Brad Barron è il protagonista della omonima miniserie fantascienza della Bonelli durata 18 numeri, dal maggio 2005 all'ottobre 2006.
Alla miniserie sono seguiti degli albi speciali, con cadenza annuale, che stanno diventando un appuntamento fisso per gli appassionati del personaggio.
Nei primi diciotto episodi furono narrate le avventure del biologo Brad Barron, alle prese con l'invasione del pianeta Terra da parte degli alieni Morb. Durante i primi numeri Tito Faraci, l'ideatore del personaggio, ha compiuto una sistematica esplorazione dei generi, dalla fantascienza d'invasione anni '50, al western, al thriller, senza dimenticare, cosa singolare in casa Bonelli, i super eroi, nell'avventura Metallo Pesante, numero 10 (e non 11 come scritto nella introduzione all'albo) della collana.
E' proprio a questo numero che fa riferimento l'ultimo numero speciale, facendo tornare fuori la tecnologia delle armature potenziate del miliardario Howard Dell, unita all'apparizione di nuovi personaggi, un gruppo di umani potenziati che si atteggia a super eroi, I Guardiani Supremi.
Brad non ha super poteri, e in effetti neanche nel suo mondo fantastico tali poteri sono accettabili senza riserve. Un mistero ci deve essere dietro i Guardiani, e il biologo ex soldato intuisce che forse le cose non sono come sembrano.
Ma dove ci sono eroi ci sono anche supercriminali e Barron si troverà a indagare su due fronti, arrivando nuovamente a indossare un'armatura simil Iron Man, mentre la sua vita privata va a rotoli.
Un elemento interessante che viene aggiunto all'universo bonelliano, una continuity più stringente, con alcuni punti che rimangono aperti in quest'albo, che forse troveranno soluzione in prossimi. E' una novità rispetto ad altri albi bonelliani, nei quali pur in presenza di una continuità, che rende importante la lettura in un dato ordine delle storie, non ha mai presentato storie che non chiudessero tutte le parentesi narrative al loro interno, se non in rari casi, Martin Mystère e Nathan Never, in cui c'era una sotto-trama programmata, a termine.
La storia mette molta carne al fuoco, e il finale appare un po' tronco. I disegni di Walter Venturi ricordano il posato Marvel-style degli anni '60 e '70, anche nella pulizia e nell'estremo rigore della tavola, sempre inquadrata nella gabbia bonelliana. Peccato, qualche splash page non ci sarebbe stata male. Le citazioni marvelliane (anche cinematografiche) sono tantissime.
In conclusione un fumetto di puro intrattenimento che assolve al suo compito, con un personaggio che comunque nella costruzione è tipicamente bonelliano, pur in presenza di contaminazioni narrative e stilistiche.
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