La vita di Thara sembra assumere una certa parvenza di normalità. Ora che Nate è tornato sulla terra attraverso il Buco nero (il passaggio tra il mondo dei vivi e il Cinerarium: un mondo parallelo, fatto di cenere, in cui tutto ciò che brucia sulla terra vi si rigenera, e in cui finiscono le anime di chi lotta tra la vita e la morte, e di chi è troppo positivo per morire) finalmente possono vivere la loro storia seppur con qualche problema: il figlio di Charles è nel corpo di Ludkar, e questo genera per il giovane alcune difficoltà “gestionali". Quello di un Nocturno, infatti, non è esattamente il corpo più facile in cui vivere, soprattutto se il legittimo proprietario ha una certa fretta di riprenderselo... ed è disposto a giocarsi molto.
Oltretutto la ragazza dagli occhi viola continua a ricevere stranissime email da uno sconosciuto mittente. Sembra volerla indisporre, ma al tempo stesso metterla in guardia su qualcosa, e come è facilmente intuibile Thara non capisce bene di cosa si tratti. Come se non bastasse, a scuola arriva una nuova ragazza, Margareth: bionda, bellissima, ricchissima soprattutto, molto strana e solitaria, e sempre perennemente scortata da un maggiordomo. E’ molto desiderosa di diventare amica di Thara e dei suoi compagni di avventure, ma nelle sue risposte c’è qualcosa di strano, nonostante questo a tutto lascerebbe pensare fuorché essere a capo di una casa farmaceutica, la Octagon Corporation, interessata a rubare gli ipnotici occhi viola di Thara.
Più complesso e articolato di Iris, fiori di cenere, che oltre a introdurre la storia cercava di definire luoghi, razze e personaggi dando una visione complessiva del mondo immaginato da Maurizio Temporin, I fiori dei morti è un libro intenso, che scorre velocemente e mantiene costante l’attenzione fin dalle prime pagine grazie a uno stile giovane, fresco e intraprendente.
In questo secondo volume sembra che il giovane e istrionico scrittore abbia ben chiaro come dovrà svolgersi, e anche stravolgersi, questa storia dalle atmosfere shojo e dal sapore dei telefilm americani per adolescenti, in cui trovano spazio tematiche a più livelli di lettura, apprezzabili anche da un target più alto rispetto a quello a cui il giovane autore sembrerebbe rivolgersi. Temporin riesce a non dilungarsi in inutilità ma struttura armonicamente la storia, permettendo a ciascun personaggio di trovare il proprio spazio e di farsi notare dal lettore.
I fiori dei morti però non prescinde da Fiori di cenere: dal punto di vista “informativo” e nonostante si possa considerare autoconclusivo il primo capitolo, leggerli entrambi rende più completa la percezione della storia, dei luoghi e dei personaggi: infatti, nonostante Temporin fornisca degli efficaci richiami alla prima parte questi non sempre sarebbero sufficienti a comprendere appieno luoghi come il Cinerarium e le leggi che lo governano, o la questione dell'apparente narcolessia di Thara.
In questo secondo capitolo nonostante una sensibile accuratezza nella descrizione di personaggi come Ludkar e Nate, Clive e in qualche modo anche Margareth, come anche la riuscita realizzazione di certi colpi di scena che non vogliamo anticiparvi, il personaggio di Thara rimane troppo sottotono risultando poco incisiva, più volta a farsi trascinare dagli eventi che a influire attivamente sullo svolgimento della storia: la narrazione risulta spesso sbilanciata rispetto alle parole della ragazza e questo stride un po’ pensando ad altri personaggi molto più riusciti di cui si avverte una certa maturazione dal primo al secondo libro. Tuttavia il lettore riesce a sentirsi solidale con la protagonista, a vivere i suoi tormenti e a rimanere incollato al libro, perché la storia funziona e convince, e questo, sperando che il terzo e ultimo capitolo della saga soddisfi le aspettative, è ciò che più conta e rende la saga di Iris una storia competitiva nel panorama fantasy italiano.
La saga di Iris è, dunque, una storia da non sottovalutare, che merita di avere una chance, nella speranza che il capitolo finale non si riveli un inconsistente fiore di cenere perché, dopo il terzo libro, salvo ripensamenti dell’autore, non ci sarà un Cinerarium da cui vedere un ulteriore punto di vista della storia di Thara dagli occhi viola.
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