Dopo tre volumi incentrati su saghe sviluppate in più episodi – Le Fantaleggende, La saga di Harlech, La saga della Rocciafiamma e La saga della spada di ghiaccio – Draghi e Cavalieri, quarta uscita della collana Disney Fantasy, opta per un filone tematico (draghi e cavalieri appunto) articolato in storie indipendenti: Pippo e i cavalieri alati (1998), Topolino, Ser Pipp e il tesoro del drago (1996), Paperino e il drago della valle dell’est (1999), Sir Pippoldo e i cavalieri della tavola imbandita (1999), Topolino e la corazza di Sorceres (2001), Ser Topolino e la compagnia del castello (2007) e Topolino e il soffio del drago (1993). A intervallare un’opera e l’altra torna in questo volume il Prode Lancicciotto di Giuseppe Sansone con quattro storie brevi: Opportunismo (novembre 2005), Arte e degustazione (ottobre 2004), La vestizione (novembre 2004) e Nomina (febbraio 2006).
Pippo e i cavalieri alati, di Francesco Artibani (sceneggiatura) e Marco Forcelloni (disegni), è stata pubblicata nel gennaio 1998. Topolino, Minni, Pippo e Gancio fanno parte dell’ordine del Cavalieri Alati che da secoli protegge Topolinia da ogni pericolo. I Cavalieri sono però ignari delle macchinazioni del loro ex compagno Gambadilegno, che vorrebbe rubare le uova di drago custodite a Topolinia per dare vita a un suo esercito personale di draghi corrotti dalla magia nera. A sventare i suoi piani saranno i due Cavalieri Alati più pasticcioni e improbabili: Pippo e Gancio. La storia si sviluppa in tre episodi (la più lunga del volume) e forse è proprio questa una delle sue pecche: la prima parte si limita a presentare l’ordine dei Cavalieri Alati senza far partire la storia, rallentandone il ritmo e pesando in negativo sul giudizio complessivo.
Topolino, Ser Pipp e il tesoro del drago, di Manuela Marinato (sceneggiatura) e Giuseppe Dalla Santa (disegni), risale al giugno 1996 e si compone di un episodio unico. Il nobile Ser Pipp e l’apprendista mugnaio Topolino si dividono la scena nell’affrontare un pericoloso drago come pegno d’amore per l’altezzosa Lady Prudilda, di cui Ser Pipp si è innamorato perdutamente. I due amici scopriranno ben presto che non tutto l’oro luccica e che anche i draghi non andrebbero giudicati in base alle apparenze, soprattutto se c’è di mezzo l’antica maledizione di uno stregone…
Una bella storia per ricordarci che è più importante chi siamo di quel che sembriamo o vorremmo essere.
Paperino e il drago della valle dell’est, di Tito Faraci (sceneggiatura) e Maurizio Amendola (disegni), è stata pubblicata nell’agosto del 1999. Si tratta di una storia breve, in cui lo scalcagnato mago Paperino, accompagnato dall’assistente Paperoga, decide di rispondere a una richiesta d’aiuto giunta dalla valle dell’est, tormentata dai draghi. Inaspettatamente Paperino riuscirà a compiere la missione, ma le sorprese per il povero papero sfortunato non sono certo finite… Storia graziosa e leggera, con colpo di scena finale.
Molto humor per Sir Pippoldo e i cavalieri della tavola imbandita, di Marco Bosco (sceneggiatura) e Nicola Tosolini (disegni), del settembre 1999. Sir Pippoldo e il suo scudiero Topolino affrontano una pericolosa missione per trovare gli ingredienti del miracoloso risotto che spezzerà la malinconia della principessa Minni, che nessuno riesce più a far sorridere. Però il “risotto” non è solo una pietanza, e la ricetta di una risata può avere ben altri ingredienti.
Il carattere umoristico lo ritroviamo anche in Topolino e la corazza di Sorceres, di Bruno Enna (sceneggiatura) e Andrea Ferraris (disegni), del settembre 2001. Topolino affronta una pericolosa missione alla ricerca del prescelto, l’unico in grado di indossare la vera armatura di Sorceres, in grado di sconfiggere i draghi che tormentano il villaggio di Topoelfi di Scacciacorvo. La missione riuscirà, ma l’armatura di Sorceres non è proprio quella che ci si aspetterebbe!
Ser Topolino e la compagnia del castello, di Augusto Macchetto (sceneggiatura) e Massimo De Vita (disegni), è dell’ottobre 2007, la storia più recente dell’intero volume. Il castello a cui allude il titolo appartiene a Re Serafino degli Onesti Senza Macchia, detto Il Probo, ed è un castello molto particolare: si tratta, infatti, di una magione itinerante, che scompare e ricompare come per magia da un capo all’altro del regno. Ma sarà davvero magia o piuttosto un duro e silenzioso lavoro di manodopera? E cosa succederebbe se Gambadilegno complottasse per imprigionare il re e il fidato Ser Topolino?
Veniamo dunque alla storia più “datata” del volume, Topolino e il soffio del drago, di François Corteggiani (sceneggiatura) e Roberto Marini (disegni), del novembre 1993. Quando Gambadilegno si vede rifiutato da Minni, nipote del buon re Claudio, decide di ricorrere alla stregoneria, somministrando una pozione d’amore alla principessa. Per un errore tuttavia, Minni si ritroverà dotata del potere di sputare fuoco come un vero drago. Topolino e Pippo partiranno con Minni e Gambadilegno alla ricerca dell’unico mago che potrebbe preparare un antidoto per la principessa, ma si troveranno coinvolti in una guerra che vede da secoli gli gnomi opposti al re Dragone.
La scelta di raccogliere in un volume unico storie lontanissime tra loro per autore e anno di pubblicazione paga in termini di qualità delle singole storie, che riescono a insegnare ai lettori ad accettarsi e a non prendersi troppo sul serio sotto la patina fantastica. Non è necessario che una storia si sviluppi in tantissimi episodi e sia corposa per essere bella. Come sempre molto bella anche la copertina di Max Monteduro e Alessandro Perina, seppure sia opinabile la scelta di dedicarla a Zio Paperone, che non compare per nulla nel volume, incentrato quasi interamente sui topi. Unica nota di biasimo per la Disney le 305 pagine del volume, che qui conferma la prassi, già vista in altre collane, di diminuire progressivamente il numero di pagine di uscita in uscita: Le Fantaleggende contavano circa cento pagine in più di Draghi e Cavalieri.
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