Non solo vampiri: Strigoii
di Cristina Donati
C'era un tempo in cui i vampiri erano comuni come le foglie d’erba o le bacche in un cesto, vagavano la notte e si mescolavano con la gente. [Dalla traduzione di Agnes Murgoci]
Transilvania, Moldavia e Valacchia, ovvero Romania. Identificare questo punto d’incrocio fra civiltà, mito e folklore orientale e occidentale come la “terra dei vampiri” è riduttivo.
Per i rumeni Vlad Tepes è un grande condottiero più che un mostro della notte e la paura del revenant riguarda un’altra creatura, ancora ben presente nell’immaginario collettivo moderno: lo strigoi.
Spesso nelle culture arcaiche e primitive, la morte viene considerata un momento di passaggio fra due condizioni precise nell’ambito della comunità: l'individuo entra a far parte di un mondo di-là, sconosciuto e quindi temibile, acquisendo poteri che possono essere volti al bene o - più spesso - al male. Se durante questo passaggio qualcosa sfugge alle regole, il defunto diventa un’entità non pienamente classificabile: fuori dal contesto sociale e anche da un rassicurante oltretomba, il fantasma, spettro, doppio, ombra etc resta attaccato alla pienezza vitale cui è stato strappato, sviluppando una virtuale aggressività e cercando un contatto con i sopravvissuti, i quali devono alimentarlo con offerte e placarne la sete di vita ancora presente per proteggersi dalle sue manifestazioni maligne.
Lo strigoi rappresenta una di queste “deviazioni”.
Il passato e il folklore
Nel nome del Cielo, taci
Senti che latra
Un mastino sotto terra,
Sotto la croce di pietra. [Strigoii, Michai Eminescu]
Gli strigoii (rar. strigoime) sono creature che giocano un ruolo importante nella demonologia rumena: appartengono a quell’insieme di miti, superstizioni, folklore caratteristici dell’epoca geto-daco-romana e precristiana e rappresentano un comprensivo di più entità che in altre culture hanno assunto individualità distinte. Strigoi è principalmente un fantasma e rappresenta tutto ciò che l’uomo teme del ritorno dall’aldilà.
L’origine del nome è chiara: strigoi/strigoaica deriva dalla striga latina e quindi dalla stryx greca, e non caso in lingua rumena a striga significa “gridare”. Tuttavia, questo termine non ha solo il significato che noi attribuiamo alla classica “strega”, chiamata invece vrajitoara, mentre le strigele sono più vicine alle Iele, ovvero la versione inquietante delle nostre Fate.
La cultura popolare arcaica della Romania presenta una differenza sostanziale con quella più occidentale e centrale: sviluppatasi nel contesto della Chiesa Greco-Ortodossa non ha subito il filtro della spiritualità cattolica e si è conservata nell'ambito di un controllo ecclesiastico assai meno rigido. Questo ha consentito un mantenimento più vasto delle antiche credenze pagane nella loro forma originale, senza l’opera di sradicamento e metabolizzazione compiuta dalla Chiesa di Roma nel resto d’Europa. La stessa lingua rumena durante il Medioevo non è stata influenzata dal latino ecclesiastico e Scolastico e rappresenta l’evoluzione del latino volgare come era nella provincia dacia durante i primi secoli dopo Cristo.
Chi, o meglio, cosa è lo strigoi? Non un vero e proprio vampiro (o almeno non solo); sebbene spesso venga confuso con questo perché ne possiede alcune caratteristiche, è piuttosto uno spirito malvagio che appartiene al mondo dei viventi come a quello dei defunti. Uno strigoi resta tale prima e dopo la morte, quindi esiste in due forme: viu e mort.
Gli strigoi vivi
Viene fra venti e nebbia, e le nubi si addensano
I fulmini la fuggono, lasciando che ella passi
La luna si fa nera, e tramonta ogni stella [Strigoii – Michai Eminescu]
Lo strigoi viu è una persona (uomo o donna) in carne e ossa, identificabile per determinate caratteristiche, come nascere con la camicia (la placenta) o con una protrusione ossea sacrale - la “coda”, che diventa invisibile con la maturità, essere il settimo figlio o la settima figlia, succhiare il latte della madre mentre essa dorme e tante altre. Lo strigoi viu può trasformarsi in animale: cane, gatto, lupo, cavallo, maiale, rospo e anche in insetto (le farfalle notturne). Ha spesso capelli rossi e occhi azzurri, gioca indisturbato con lupi e orsi, ha il potere di attraversare le porte chiuse e di compiere malvagità, in genere collegate alla vita agreste: provoca siccità o alluvioni “legando” la pioggia, toglie il latte al bestiame, provoca epidemie e storpia gli uomini scagliando fatture. In questo aspetto la figura dello strigoi si sovrappone a quella della strega.
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