Ci sono due elementi fuorvianti per l'inquadramento di questo volume: il primo è il titolo, che fa riferimento alla filosofia quando di essa non vi è traccia se non in senso estremamente lato; il secondo è la qualifica di 'saggio'.

In realtà, Filosofando con Harry Potter – corpo a corpo con la morte  è un compendio che fa il punto della situazione su come la Rowling abbia affrontato la sfaccettata tematica della Morte nella propria saga. E' dunque uno sguardo d'insieme sui sette romanzi, che riepiloga in modo sistematico, grazie ad abbondanti riscontri testuali, i vari intrecci che confluiscono tutti nella grande questione del trapasso e delle sue implicazioni.

Pertanto vengono esaminati i rapporti con la Morte da parte dei quattro personaggi chiave, Silente, Harry, Piton e Voldemort, così come il fatto che, per i personaggi positivi, esistano esperienze ben peggiori che perdere la propria vita. Viene inoltre ricordato il ruolo dell'Amore come forza opposta rispetto a quella distruttiva di Thanatos e vengono richiamati e confrontati i mezzi magici per prolungare in qualche modo l’esistenza (gli horcrux, i doni, le pseudo-vite degli Inferi, dei quadri e degli specchi, l'Elisir di Lunga Vita).

Ma tutto questo, come già accennato, non è fecondo di alcun nuovo spunto, non rivela nulla che il lettore non possa aver già dedotto leggendo i romanzi, e quindi rappresenta solo un'utile - e indubbiamente completa - organizzazione sistematica che riassume le numerose sottotrame e derivazioni intessute dalla Rowling nel proprio edificio sistematico. Ma nulla più di questo.

Altro è invece filosofeggiare su questi spunti o fornire nuove chiavi di lettura supportate eventualmente da qualche testo o collegamento esterno, così come ci si aspetterebbe appunto da un saggio, a maggior ragione se di taglio filosofico. Sarebbe stato interessante, per esempio, sviluppare la questione posta riguardo alla possibilità, da parte di Voldemort, di fabbricare una seconda Pietra Filosofale: ipotesi che personalmente rifiuto in considerazione del fatto che, per portare a compimento la Grande Opera, è necessario un processo di affinamento spirituale cui il Mago Oscuro, per via della sua indole e delle sue azioni pregresse, non poterebbe avere accesso. Sarebbe stato intrigante appurare se una posizione opposta può eventualmente essere supportata da riscontri oggettivi o anche semplicemente addentrarsi nei motivi per cui, come ho accennato, l'ipotesi è da scartare.

Il volume in oggetto rappresenta pertanto una buona guida, condotta con molta chiarezza e fluidità espositiva, diretta al neofita o a chi, magari per necessità di redigere articoli a tema, voglia avere sott'occhio in un solo colpo l'intera tematica. Di certo però non costituisce materiale di approfondimento per l'appassionato o lo studioso della saga.