Monkey Island: i pirati della LucasArts che hanno ispirato Jack Sparrow

di Marco Guadalupi

La confezione della prima versione di The Secret of Monkey Island.
La confezione della prima versione di The Secret of Monkey Island.
"Nessuna scimmia è stata maltrattata durante la creazione di questo videogioco”. Con questa frase, più volte riproposta nel corso dell’avventura, la LucasArts presenta The secret of Monkey Island, colosso intramontabile del genere “punta e clicca”, che a distanza di più di vent’anni continua ad appassionare. Dal 1990 (data d’uscita del primo capitolo) le disavventure del giovane pirata Guybrush Threepwood hanno contribuito a diffondere nell’immaginario collettivo l’ironia e l’acuta intelligenza di personaggi e storie di fantasia al limite del credibile, nel cuore dei Caraibi… Impossibile, in questo caso, non fare riferimento ai film con protagonista Jack Sparrow e tutta la trilogia Disney di Pirati dei Caraibi. 

Negli anni Ottanta si iniziò a parlare delle prime avventure grafiche, evoluzioni delle avventure testuali (o Interactive Fiction), in cui i giocatori, attraverso dei comandi, ricreavano le azioni di un personaggio portando avanti una storia. Attualmente ancora in voga tra i più nostalgici e i patiti dei videogame vintage, le avventure testuali vengono considerate non solo una creazione videoludica, ma anche un prodotto letterario di tutto rispetto. 

Con l’avvento delle avventure grafiche, i testi e i comandi su tastiera hanno incorporato l’impatto visivo dell’immagine (in 2D o in 3D), regalando titoli leggendari e considerati a oggi inarrivabili, uno tra tutti proprio Monkey Island, sviluppato dalla LucasArts. Nata nel 1982 sotto  il nome di Lucasfilm Games, la casa editrice di videogame legata al cinema attraverso la figura di George Lucas, padre di Star Wars e Indiana Jones, era intenzionata a lanciarsi nel mondo dell’intrattenimento interattivo. Collaborando con uno dei più importanti produttori dell’epoca, l’Atari, LucasArts iniziò a pubblicare le prime avventure grafiche. La prima in assoluto fu Labyrinth, nel 1986, ispirata all’omonimo film di Lucas. Il titolo successivo Maniac Mansion, diede iniziò all’epoca d’oro dello SCUMM (Script Creation Utility for Maniac Mansion), linguaggio/applicazione sviluppato da Ron Gilbert usato per far girare le nuove avventure grafiche (SCUMM, riproposto ironicamente in Monkey Island come nome di una famosa locanda frequentata dai pirati di Melée Island… Argh!). Utilizzando lo SCUMM si arrivò anche alla pubblicazione di Indiana Jones e l’ultima crociata, nel 1989, e successivamente al primo capitolo di Monkey Island, l’anno seguente. 

The Secret of Monkey Island lancia il genere piratesco nelle avventure grafiche. Il protagonista fa la sua prima apparizione su Melée Island, senza svelare nulla sul suo passato: l’obiettivo di Guybrush Threepwood è diventare un pirata. L’ambientazione è totalmente fantastica, anche se all’inizio del gioco, nel prologo, si fa cenno a una località sperduta dei Caraibi. Sin dalle primissime battute si può intuire il tono burlesco e demenziale dei dialoghi e delle azioni da compiere. Guybrush in poche battute si ritrova a dover affrontare tre prove per realizzare la sua ambizione, ricche di enigmi e situazioni intricate. Nella sua personale avventura, oltre alle prove da superare si imbatte anche nella governatrice dell’isola, una bella ragazza che fa perdere la testa all’aspirante pirata, Elaine Marley. Ma tra i due si frappone il pericoloso pirata-zombie LeChuck e la sua ciurma di mostri. 

L’abbondanza di anacronismi spiazzanti e geniali è alla base di tutto il videogame. Con i fondali disegnati da Steve Purcell, le musiche di Michael Land (ritmate in stile Raggae) e con i testi di Tim Schafer (creatore di Brutal Legend, videogame next-gen in prima persona), The Secret of Monkey Island diventa un classico dell’avventura grafica, entrando a far parte degli usi e costumi dei videogiocatori e non solo. A migliorare le prestazioni del videogame, a metà degli anni Novanta, l’uscita della versione CD-Rom; 256 colori e sonoro di alta qualità. A distanza di oltre un decennio, supportato dalle ultime innovazioni grafiche, The Secret of Monkey Island torna sul mercato in una Special Edition, pubblicata nel luglio del 2009. Disponibile per PC/Mac, Xbox Live Arcade, PlayStation Network e iOS, la nuova edizione è stata ridisegnata in widescreen; i dialoghi sono stati doppiati in lingua originale e la colonna sonora rimasterizzata. Una vera chicca per gli appassionati e per i nuovi videogiocatori, che in qualsiasi momento possono confrontare la nuova e la vecchia edizione semplicemente premendo un tasto senza alcun rallentamento di sistema. 

Riprendendo la filosofia di gioco, Monkey Island 2: LeChuck’s Revenge, viene pubblicato esattamente un anno dopo l’uscita del primo capitolo. Nonostante un lasso di tempo così breve, le innovazioni grafiche risultano molto curate, accompagnate da una nuova trama che riprende degnamente le avventure di Guybrush in The Scret of Monkey Island. Divenuto ufficialmente pirata (temibile, come spesso puntualizza il giovane biondino ai suoi nemici), Guybrush è alla ricerca del mitico tesoro di Big Woop, in grado di renderlo forte e ricco. Ma per il neo pirata si prospetta un altro scontro con il rivale LeChuck.