-Sono di ovunque. - Disse l’estranea, poi sorseggiò il vino.
Una goccia rimase sospesa al suo labbro. La gravità la spinse giù, il liquido rimanente si raccolse in una stilla del colore del sangue. La sua lingua schizzò fuori e catturò la perlina prima che cadesse sul bavero bianco candido del suo vestito. Ebbi un bizzarro lampo di Biancaneve.
- O forse di nessun luogo. - Piegò la testa. - Decidi tu.
Cominciavo a innervosirmi. Poteva essere bella, ma era strana. Non è che ogni giorno mancassero gli stramboidi nel bar. Ma di solito c’erano da uno a dieci poliziotti in giro.
Certo, ero stata poliziotta, ma non lo ero più. E più o meno tutti, anche Megan, non vedevano di buon occhio una barista che puntava la pistola alla clientela. Naturalmente, se lei non fosse stata umana…
Le mie dita accarezzarono il coltello di solido argento che nascondevo sotto l’orribile maglietta verde dell’uniforme aspettando un qualche segno.
La donna prese di nuovo il vino. Contrariamente alla sua precedente affermazione, lo rovesciò. Il liquido rosso rubino scrosciò sul bancone, facendo una pozza sul bordo prima di sgocciolare sul pavimento.
Avrei dovuto tuffarmi a cercare un tovagliolo; invece mi ritrovai a guardare affascinata la pozza scintillante, che rifletteva le luci basse e il volto della donna.
La superficie scura brillante scoloriva tutto, non che lei avesse molto colore fin dall’inizio. Capelli neri, abito bianco, pelle marrone chiaro.
Lentamente alzai il mio sguardo verso il suo. Gli occhiali erano diventati chiari. Riuscivo a vederle gli occhi. Li avevo visti prima sul volto di una donna di fumo che era stata evocata da un falò nel deserto del Nuovo Messico. Non c’era da stupirsi se li nascondeva dietro un paio di lenti scure. Quegli occhi avrebbero terrorizzato chiunque li guardasse direttamente. Ero sorpresa che non mi avessero trasformata in pietra. Contenevano eoni di odio, secoli di malvagità, millenni di gioia per gli atti omicidi, con una punta di follia come contorno.
Estrassi il coltello, lo lanciai – avrei dovuto essere in grado di colpirla, così vicina – ma afferrò l’arma al volo con dita spaventosamente veloci.
- Merda. - esclamai.
Sghignazzando, mi ridiede il coltello – dritto in testa. Mi abbassai, e l’oggetto si piantò nel muro dietro di me con un tonfo e un boing degni della colonna sonora di un cartone animato.
Mi raddrizzai, con l’intenzione di prendere l’arma e saltare sopra il bancone. Avevo anche io forza e velocità soprannaturali. Ma nell’istante in cui la mia testa spuntò sopra il legno, lei mi prese per il collo e mi trascinò dall’altra parte, rompendo bottiglie e rovesciando bicchieri dappertutto.
- Liz? - chiamò Megan.
Aprii la bocca per urlare: - Scappa! - Ma invece soffocai, quando la donna strinse.
Alzò lo sguardo dove c’era sicuramente Megan. Volevo dire: - Non guardarla. - Ma le parole erano al di là delle mie possibilità, come respirare.
Sentii un fruscio e poi un tonfo. Come un corpo che scivola lungo un muro per crollare sul pavimento. La donna di fumo aveva ucciso Megan con una sola occhiata? Non lo ritenevo impossibile.
Le tirai le mani, le strattonai le dita, riuscii ad alleggerire la stretta abbastanza da inghiottire alcuni rapidi respiri.
Cosa diavolo era successo? La donna di fumo era chiaramente una servitrice del male intenzionata ad uccidermi. Essere il comandante della luce, in una battaglia con l’orda demoniaca, sembrava aver dipinto un enorme, invisibile bersaglio sulla mia schiena.
Le altre volte, tuttavia, avevo sempre avuto un preavviso – quello che chiamavo un "sussurro fantasma”. La voce della donna che mi aveva allevata, Ruthie Kane – la cui morte aveva messo in moto tutto questo casino – mi diceva che tipo di creatura stavo affrontando. Anche se non sapevo come ucciderla – e considerando che ero stata ficcata in questo mestiere senza addestramento, di solito era così – preferivo comunque avere un preavviso di una morte sanguinosa incombente, piuttosto che trovarmi a sorpresa faccia a faccia con la suddetta morte sanguinosa.
Tentai di riflettere. Era incredibilmente difficile senza ossigeno, ma ci riuscii.
La donna di fumo aveva afferrato il mio coltello d’argento e le sue dita non avevano avuto neppure un’eruzione cutanea. Non era una mutaforme, o almeno non una comune come i lupi mannari. Quando mischi argento e lupi mannari, di solito ti ritrovi con un mucchietto di ceneri.
La sua forza poteva indicare un vampiro, anche se la maggior parte di loro si sarebbe limitata ad aprirmi la gola e farsi un bel bagno relax nel mio sangue. Tuttavia…
Mollai il suo braccio e strappai il davanti della mia uniforme in modo che il crocefisso di Ruthie pendesse libero. I vampiri tendevano a sbroccare quando vedevano l’icona, non per la forma o l’argento, ma per via della benedizione su di essa. Non batté palpebra.
Glielo spinsi sul polso comunque. Niente. D’accordo, non era un vampiro.
1 commenti
Aggiungi un commentoSiamo giunti al secondo volume della serie per adulti urban fantasy The Phoenix Chronicles che vede protagonista Liz Phoenix una ex-poliziotta diventata una Veggente dai poteri incredibili diventata per caso il capo delle forze del Bene in vista dell'imminente Apocalisse. A questo bisogna aggiungere la presenza di due fusti: Jimmy Sanducci (mezzo vampiro) ex fidanzato di Liz e Sawyer uno stregone Navajo, un versipelle misterioso e sfuggente.
Una serie urban fantasy incentrata principalmente sull'eterna lotta tra Bene e Male e dove faranno la comparsa ogni tipo di creatura paranormale esistente (con origini a dir poco strane ma originali).
La storia è raccontata in prima persona da Elizabeth e il punto di vista rimane solo ed esclusivamente il suo. Liz è una tipa tosta e allo stesso tempo vulnerabile ma la scelta di farle acquisire poteri attraverso il sesso non riesco ad apprezzarlo. Sawyer è il personaggio che più mi ha intrigato, nel volume precedente non aveva avuto molto spazio ma in questo cominciamo a conoscere il suo lato umano.
La storia ha senza dubbio del potenziale ma dopo questo volume non ho intenzione di continuare, non credo che sia brutto ma non mi ha coinvolto come mi aspettavo (in alcuni punti il romanzo è un po' lento).
Il finale non lascia l'amaro in bocca ma come tutti i volumi che fanno parte di una serie la storia non è ancora totalmente conclusa.
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