Che cosa sta succedendo? E’ stolida mancanza di idee? E’ specchietto per le allodole, ovvero richiamo per chi nulla sa di Cinema, o disperato tentativo di coinvolgere i cinèfili in un inutile giochino di riconoscimento delle fonti? Sinceramente, sembra che non ci sia più un'idea nuova, che Hollywood stia vivendo l’ennesima stagione del remake, la cui importanza per la storia del Cinema è tutta da dimostrare, a meno che ormai tutto si riduca alla guerra del botteghino, una sorta di blitzkrieg abbastanza umiliante da un punto di vista artistico.

C’è effettivamente bisogno di un altro King Kong? Il tonfo della versione anni ’70 dovrebbe essere sufficiente a dimostrare che l’assunto mostra la corda e che non si può trarre più linfa di tanto da La Bella e la Bestia...

D’accordo, è il film preferito di Peter Jackson, potrebbe essere il premio da lui meritato per aver portato ossigeno a un’industria asfittica, ma il gioco non vale la candela; sarebbe forse meglio, se proprio lo si considera un Genio (c’è chi non concorda, ma accettiamolo), mettergli a disposizione qualcosa di nuovo, ben scritto e congegnato che faccia risaltare il suo talento.

E non parliamo di Troy, altro argomento che, tanto per essere ottimista, definirei sfruttato...

Dov’è la differenza con i “polpettoni” della nostra gioventù? Certo, ben altri sono i costi di produzione, Gordon Mitchell e Moira Orfei non sono Brad Pitt e compagni, e la flotta della attuale versione (magari un po’ troppo numerosa) fa scomparire quel paio di pietose ciabatte ancorate nel porto di Anzio, ma la sostanza rimane quella che conosciamo.

Immaginiamo che qualche giovane regista, magari anche talentuoso, decida di realizzare il remake di Ultimatum alla Terra film che a mio parere fece maturare il genere Fantascienza, non fosse altro che per i suoi nobili suggerimenti antifascisti: tutto si perderebbe nel trionfo degli effetti speciali e il pupazzone Gorth diverrebbe il punto focale della narrazione (a proposito, per chi non ha capito la citazione goliardica di Sam Raimi ne L’armata delle tenebre, la criptica frase “Klaatu Bharada Nìktoh” non sta nel Necronomicon...) .

Notizie private – amici, praticamente – tutte da riscontrare mi danno come prossimo un remake de Il Risveglio del Dinosauro (The Beast from 20.000 Fathoms, Ray Harryhausen/ Eugene Lourie, 1953). Il film, tolta l’ispirazione di base, quasi uno sketch di Ray Bradbury, non è un capolavoro, e andrebbe oggi letto come omaggio alla fantastica tecnica artigianale di Harryhausen, ormai desueta, modernizzarlo non avrebbe senso.

Avrete presente il caso lampante, e fiasco relativo, di Godzilla, che aveva senso solo nell’ottica dell’ “invasione” cinematografica giapponese di cinquant’anni fa (e ricordiamo che Ishiro Honda non fu solo creatore di mostri infantili e caserecci, ma anche collaboratore di Kurosawa...).

In questa desolante carenza di idee nuove, stessa sorte avrebbero, Dio ce ne scampi, i remake di classici famosi alla loro epoca sia per gli effetti speciali che per la trama, che so, Il Pianeta Proibito oppure Radiazioni BX: Distruzione Uomo (che Matheson e Jack Arnold perdonino i responsabili del titolo italiota). D’accordo, quando si andava a scuola copiare il compito dal compagno più bravo, apportando variazioni strategiche, era un’operazione difficile e, soprattutto se il professore era smaliziato, l’originalità pagava di più.