Il libro parla di dèi greci, assassini e numeri sconosciuti/anonimi. Vedo che l'influenza di Xena o di Hercules c'entra poco con questi nuovi "dèi"! com'è nata l'idea della "Forma" e della "Materia"? Hai fatto ricerche prima di scrivere?

I concetti di Forma e Materia li ho derivati dal filosofo Aristotele. Anche se la mia è una interpretazione molto libera.” Aristotele si rivolterebbe nella tomba. “La Forma informa la Materia, cioè la struttura dalle sue basi più profonde. Così la Forma della Morte, il desiderio di morire, dà l’aspetto e lo scopo al corpo della bambina che la ospita. E da questa unione di Forma (Morte) e Materia (bambina) nasce Persefone, con la sua voracità e le sue nevrosi. È la Forma che determina l’essenza della Materia, e così le passioni fanno con i corpi umani che modellano. ” Adesso io sono la Forma della Noia, tanto per fare un esempio. Ma ora li interesso io. “Nella domanda che mi è stata posta leggo “numeri sconosciuti/anonimi”. Sfrutto l’occasione per rispondere alla critica che mi è stata rivolta su questo punto: il numero da cui arrivano i messaggi è sconosciuto, non anonimo. Sotto i messaggi deve esserci scritto “sconosciuto”. Non “anonimo” né “privato”. Non è una svista, è una chiara scelta di trama. E il motivo è evidente alla fine del romanzo.

Parlaci di Sara. Perché hai scelto una protagonista così grintosa, testarda e fuori dai comuni personaggi fantasy che ci sono in giro? E perché hai scelto proprio il genere Urban Fantasy?

Se c’è una cosa che odio, sì, proprio che odio, è immedesimarmi nelle protagoniste senza midollo promosse dalla moda fantasy di oggi. Donne piatte, piagnucolone, svenevoli. Spesso anche stupide.” Inerti come i pomodori di mio zio! No, questo non lo dico, meglio non esagerare. “Sara invece è un personaggio che deve trasmettere sensazioni forti. Deve prendere decisioni sgradevoli. Se piange deve avere un ottimo motivo. Quando ho pensato a lei, volevo una protagonista completa, che una volta chiuso il libro rimanesse in testa. Non la solita ragazzina in attesa del belloccio di turno. E quindi tengo a dirlo in questa sede, visto che spesso altri hanno fatto confusione: io scrivo urban fantasy, non paranormal romance. Nel mio romanzo la storia d’amore fra Sara e Marte, se così si può definire, non è ciò su cui si regge la trama.” Forse ho esagerato? Ma no, meglio essere chiari. Com’era l’altra domanda? Ah, sì. “Ho scelto l’urban perché mi piace miscelare elementi fantastici alla realtà di tutti i giorni. Sono stata influenzata fin da bambina da ciò che leggevo e adesso ogni volta che immagino una storia nuova inserisco l’elemento fantasy in automatico.

Com'è nato il personaggio di Marte? Ti sei divertita a descrivere il suo carattere e a mettere in difficoltà Sara?

Marte è stato un casino!

Marte ha avuto una genesi travagliata. Nella prima stesura era troppo simile al belloccio di cui sopra, così mi sono divertita a buttarlo per aria. Ho sbrigliato l’immaginazione e via con pulci e proverbi. In realtà tutto, dalla pelle che puzza di sangue alle esplosioni, ha un legame con la sua Materia e con la Forma della Guerra di cui si compone. E sì, è stato molto, molto più divertente scrivere di lui e Sara, dopo che l’ho… migliorato.

Ami la scrittura e presumo che ti piaccia anche leggere. Il tuo libro mi ha riportato vagamente in mente American Gods di Neil Gaiman, lo hai letto? Quali sono gli scrittori che ti hanno "ispirato" (non solo per la stesura di Numero Sconosciuto)? Hai una storia e uno scrittore preferiti?

Oddio e ora che dico? “Orchi” di Nicholls? No, in fondo mi piaceva solo Jennesta. Forse “Ilium” di Simmons? Ma va, per metà libro ho dormito. E non è il caso di parlare di Dei e nanotecnologia, farei la figura della novellina. Ci sono!

Il mio libro preferito in assoluto è “Harry Potter”, letto da piccola. Credo sia grazie a quello che ho cominciato a pensare in modalità fantasy. Un ciclo che mi è piaciuto molto da grandicella è stato “Landover” di Brooks, per via della Strega del Crepuscolo. Per molto tempo ho letto i libri di King, senza disdegnare romanzi di altri generi. “Cuore d’Acciaio” di Swanwick, letto da poco, occupa un posto d’onore. Per quando riguarda Gaiman, sì, l’ho letto. Ma “Numero sconosciuto” non ha nulla a che vedere con “American Gods”. Lì si trattava di divinità vere, nel mio caso gli Dei sono solo un veicolo per mostrare le passioni dell’essere umano. A dirla tutta, non credo di avere avuto una fonte d’ispirazione specifica. La mia ispirazione è nata dalle esperienze e dalle letture fatte negli anni.

Einaudi ha aperto le porte al fantasy solo da qualche anno, con Gli eroi del crepuscolo di Chiara Strazzulla, e sta continuando ad avvicinarsi al genere. Ha inserito al catalogo della casa editrice la collana "Mood", dedicata ai libri per young adults. Sei giovane e alle prese con la tua prima pubblicazione presso una delle case editrici italiane più antiche e importanti. Come si è avverato questo sogno di entrare a far parte del gruppo Einaudi? Cosa consiglieresti agli scrittori alla ricerca di un editore che ci stanno leggendo in questo momento?

Innanzitutto: fate un buon lavoro. Studiate manuali di tecnica narrativa ed esercitatevi ad applicarne le regole. Scrivete giornalmente, se potete. Lavorate sul vostro romanzo e rivedetelo fino alla nausea, con cognizione di causa. Questo, sia io che voi, lo dobbiamo fare per essere bravi scrittori, per migliorarci e per non far buttare i soldi a chi ci legge. Poi: evitate le case editrici a pagamento. Non date i soldi a quei mentecatti, neanche se vi chiedono 50 euro. Un ultimo consiglio: spedite il manoscritto a più Case Editrici, a iniziare da quelle più grandi. Anche se è un consiglio banale, va bene dirlo. A me dopotutto Einaudi ha risposto.

Ci sarà un seguito di "Numero Sconosciuto"? Hai altre storie nel cassetto che vorresti tirare fuori?

Sto scrivendo il seguito in questi mesi. Non so quanto ci metterò, perché voglio che sia un romanzo più bello di quello che ho appena pubblicato. Inoltre, al punto di vista di Sara si aggiungerà quello di un altro personaggio e devo essere ancora più attenta. Storie nel cassetto ne ho tante, ma chissà quanto si modificheranno prima che possa metterle su carta. Ne sto elaborando una in particolare, legata ai miei studi di diritto. In ogni caso se ne riparlerà forse tra qualche anno. Per ora il mio impegno è Sara.

Ancora grazie Giulia per questa intervista e soprattutto non mollare e in bocca al lupo!

Grazie a voi per queste belle domande.

E crepi crepi crepi crepi!