Primo saggio in forma antologica dedicato all’universo di J.K. Rowling, Potterologia (Camelopardus) ha l’obiettivo di ricostruire una visione d’insieme del magico mondo di Harry Potter a partire da sguardi parziali, innescando un processo induttivo dal particolare al generale. Vista l’eterogeneità dei temi trattati, che spaziano dall’illustrazione alla traduzione, dall’amicizia alle Fiabe di Beda il Bardo (per citarne solo alcuni), dedicherò a ogni saggio un approfondimento specifico. In generale, va rilevato che Potterologia, a cura di Marina Lenti, è un progetto innovativo per il panorama italiano che unisce la forma antologica alla saggistica potteriana e alla beneficienza. Il volume si presenta molto accurato sotto il profilo grafico, con un’ottima copertina di Giovanni Nori e le illustrazioni interne di Barbara Lenti Livraghi che avrebbero meritato più spazio. A fare da collante tra un “as-saggio” e l’altro, gli intermezzi narrativi di Livia Rocchi, che accompagnano man mano che si procede nella lettura. Da segnalare che il ricavato dai diritti d’autore di Potterologia verrà devoluto alla Fondazione Theodora Onlus (www.theodora.it), che si occupa di rallegrare la degenza ospedaliera per i pazienti più piccoli praticando la terapia del sorriso.
Luci dall’Ombra: tracce archetipiche in Harry Potter, di Rita Ricci
In questo primo “as-saggio”, la psicologa e psicoterapeuta Rita Ricci, veterana della letteratura parapotteriana (suo Harry Potter e l’avventura di crescere, EdUP, del 2002), focalizza l’attenzione del lettore sul processo di maturazione affrontato da Harry nel corso della saga: per divenire “eroe”, adempiere il suo destino e camminare nella Luce, Harry è venuto a patti con l’Ombra, la parte del Sé che ognuno di noi fatica ad accettare. Interessante e approfondito pur nella sua brevità, Luci dall’Ombra riesce ad avvicinare il lettore profano a un classico della psicologia come Carl Gustav Jung risultando perfettamente chiaro e mai noioso, e fornisce interessanti spunti su cui riflettere anche a lettura terminata.
(Voto: 5/5)
Tutti i volti di Harry: dalle illustrazioni ai film, di Chiara Codecà
Se vi siete mai chiesti se e come cambiano le copertine e le illustrazioni interne di Harry Potter da un Paese all’altro, Tutti i volti di Harry: dalle illustrazioni ai film, di Chiara Codecà (autrice delle illustrazioni interne de L’incantesimo Harry Potter, della Delos Books), è l’“as-saggio” che fa per voi. Il saggio si sviluppa come una carrellata, corredata di immagini concesse dagli editori stranieri, delle copertine e delle illustrazioni interne dei libri di Harry Potter, ponendo l’accenno sulla mancanza di un illustratore, come per esempio John Howe per il Signore degli Anelli, che ha lasciato un imprinting nell’immaginario collettivo dei lettori di Harry Potter a livello globale. Pur interessante, il saggio è penalizzato dalla sua stessa natura che, ponendo l’accento su un tema così specifico, manca di lanciare al lettore input duraturi.
(Voto: 3/5)
Eutrapelia, ovvero la magia del buonumore, di Luisa Vassallo
Eutrapelia, ovvero la magia del buonumore è il terzo “as-saggio” (termine particolarmente indicato per la Vassallo, autrice di A tavola con Harry Potter, Ancora, 2007) del volume, di Luisa Vassallo. Il saggio pone l’accento sullo stretto legame tra ottimismo, creatività e felicità e sull’importanza che questi tre fattori rivestono nella saga di Harry Potter, in cui un sorriso è il segreto per sconfiggere le proprie peggiori paure. Pur prendendo spunto da un’idea originale, lo sviluppo del saggio non mantiene le buone premesse, soprattutto per l’assenza di una solida base metodologica a sostegno delle tesi di Luisa Vassallo.
(Voto: 2/5)
I 7 volti di Voldemort al cinema, di Valentina Oppezzo
Già autrice del saggio Harry Potter al cinema, Le Mani, 2010, Valentina Oppezzo torna ad analizzare la saga cinematografica tratta dai romanzi di J.K. Rowling, questa volta concentrandosi sui sette volti del Signore Oscuro, Lord Voldemort. Parassita del professor Raptor o giovane e brillante studente di Hogwarts? Orfano inquietante o serpentino Ralph Fiennes? Oltre ad approfondire con cognizione di causa il tema da lei scelto, Valentina Oppezzo riesce a inserire nella sua interessante analisi una sottile nota di humor che sulle prime si coglie difficilmente. Il risultato è una scrittura fluida, che conquista per il “come” oltre che per il “cosa”.
(Voto: 4/5)
Mamma o non mamma: la sfida di essere madri nel mondo di Harry Potter, di Amneris Di Cesare
Appassionata della saga di Harry Potter, ghost writer e webmistress del forum/laboratorio per scrittori esordienti F.I.A.E., Amneris Di Cesare si focalizza sulla figura materna nella saga di Harry Potter attraverso l’analisi di donne molto diverse tra loro: Lily Potter, Merope Gaunt, Petunia Dursley, Augusta Paciock, Narcissa Malfoy, Walburga Black e Molly Weasley. Pur non ricchissima sotto il profilo metodologico, la comparazione tra le scelte effettuate da queste madri (perché come ci ricorda la Rowling, “sono le nostre scelte che dicono chi siamo veramente, molto più delle nostre qualità”), è interessante e offre spunti di riflessione soprattutto quando a essere analizzate sono figure come Merope Gaunt e Walburga Black poco approfondite nella saga.
(Voto: 3/5)
Non svegliate il drago che dorme: il mondo animale in Harry Potter, di Chiara Valentina Segré
Appassionata di Harry Potter dal “lontano 2000” – citiamo la sua biografia – Chiara Valentina Segré ha infuso il suo amore per la natura e gli animali nel saggio Non svegliate il drago che dorme: il mondo animale in Harry Potter. Partendo dall’analisi del mondo animale nell’universo magico, con Gli animali fantastici: dove trovarli come principale fonte di riferimento, la Segré riesce a spaziare inserendo nel saggio riferimenti pertinenti alle condizioni degli animali nel mondo babbano. Diritti degli animali, allevamento sperimentale e rapporto uomini-animali i temi principali del saggio, interessante e in grado di offrire ottimi spunti anche lontani dall’argomento di partenza.
(Voto: 4/5)
Famiglie magiche o famiglie babbane? Forse solo famiglie…, di Francesca Cosi & Alessandra Repossi
Il saggio si sviluppa come un’analisi comparativa di quattro famiglie diversissime l’una dall’altra: i Dursley, i Malfoy, i Potter e i Weasley. Se le prime due rappresentano indubbiamente due modelli familiari negativi, le ultime due, da cui provengono Harry e Ron, sono famiglie tipo positive, di cui l’amore è elemento centrale. Il problema di Famiglie magiche o famiglie babbane?, di Francesca Cosi & Alessandra Repossi, entrambe attive in ambito editoriale come traduttrici, autrici e titolari dello studio editoriale Cosi&Repossi, è che l’analisi manca di mettere in evidenza elementi realmente innovativi, e le argomentazioni proposte dall’“as-saggio” suonano quasi già sentite.
(Voto: 2/5)
Doni o reliquie? Appunti sulla traduzione di Harry Potter 7, di Ilaria Katerinov
Già autrice, sempre per Camelopardus, di Lucchetti babbani e medaglioni magici, Ilaria Katerinov torna ad analizzare il processo di traduzione della saga di Harry Potter, questa volta con un focus specifico sul settimo e ultimo volume di J.K. Rowling. Il saggio si concentra su due dei principali problemi traduttivi legati a Harry Potter and the Deathly Hallows: gli hallows, doni quindi, ma anche reliquie o pegni, e la Elder Wand, la Bacchetta Suprema o la Bacchetta di Sambuco. L'analisi presenta degli spunti interessanti, soprattutto sulla traduzione del termine hallows; meno riuscita la riflessione sulla traduzione della Bacchetta di Sambuco, in inglese elder, dal doppio significato di "sambuco" e "superiore", "antico", accessibile a ogni lettore che si è cimentato nella lettura in inglese oltre che in italiano.
(Voto: 3/5)
La Compagnia di Hogwarts: l'amicizia nella saga di Harry Potter, di Paolo Gulisano
Considerato uno dei massimi esperti tolkieniani d'Europa, Paolo Gulisano, già autore di numerosi saggi su J.R.R. Tolkien, C.S. Lewis e Peter Pan, affronta il tema dell'amicizia per come viene presentata da J.K. Rowling. La profonda conoscenza di Gulisano di Tolkien e Lewis pesa sul saggio, finendo per penalizzarlo: i contenuti non mancano, eppure sembrano in un certo qual senso svincolati dalla saga di Harry Potter, che pure dovrebbe essere il tema dominante dell'antologia. L'analisi dei rapporti d'amicizia presenti nella saga finisce per risultare incompleta e non documentata da esempi sufficienti.
(Voto: 2/5)
La Fonte della Buona Sorte: un'allegoria alchemica, di Marina Lenti
Invece che sui canonici sette volumi della saga di Harry Potter, in questo saggio Marina Lenti (L'incantesimo Harry Potter, Delos Books 2006, Harry Potter a test, Apha Test 2007) si concentra sulla fiaba della Fonte della Buona Sorte, presentata dalla Rowling nelle Fiabe di Beda il Bardo. La fiaba conterrebbe infatti diversi spunti che sembrano confermare la dichiarazione della Rowling di aver studiato alchimia per scrivere Harry Potter. Partendo da uno spunto inedito e senza dubbio originale, Marina Lenti chiude gli "as-saggi" di Potterologia facendoci sperimentare il sapore dell'alchimia, lasciando al lettore la voglia di rileggere le Fiabe e di penetrare - per quanto possibile per noi Babbani - i segreti alchemici di Nicolas Flamel. Unica "pecca" il limite di battute a disposizione, perché alcuni passaggi, che avrebbero meritato più spazio, rischiano di apparire troppo veloci.
(Voto: 4/5)
10 commenti
Aggiungi un commentoEheh, OT: per le congrat. c'è un altro post . Battute a parte, grazie Marina
La parte che mi ha interessato di più della recensione, come già si è capito, è l'aspetto psicologico, in questo caso i riferimenti agli archetipi di Jung: a mio avviso ci sarebbe molto da dire, senza limitarsi alla figura di Harry.
ops, non sapevo che se ne fosse discusso!
Comunque, il numero di trame e sottotrame non mi sembra sia cosa così notevole, Per sentito dire, mi sembra che opere come beautiful o sentieri condividano con hp questo aspetto.
Ritengo che anche star wars e star trek rappresentino fondamenta di vetro per tutto quello che ci è stato costruito su.
Che poi un fenomeno sia un fenomeno di costume, bhe, anche grande fratello.
Magari certe cose non si colgono perchè non ci sono
io ho parlato di TEMI contenuti nelle trame e sottotrame, Beautiful avrà mille sottotrame ma alla fine ha un tema solo: prima o poi tutti si fanno tutti (sod off il censuratore automatico di questo forum)
su SW e ST non mi addentro perché, pur piacendomi, non li ho mai vissuti da vicino. Quanto al GF, anche qui tu prendi una parola dal mio discorso per tirare acqua al tuo mulino: io non ho detto che HP è solo fenomeno di costume, ho detto che è ANCHE quello. Il GF è solo quello
questione di punti di vista. E magari si dovrebbe giudicare dopo aver letto quanto è stato scritto in merito, per poter dire che è davvero solo 'vetro'...
le vitree fondamenta, cioè hp, sono state lette (addirittura i primi 5 ben due volte).
Ora non so di cosa trattino nello specifico molte serie TV, ma credo che oltre al sesso, in anni, si sia parlato di malattie, amicizia, e quant'altro. Il sottolineare come nelle trame ci siano temi mi pare lapalissiano.
Che il GF sia solo fenomeno di costume mi trova concorde, ma sono sicuro che si possono trovare frotte di psicologi, sociologi e scienziati della comunicazione che ci si sbrodolano.
Non so, veramente mi pare di parlare una lingua diversa... Ci riprovo...
mi riferivo alla saggistica di cui contesti la solidità. Tanto più che questo è il thread della recensione, non della mera segnalazione d'uscita, ergo è un thread che dovrebbe ospitare commenti di chi ha letto Potterologia
Frankifol, porca miseria, leggi bene il mio post: ho detto che la fecondità di HP è l'essere un mix fra temi molteplici E fenomeno di costume (e trattasi di fenomeno di costume che non ha pari, visto che è l'unico che ha permeato qualsiasi aspetto della ns società, non si può dire altrettanto di altre serie, nemmeno di roba di successo cone SW e ST, figuriamoci quel fenomeno di dimensioni da sagra paesana del GF). Poi pensala come ti pare, a me non interessa convincere nessuno, io tiro dritto per la mia e tu altrettanto.
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