… mi scuso con tutti. ops:
Il gumpismo è un terribile neologismo nato in America subito dopo l’avvento del film Forrest Gump. Fa riferimento alla possibilità da parte di tutte le persone “svantaggiate” di eccellere in qualcosa. Non importa se Forrest Gump era “ritardato”, come disse il preside a sua madre quando voleva iscriverlo al college: è diventato un eroe di guerra, un genio del ping pong, un ricco imprenditore… Insomma, vuol dire “tutti ce la possono fare”.
Fin qui tutto bene, anzi, dovrebbe proprio essere così. Però in America il concetto era stato spinto all'eccesso: tutti gli svantaggiati ce la DEVONO fare (come pure, tutte le persone, a prescidere dalle loro qualità, devono poter accedere ai posti di comando). E’ obbligatorio, anzi, pare quasi che debbano riuscire a eccellere proprio perché hanno meno mezzi degli altri. E in questo senso l'espressione ha acquisito un’accezione negativa.
Applichiamo il concetto al libro di Salvatore: il protagonista è un portatore di handicap che diventa eroe. A volte questa trasformazione pare un po’ troppo eccessiva, esagerata, quasi forzata. Proprio come Forrest che diventa miliardario, eroe, sportivo acclamato e trasforma tutto quello che tocca in oro. Ma la di là di qualche esagerazione Il bandito è proprio un gran bel libro.
Vorrei solo precisare una cosa: dico queste cose in maniera asettica, senza esprimere commenti. Non vorrei aprire una discussione, che sarebbe infinita, sul tema “gli svantaggiati devono eccellere/gli svantaggiati devono prendere atto dei loro limiti”. Ognuno di noi deve avere le stesse opportunità e la stessa dignità degli altri. Punto.
Andrea
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