- Svegliati, ti prego!

La sua voce atterrita è una bomba nella mia testa. Porto le mani alla tempia che mi pare scoppiare; c'è del sangue e un taglio profondo.

Un momento... io ho una testa e delle mani? Tutto un corpo anche, di carne.

- Sono vivo... - Non ci posso credere, eppure è così. A dimostrarmelo, una pioggia di piccoli pugni si abbatte su di me. Li sento tutti anche se non fanno male.

- Per un soffio, stupido! Ti avevo detto di lasciar perdere: non m’importa certo di Neve più di te! Pensavo fossi morto, Giorgio!

Noto la bicicletta riversa al suolo, ammaccata come la mia testa. Il sangue sul marciapiede. È facile capire: Giorgio è morto, ora ci sono io nel suo corpo. Ma ovviamente non lo posso dire a Clara.

La guardo ed è come se la vedessi per la prima volta. Ed è un'altra esplosione, nel cuore questa volta. Lo sento palpitare. Batte. Batte. Batte impazzito mentre le asciugo le lacrime con i polpastrelli. Devo andarmene da qui. Adesso che finalmente posso, devo cercare Melina.

Perché non riesco a muovermi? E' come se una trama invisibile mi legasse a questa ragazza. Incatenato ai suoi occhi che sanno del cielo di Erasian. Erasian... devo andare.

Andrei, se non fosse che Clara mi afferra il viso avvicinandolo al suo. Troppo.

- Giorgio, i tuoi occhi... sono diventati verdi!

Non so di che colore fossero gli occhi di Giorgio, ma quelli di Kaliel sono sempre stati verdi. Forse il mio spirito ha scombussolato un po' il suo corpo. Non so proprio che dirle, soprattutto perché non riesco a staccarli dai suoi, i miei occhi verde scuro come malachite. Piacevano tanto a Melina. Melina... non riesco a pensare a lei ora. Non ci riesco. Mi manca il fiato; non so proprio perché. Continuo ad accarezzare i lineamenti di Clara, probabilmente con un'espressione da ebete che farebbe concorrenza a Dante, giacché lei me ne lancia una interrogativa.

- Per la Grande Luce, come sei bella... - L'ho detto ad alta voce? Mi sa di sì.

Clara sgrana gli occhi, che si riempiono di nuovo di lacrime, poi mi piomba tra le braccia. Mi stringe forte e continua a piangere, con il viso affondato nell'incavo della mia spalla.

- Pensavo d'averti perso per sempre! Quasi non ci speravo più e invece sei qui!

Continua a singhiozzare, mentre il mio cuore brutalmente si sgretola.

Ho anelato tanto il suo calore, ma questo non è per me. Sì, io sono qui, ma non per lei. E' tutto sbagliato. Allora perché la mia anima vibra, insieme a ogni cellula di questo corpo, al contatto con la sua? Sento il sapore del suo respiro salire su per il mio collo... è sbagliato... ma lascio lo stesso che m’incendi la pelle. Cerco le sue labbra e lascio lo stesso che rubino il mio, di respiro. Intensamente. A lungo. Non mi sono mai sentito così bene in vita mia, nemmeno quando ero il degno sovrano di un regno perfetto. E' come se avessi trovato tutto ciò che cercavo. Finalmente.

Eppure bastano due sole parole a riportarmi alla realtà.

- Ti amo - sussurra, accarezzandomi con un altro bacio un angolo della bocca.

Allora la fermo. Non sapevo che Clara fosse innamorata di Giorgio, ma a quanto pare è così. E io posso anche avere l'aspetto del ragazzo che ama, però non lo sono. E non posso ingannarla. Perché anch'io amo. Con ogni angolo chiaroscuro di questo cuore che è tornato a battere, amo tanto. Tanto che l'amore di lei vale più del mio desiderio. Non commetterò due volte lo stesso errore. Sono davvero innamorato di Clara.

- Non posso. Perdonami, io non...

Mi ritrovo un dito sulla bocca ancora prima d'iniziare il discorso, che non sarebbe mai stato comunque sensato.

- Sssh... so che ti senti responsabile, ma non è solo colpa tua. Lo è di entrambi. Sono scappata, è vero, ma non da te. Dal mio stesso desiderio. Avevi ragione: ti volevo anch'io. Troppo. Mi ha preso il panico. Quella notte sapevo che non sarei riuscita a fermarti, perché non volevo fermare me. Perdonami tu. -

Sono un po' stranito. Cosa mi sono perso in questi giorni?

Un'altra volta mi abbraccia. Stretta a me, sussurra alla spalla di Giorgio:

- Perdonami, ho combinato un disastro. Ma io non ho mai smesso di amarti, Kaliel.

Ora sono io a sgranare gli occhi.

- Melina... non puoi essere tu...

Adesso la faccia da ebete ce l'ho di sicuro.

- Invece sono proprio io, Kaliel. La tua Melina. So di essere stata egoista quella notte. La decisione più giusta era di respingerti, ma ero così stanca di amarti tanto con l'anima e non poterlo fare con il corpo... volevo tutto di te, anche rischiando di liberare l'Ombra. Allora ho pensato che se avessi liberato anche la mia anima prima che l'Ombra arrivasse, non avrebbe potuto prendere il mio potere, il potere della Luce. Sarebbe stata vulnerabile. Però per farlo dovevo prima uccidere il mio corpo, perciò ho preso il tuo pugnale. Non per scappare da te. Né perché mi pentivo di noi.