FantasyMagazine ha sempre dato conto ai propri lettori, oltre che delle normali notizie e approfondimenti su uscite librarie, cinematografiche e ludiche, anche degli umori che attraversano la rete e che investono il genere Fantastico.

E allora non  poteva esimersi dal segnalare quanto successo la scorsa settimana, dei fatti che hanno visto coinvolti alcuni autori italiani da un lato e gli ormai ben tristemente noti detrattori a prescindere che pullulano su certi blog e su certi forum (e che una  tantum si ripresentano puntualmente anche sul nostro, postando link che possano incrementare la diffusione del loro verbo).

L’antefatto: Un troll, commettendo un reato, si è appropriato dell'identità di Lara Manni, autrice dei romanzi Esbat e Sopdet, e ha postato un commento volgare, e sprezzantemente aggressivo sul blog di G.L. D’Andrea, autore della trilogia di Wunderkind. Una volta scoperto, l'autore, che ha rivelato di essere un adolescente, si è scusato, Per essere precisi, davanti alla minaccia di una denuncia alla polizia postale, e' emerso e si e' dichiarato come un quattordicenne annoiato, presentando la cosa come un'implicita circostanza esimente, giustificando il gesto col fatto che anche in altri luoghi da lui frequentati in rete si prende di mira D’Andrea come se niente fosse. 

D’Andrea reagisce chiudendo il proprio blog, la Manni scrive un post sulla vicenda, che trovate in coda all'articolo, che rimbalza poi sul blog di altri autori italiani e, naturalmente, sui blog e forum dei detrattori di professione del fantastico italiano.

È contro di lei che si sono scatenate le ire di questi soggetti che l'accusano di "vittimismo".

La reazione è stata quella un di “branco”, con vere e proprie colpevolizzazioni: “non sa stare allo scherzo”, “non sa rapportarsi con i lettori". Inaudito. Inaccettabile. 

Come se stare sulla rete significhi "andarsela a cercare", come se automaticamente gestire uno spazio telematico, senza scopo di lucro, cercando di barcamenarsi tra vita professionale e quella che è una passione, un hobby, significhi dover implicitamente accettare che questi spazi vengano aggrediti. 

Un ragionamento, mutatis mutandis, che ricorda quello di chi, di fronte a una violenza o una molestia sessuale afferma che "ma se gira in minigonna poi è normale che sia molestata".

No, non funziona così. 

È chiaro che deve esser vero il viceversa, ossia anche chi tiene uno spazio in rete, scrittore o blogger che sia, deve ricordarsi dei propri doveri di ospitalità nei confronti di chi vuole un confronto sereno, l'utente, che non può essere trattato da "utonto" o peggio. 

Rispetto reciproco e pari dignità dei soggetti sono elementi imprescindibili.

I detrattori cercano di giustificarsi affermando di non aver mai infierito sulle persone degli autori ma solo sui libri, mentre dall'altro lato la discussione si arricchisce di interventi di autori e operatori come Francesco Falconi, Loredana Lipperini, Licia Troisi, con post sui loro blog, con commenti di Barbara Baraldi, Wu Ming e altri, nonché di lungo articolo di Affari Italiani. Tutti denunciano  l'atmosfera di rissa, linciaggio e aggressione costante in cui si cimentano personaggi che non hanno nulla a che fare con il mondo professionale, né hanno una pur legittima aspirazione a entrarvi in modo costruttivo.

Una fazione che usa termini inaccettabili in qualunque gruppo civile, che si è prefissa come obiettivo il boicottaggio del fantastico italiano.

Va osservato che ai detrattori è sempre sfuggita e continua evidentemente a sfuggire, a giudicare dai contenuti delle proprie difese, la differenza fra critica al libro e critica all’autore. Non basta tenere esente la vita privata di uno scrittore per chiamarsi fuori causa: quando dall’esame del contenuto del libro si irride comunque a vario titolo alla persona di chi l’ha scritto, il confine è già stato ampiamente valicato, e tuttavia il distinguo è evidentemente troppo sottile per essere afferrato da tutti. 

C'è da riconoscere che la stessa Manni (come anche altri autori o blogger), ha avuto rapporti di cordialità telematica con qualcuno di quei siti, nella convinzione che potesse costruirsi un dialogo basato sulla comune passione forse, non so. Questa è almeno la motivazione che mi ha spinto in alcune occasioni a partecipare ad alcune discussioni in alcuni siti, quando FM è stato coinvolto direttamente, anche per difendere il nostro operato o chiarirlo. 

Accettiamo le critiche, sono linfa vitale per spronarsi a lavorare meglio, ma non partendo dal presupposto di malafede dell'interlocutore e soprattutto senza coinvolgere le persone nel discorso, che deve vertere sulle opere. Cerchiamo sempre di dare il beneficio del dubbio ai nostri interlocutori. Onestamente, ci siamo sbagliati anche noi.

Ma da questi tentativi abbiamo maturato la convinzione che un certo modo di agire, semplicemente, non va legittimato, mai e in nessun caso. Anche se (per furbizia o per autoassoluzione) qualche volta bofonchiano qualche parola positiva. Ma anche l'orologio fermo segna l'ora giusta, due volte al giorno.

Parliamo lingue diverse: questa è l'unica morale. 

Immagine presa da http://leganerd.com/2011/02/10/il-cervello-del-troll/
Immagine presa da http://leganerd.com/2011/02/10/il-cervello-del-troll/

Se pur con buone intenzioni, con le discussioni sui forum e sui blog si è creato anche tanto rumore di fondo e sollevata tanta polvere. Ma c'è da osservare che è l’utente Barbara, commentando sul blog di Lara Manni a cogliere il vero dato importante, il vero umore degli appassionati che sta reagendo per la prima volta in massa compatta a un certo modo di fare "critica":

"C’è una parola che si chiama etica, ed è una parola in cui credo, e in cui, grazie al cielo, una bella fetta d’Italia ricomincia a credere. Non è invadendo un blog con le risatine e le smentite che vi fanno “salvi” legalmente che cambierete l’opinione che, attenzione, non riguarda voi

nel particolare, ma un atteggiamento di cui voi siete esponenti, lo vogliate o no. Buttare tutto in caciara, il commentino, la strizzatina d’occhi. Il divertimento. C’è altro. E persone che vogliono altro. E il fatto che siate qui in massa a tentare una difesa disperata testimonia una cosa. State perdendo. Per fortuna."

FM si accoda al post con un sentitamente partecipe "amen!".

Ai professionisti, o a chi, come ritengo sia onesto dire, lavora per hobby ma cercando la cura professionale, spetta dire di no, opporsi alla selezione naturale, all'atteggiamento predatorio di sopraffazione.

Noi qualcosa di costruttivo per il fantastico, tutto, in tutte le lingue, riteniamo di averlo fatto e di continuare a farlo.

Continueremo a osservare con interesse la scena, a fianco di chi lavora in tal senso. Il che non significa che non eserciteremo il nostro diritto di critica. Nessuno su FM dirà mai che "il rancio è ottimo e abbondante". Ma lo faremo nell'unico modo che conosciamo, quello costruttivo.