Sono nata in una notte di inverno e in una notte di inverno sono morta, con il cuore spezzato e con il cuore pieno di gioia. Col cuore spezzato perché, dopo aver lasciato mia figlia a un destino a me ignoto, abbandonavo mio figlio in un mondo di odio e di follia, e con il cuore pieno di gioia perché lui esisteva e respirava in un mondo dove già sua sorella esisteva, e la mia vita aveva portato a termine la sua missione. Sono morta senza averne paura.

Con il cuore pieno di gioia perché i miei figli esistevano e respiravano, e la mia vita aveva sconfitto la morte.

Ho avuto due figli, da due padri diversi, il primo concepito nella violenza e nel terrore, il secondo nell’amore con il principe che da sempre avevo scelto.

Io sono la madre di entrambi e sono morta lasciandoli alla vita.

E ora che sono dall’altra parte delle stelle, so che entrambi avranno il destino grandioso di guidare il disegno lungo il tragitto della spirale, perché tragedia dopo tragedia, catastrofe dopo catastrofe, prima o poi possa nascere alla fine della quale nascerà il mondo dove il lupo e l’agnello giaceranno di fianco senza timore vicino ai fuochi raccontandosi storie.

Ho trovato la consolazione.

Ora che sono nell’infinito dall’altra parte delle stelle, ora so che la mia vittoria è infinita.

Sono nata in una stirpe dannata e condannata allo sterminio e ora so che sono stati i miei stessi figli a guidare i popoli sterminatori verso la luce. Perché alla fine, purché ci sia almeno uno che non ha perso la fede, la spirale dà sempre l’ultimo giro.

A tutti coloro che hanno tutto ciò che a me è stato negato, il respiro, il rumore dell’acqua, l’odore del pane, un giaciglio pulito, un rifugio che non possa essere violato dove veder crescere i miei figli al sicuro, che nessuno osi sprecare tutto questo in insulsi malumori.

E se tutto questo invece anche a voi è stato negato, non perdete la fede che alla fine la spirale farà il suo ultimo giro e tutto sarà compensato.

Sono nata in un giorno di inverno, figlia di un popolo condannato.

Ho visto la mia bambina portata in salvo.

Ho udito la voce di mio figlio pronunciare il suo nome, io mi chiamo Yorsh.

Sono nata in un giorno di inverno da una stirpe condannata.

Ho sconfitto la morte.