Sophie è una ragazzina qualsiasi. Ha tredici anni, è introversa ed è molto legata al nonno. Anche se lui è morto da tre anni.
Anche Alma Gospel è una ragazzina qualsiasi. È estremamente curiosa, sa come ottenere ciò che vuole ed è affascinata dalle sedute spiritiche e da quelle strane creature che vi si possono incontrare. Per questo, e per provare il brivido dell’ignoto, dopo aver estorto a uno zio tutte le informazioni necessarie a contattare il mondo dei vivi decide di condurre una seduta vivitica. Perché Alma è un fantasma, e ciò che la affascina sono gli esseri umani. Vittima della sua curiosità è proprio Sophie, trasportata improvvisamente nel mondo dei fantasmi.
E al pari di Sophie e ancor più di Alma e della sua famiglia è proprio il mondo dei fantasmi uno dei protagonisti del nuovo romanzo di Nicola Brunialti.
La storia parte da quella che in fondo non è altro che una ragazzata: l’eccessiva curiosità che porta una ragazzina a fare ciò che non dovrebbe, con conseguenze inevitabilmente disastrose. A questo punto lo scrittore inizia a giocare presentando un mondo speculare al nostro, nel quale la zuppa di muffa è una bontà e le ragnatele sono uno degli elementi che danno valore a una casa. Anche se non tutto torna, visto che i più giovani vanno a scuola e parlano di cosa faranno quando saranno cresciuti anche se magari sono morti da oltre un secolo e non sono invecchiati di un solo istante.
Il tono è volutamente leggero. Man mano che Sophie esplora il mondo che la circonda dà modo di conoscerlo anche al lettore, senza noiosi infodump e senza analizzarlo come se dovesse scriverne un saggio. Nota alcuni dettagli, si muove, parla e agisce, e intanto frammenti di una realtà spesso speculare alla nostra vengono alla luce. I capitoli sono brevi, in modo da scorrere veloci e da donare alla storia un ritmo frizzante.
L’altra faccia del romanzo è quella che gli dona il suo titolo, Il mummificatore. Alternati ai capitoli di Sophie ce ne sono altri, molto più brevi, dedicati a un misterioso serial killer che da quarant’anni si aggira indisturbato per le vie di Vienna.
Non c’è niente di carino o divertente in questi capitoli. Sono rapidi, concisi, ed entrano dritti nella testa di un tizio che uccide perché gli piace farlo. La vita del mummificatore è concentrata sulle vite che toglie e non c’è spazio per altro, al di là delle finte scuse per gli atti che compie alle quali non crede nemmeno lui. Niente di più distante dal mondo dei fantasmi e dall’atmosfera giocosa che vi si respira, malgrado il sempre presente pericolo di essere scoperti per Sophie e i suoi nuovi amici. Eppure queste due storie finiranno con l’intrecciarsi in modo assolutamente convincente, anche se un filo prevedibile da parte dei lettori più esperti.
Al suo primo romanzo per adolescenti, Brunialti costruisce una buona storia che si legge con piacere e che fornisce spunti di riflessione. Il contrasto fra il misterioso assassino e il suo egoismo e l’altruismo e lo spirito di sacrificio delle persone che circondano Sophie non potrebbe essere più netto, mentre il “mondo di sotto”, specchio ribaltato del nostro, ci suggerisce di provare a guardare ciò che ci circonda da un’altra prospettiva. Restano alcuni problemi irrisolti, un coinvolgimento emotivo eccessivo per la protagonista, visto che il mondo dei fantasmi non può essere il suo, e una conclusione un po’ troppo facile per la famiglia Gospel, specie se si considerano le preoccupazioni iniziali e le si rapportano al modo in cui si arriva alla soluzione finale. Piccole pecche per una storia brillante e capace di portare una ventata di freschezza in un genere, l’urban fantasy, troppo spesso legato a un numero molto circoscritto di soggetti.
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