Situazione non migliore era quella su Abarrach, il regno di pietra. Un mondo arido, infernale, di pietra fredda all'esterno, lava all'interno, fumi velenosi e calore tormentoso, dove tutti i mensch morirono e i Sartan sopravvissero solo grazie alla proibita negromanzia: un'arte maledetta (in essa si può vedere un'analogia con l'accanimento terapeutico per tenere legato alla vita qualcosa che è già morto) che permetteva sì di resuscitare i morti donandogli una parvenza di vita (e utilizzarli come schiavi), ma che faceva morire prematuramente i vivi, senza contare lo strazio interiore nel vedere impedire allo spirito dei morti di tornare nel luogo in cui era nato, tenendolo praticamente in una prigione senza sbarre né mura. Una pratica che porterà alla creazione dei lazzari, creature pericolose dotate d'intelligenza e volontà tenebrose, e all'inevitabile caduta del mondo e dei suoi creatori.

In apparenza le vicende sembrarono essere migliori su Chelestra, il regno composto interamente d'acqua, che naviga nei freddi abissi dello spazio, la cui superficie esterna è composta di ghiaccio e al cui interno c'è un sole magico nell'acqua che illumina e scalda il mondo. Ma ancora una volta la presunzione Sartan li portò a commettere un errore e il sole si ritrovò a vagare senza controllo riscaldando solo certe zone, lasciando altre avvolte nel ghiaccio. Un ghiaccio dal quale sorse un male più grande di quello della negromanzia, dei titani e dei misteriarchi; un male nato e alimentato dalla paura, che vive solo per servire il caos in ogni sua forma.

È attraverso il viaggio in questi mondi che Haplo (il cui some significa solo, isolato), il Patryn sopravvissuto al Labirinto, partendo dal Nexus (una città simile a un paradiso costruita per coloro che si fossero "rieducati" dalla permanenza nella prigione), scopre la verità sul mondo, sulla sua storia e su quella delle razze che lo abitano. È grazie al suo sguardo e a quello di Alfred, il Sartan arrivato a essere considerato un amico grazie alle esperienze passate insieme capaci d'abbattere il muro dei pregiudizi e delle menzogne creato dalla rispettive razze (come Ursula K. Le Guin fa dire a Shevek "È la nostra sofferenza che ci porta insieme… Nel dolore, che ciascuno di noi deve soffrire da solo, nella fame, nella povertà, nella speranza, conosciamo la nostra fratellanza") (3), che, senza alcuna forma di retorica, Weis e Hickman, mostrano come non conoscere la storia di un mondo e dei popoli che lo abitano e il voler mantenere celata la verità perché non vengano alla luce gli errori del passato, mantenendo un'aura di saggezza e perfezione, sia uno dei più grossi errori che l'umanità continua da secoli a perpetrare.

Errori che portano solo divisioni, conflitti, sofferenze, miserie: l'ignoranza non è mai un bene, può far vivere nell'illusione, dare un falso senso di sicurezza e protezione, ma alla fine arriva sempre un prezzo da pagare.

Sbagli di pochi che fanno soffrire molti e che non possono mai essere accettati e giustificati: non è un caso che si giunga alla decisione che per avere un mondo migliore non servano più capi o dei, ma la collaborazione di tutti, perché è riconoscendo i propri limiti e capendo che si può crescere solo vivendo insieme, e non separati, che si può giungere a capire l'armonia che è l'esistenza, o come viene chiamata in questa serie, l'Onda, il potere più grande esistente e che ogni razza ha cercato di comprendere senza mai riuscirci del tutto, nonostante gli sforzi fatti e le conoscenze possedute sulla magia, servite solamente a sfiorare qualcosa di più grande.

La magia trae la sua forza dalla creazione ori­ginaria dell'Onniverso. Al principio Elihn, il Dio Uno, protese la sua mano nel Caos. Il movimento della sua mano ordinò il Caos secondo le infinite possibilità della creazione. Questo movimento fu il primo Ordine nel Caos. L'Onda Prima, viene chiamato, o più semplicemen­te, la Prima.

Elihn vide nella Prima la creazione di ciò che è etereo e di ciò che è fisico, e così dispose, con il solo atto di vedere. Nella creazione della sfera spirituale e della sfera fisica, la Prima si divise in due serie di onde, ciascuna con infinite potenzialità. Le due onde si allontanarono e si avvicinarono alternativamente in un movimento curvilineo, s'in­crociarono e là dove s'incrociarono fu creato il tempo e lo spazio. Così la Realtà fu delineata dalle forze di tutte le potenzialità.

Nell'elemento etereo vide la creazione dell'Aria e del Fuoco; nell'ele­mento fisico vide l'Acqua e la Pietra… e così dispose con il solo atto di vedere. Ancora, nella creazione, le onde del mondo etereo e del mondo fisico si divisero ciascuna in quattro altre onde, ognuna con infinite, diverse potenzialità creative. Ancora Elihn intessé queste nuove virtualità e nell'intersezione delle onde nacquero la Vita, la Morte, il Potere e la Mente.