E se Jason Bourne avesse avuto sedici anni? Abduction - Riprenditi la tua vita, di John Singleton, sembra voler rispondere a questo interrogativo e, al contempo, attrarre parte del pubblico della Twilight Saga spostandolo, grazie alle presenza di Taylor Lautner, verso il genere thriller, che ancora non era stato rielaborato per l'uso e il consumo degli adolescenti dalla "macchina dei sogni".
Il novello Bourne si chiama Nathan (Taylor Lautner) ed è un adolescente come tanti: ha molti amici, è innamorato e tutto sommato ha un buon rapporto con entrambi i genitori (Jason Isaacs e Maria Bello). Eppure continua ad avere incubi in cui una donna muore dinanzi ai suoi occhi e a volte l'intera sua vita gli sembra strana, come se ci fosse qualcosa fuori posto. Tutto cambia il giorno in cui Nathan, per caso, trova una foto di se stesso da bambino in un sito per rintracciare persone scomparse. Da quel momento per lui e Karen, l'amica d'infanzia/vicina di casa/ragazza dei sogni Lily Collins, inizia un'avventura mozzafiato fatta di inseguimenti, sparatorie, corse in auto a velocità folle e pericolo costante.
Se l'idea alla base della pellicola, adattare lo spy thriller a un target adolescenziale, è in sé buona, la realizzazione del progetto mostra di tanto in tanto qualche crepa: ai ritmi serrati dell'inseguimento di cui Nathan e Karen sono oggetto si alternano sequenze che sembrano estrapolate da un teen movie. Scene romantiche inserite nei momenti più impensati, Lautner costretto a girare in moto e a cambiarsi la maglietta come in New Moon, l'assurda minaccia della spia dell'est di turno (Michael Nyqvist) "Ucciderò tutti i tuoi amici su Facebook". Nonostante queste pecche, il film nel complesso si lascia seguire, raccontando una spy story semplice ma funzionale.
Buona la prova degli interpreti della pellicola: spiccano in particolare i ruoli adulti, Jason Isaacs (Harry Potter e la Camera dei Segreti, Peter Pan) e Maria Bello, agenti segreti sotto copertura e custodi/genitori adottivi di Nathan, Michael Nyqvist, questa volta nei panni del villain dopo il ruolo da protagonista nei film tratti dalla Millennium Trilogy di Stieg Larsson, Alfred Molina e Sigurney Weaver, psicologa sotto copertura ed ex agente CIA. Taylor Lautner mostra di sapersi destreggiare anche nel ruolo di protagonista, anche se è chiaro che il personaggio di Nathan è stato ritagliato su misura per lui e che con un altro attore Abduction sarebbe stata una pellicola diversa. Anche Lily Collins (Priest) appare promettente e idonea a fungere da controparte a Lautner visti i futuri ruoli che la attendono (Biancaneve al fianco di Julia Roberts e la protagonista di The Mortal Instruments).
Il risultato è un film con luci e ombre, apprezzabile dagli adolescenti (soprattutto dalle adolescenti) e apprezzabile, sia pure con riserva, anche dagli adulti che approcceranno la pellicola consapevoli di avere di fronte un prodotto che strizza l'occhio al pubblico teen.
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