Dopo quello sul fantomatico Mark Evans, risoltosi in una bolla di sapone, sul sito di J. K. Rowling è partito un altro referendum. Stavolta le domande a cui dare una risposta plausibile sono addirittura tre:

- Percy Weasley è una sorta di agente in incognito che lavora per qualche organizzazione segreta?

- Che fine ha fatto Peter Minus (Codaliscia) dopo la sua apparizione nel Calice di Fuoco?

- Qual è il significato della Strillettera che Silente ha inviato a zia Petunia all’inizio dell’Ordine della Fenice, il cui testo recitava “Ricordati il mio ultimo messaggio, Petunia”?

Da un punto di vista squisitamente soggettivo, Percy Weasley è probabilmente quello che si definisce un personaggio in stand by; un lettore smaliziato potrebbe riconoscere in lui il classico piccolo burocrate in fieri, ligio al dovere e privo di fantasia, pronto a saltare tranquillamente sul carro di qualsiasi vincitore: niente più che la classica pecora nera dell’allegra famiglia Weasley.

Va anche detto, però, che la letteratura, in particolare quella inglese, ci ha abituati a personaggi apparentemente negativi che si possono svelare nel corso della narrazione o in un ipotetico gran finale “a carte rovesciate”: basti pensare a Long John Silver nell'Isola del Tesoro, Mahbub Alì in Kim di Kipling o al protagonista delle Quattro Piume di E.W. Mason.

Lo sviluppo sta tutto nella scelta che la Rowling farà e a quale tipo di pubblico si atterrà, se a quello “smaliziato” o quello più “ingenuo” e legato a canoni romantici.

Per cui Percy, allo stato attuale della narrazione, potrebbe imboccare o l’una o l’altra via.

Nel caso in cui Percy sia veramente una sorta di Agente Segreto maghesco niente di più facile che appartenga al nobile Ordine della Fenice dal quale ha preso tanto apertamente le distanze, fino al punto di mettersi contro l’intera famiglia, da risultare persino eccessivo.

In fondo come Mason fa dire al suo protagonista l’eroismo non è soltanto fatto di gesta esaltanti ma anche di quotidianità e rispetto di se stessi.

Il raziocinio ci porta a pensare, però, che Percy non sia altri che un banalissimo seguace della folla anche se sarebbe bello un finale con tanto di riunione di famiglia, abbracci e riconoscimento dell’eroe.

Codaliscia
Codaliscia
Veniamo a Peter Minus, l’artista della simulazione tutto teso a salvarsi la pelle; disposto a trascorrere dodici anni sotto le sembianze di un topo pur di sfuggire al castigo che avrebbe meritato e, nello stesso tempo, abbastanza furbo da trovarsi una sistemazione presso una famiglia di maghi tramite la quale può tener d’occhio la situazione.

Dopo essere sfuggito alla collera di Black e Lupin si riunisce al suo padrone e gli dà manforte.

Alla fine del quarto libro sparisce. Non dimentichiamo, però, quello che Silente dice ad Harry: “Minus ti deve la vita. Hai mandato a Voldemort un aiutante che è in debito con te... quando un mago salva la vita a un altro mago, questo crea un legame fra i due [...] credimi... forse verrà un giorno un cui sarai molto felice di aver salvato la vita a Minus”.

Dal momento che Codaliscia non compare nell’Ordine della Fenice c’è da supporre che lo ritroveremo nel prossimo volume, probabilmente con un ruolo completamente diverso. Che anche per lui stia per arrivare il momento del riscatto?

Visto che un libro, in generale, si focalizza su una sola parte dell’azione è possibile che nel frattempo Codaliscia stia operando in un altro settore della storia, la cui economia diventerà importante nel prosieguo della narrazione, ma che non è strettamente correlata agli avvenimenti dell’Ordine della Fenice.

Nella biografia di J.R.R. Tolkien è citato un episodio secondo il quale pare che, dopo la scomparsa di Gandalf nella voragine di Moria, l’autore si sia trovato in serio imbarazzo sul se e sul come farlo ricomparire... forse anche a J.K. Rowling è successa la stessa cosa, e non solo per questo personaggio.

Zia Petunia
Zia Petunia
Cosa sappiamo della vita di zia Petunia prima del matrimonio col bovino zio Vernon? Quali erano i “veri” rapporti con la sorella Lily? Perché, tutto sommato, esilaranti disgrazie si abbattono su tutti i membri della famiglia tranne che su di lei?

E se fosse proprio Petunia l’agente segreto, un’eroica donna che dedica la vita al servizio del nipote e dei piani di Silente?

Costretta a simulare una mancanza di affetto verso un ragazzo che invece ama davvero solo per proteggerlo e non venire meno alla parola data?

Si spiegherebbe così anche il significato della sibillina strillettera che il Preside di Hogwarts le invia: forse con il suo messaggio Silente non voleva semplicemente ricordarle l’impegno preso quando le venne affidato il piccolo Harry, ma soprattutto il suo ben più importante ruolo nel grande disegno concepito per distruggere Voldemort.

Probabilmente non è soltanto per i legami di sangue che Harry deve trascorrere l’estate con gli zii, dal momento che nel Calice di Fuoco Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato è in grado di superare anche questa barriera.

Ma ricordate il repentino lampo di trionfo che Harry scorge negli occhi del vecchio preside nel momento in cui viene a sapere che Voldemort è ormai in grado di superare questo ostacolo?

Silente non è uno sprovveduto, di questo siamo tutti consci, e come ogni stratega che si rispetti ha sicuramente un piano di riserva. E la Rowling ci ha abituati a questi personaggi a sorpresa, per esempio Miss Figg o, per qualche verso, lo stesso Sirius Black.

Anche se appare soltanto all’inizio e in coda ai libri, Petunia nasconde molto più di quello che mostra...