Stati Uniti, seconda metà dell'Ottocento. Il capitano dell'esercito John Carter (Taylor Kitsch) si ritrova inspiegabilmente trasportato su Marte. Il pianeta rosso si presenta come una distesa arida e inospitale, sconvolta dalle guerre tra gli autoctoni appartenenti a razze diverse, di cui una straordinariamente simile a quella umana. A causa della differente forza di gravità, John Carter scopre di possedere una forza sovrumana e di avere la capacità di saltare come se volasse. Diviso tra il desiderio di ritornare a casa e l'amore per la principessa di Marte Dejah Thoris (Lynn Collins), John Carter, dopo essere stato "John Carter della Terra" diviene poco a poco "John Carter di Marte".
Nei titoli si dichiara apertamente che il film è tratto dal romanzo di Edgar Rice Burroughs La principessa di Marte, pubblicato per la prima volta nel 1912. In questo adattamento John Carter si inserisce idealmente in una serie di prodotti cinematografici Disney che, passando per Prince of Persia, fa capo direttamente a Pirati dei Caraibi. Il tocco della casa di produzione fondata da Walt si avverte soprattutto per quanto riguarda la scelta del regista, Andrew Stanton, che ha messo mano a una lunga serie di successi nel campo dell'animazione Disney, da Toy Story a Alla ricerca di Nemo e a Wall-E. Per quanto ispirato a un classico della fantascienza, John Carter è più affine a un film d'avventura e lo stesso protagonista è inteso come un eroe di stampo classico, ribelle, insofferente alla disciplina ma coraggioso e disposto a lottare per chi ha bisogno del suo aiuto senza mai tirarsi indietro. L'ambientazione marziana finisce per essere quasi un "pretesto" per parlar d'altro.
Taylor Kitsch riesce a interpretare un John Carter credibile, sia che vesta gli umani panni di soldato virginiano sconvolto dalla Guerra di Secessione, che gli ha sottratto la moglie e la figlia, sia che vesta i panni marziani di lottatore o gladiatore. Lynn Collins dà vita a una principessa dura, guerriera, disposta a scendere a compromessi solo per il bene del suo popolo. Ad affiancare i due protagonisti, Willem Dafoe (il marziano Tars Tarkas) e Samantha Morton (Sola), entrambi irriconoscibili sotto il trucco e gli effetti speciali che li rendono più simili a degli alieni che ci si aspetterebbe di vedere in Guerre Stellari.
Buona la ricostruzione scenografica dell'ambientazione su Marte, sia quella che ci mostra il lato aspro e selvaggio del pianeta, sia quella che ci mostra il suo lato più "civilizzato". Curati anche gli effetti speciali e il 3D, non invadente ma in grado di dare giusta profondità all'azione soprattutto nelle scene di combattimento aereo e in quelle in cui seguiamo John Carter nel corso delle sue lotte. Poco incisiva la colonna sonora, che passa inosservata per tutte le due ore di durata della pellicola senza imprimersi nella mente dello spettatore. Un peccato, perché da Michael Giacchino ci si aspetterebbe altro. Buona nel complesso la sceneggiatura, anche se alcune sequenze si sarebbero potute tagliare in fase di montaggio per dare più equilibrio alla pellicola. Interessare la ripresa finale del cappello iniziale di ambientazione terrestre, in cui oltre a John Carter riveste un ruolo importante l'Edgar Rice Burroughs interpretato da Daryl Sabara, un espediente, che ricalca l'incipit del romanzo, e che cinematograficamente reca tenui tracce di tutto un altro tipo di cinema, alla Nolan per intenderci.
John Carter si lascia seguire senza essere un capolavoro. Non riesce a esaltare lo spettatore e non mostra nulla di nuovo, tuttavia il suo "non eccellere" in positivo è speculare a un "non eccellere" in negativo: il film risulta gradevole e riesce a farsi prendere sul serio anche laddove era alto il rischio di deludere le aspettative. Da provare per vivere un'avventura spensierata anche se non avete mai letto il romanzo di Burroughs.
14 commenti
Aggiungi un commentovisto ieri,mi è paiciuto molto. Film emozionante e con una buona trama, senza buchi, non cervellotico ma intrigante.
Imho "la fedeltà al sacro testo" non è sempre un valore aggiunto, e poi stiamo parlando di un prodotto "pulp", divertente e una spanna sopra molti altri, ma non di alta letteratura. La fedeltà a un testo del 1912 non credo sia possibile, ma neppure auspicabile.
Detto questo, secondo un punto che secondo me è meglio risolto nell'originale, a onore del vero c'è.
SPOILER
SPOILER
Ossia l'apprendimento della lingua marziana da parte di John Carter, decisamente troppo sbrigativo nel film e quasi magico, mentre nel romanzo il personaggio apprende la lingua forse anche grazie allo svilupparsi di poteri telepatici, ma soprattutto conversando con i suoi carcerieri
Non per questo me la sento però di gridare allo scandalo.
Visto!
Parte male, fa un po' di confusione nello spiegare le cose (almeno per me che non ho letto il libro) ma quando si assesta nei binari della storia d'azione il lavoro che hanno fatto per renderlo un film spettacolare si vede.
Bello. Se devo scegliere tra questo e altri film recenti di fantasy/fantascienza con il gusto dell'avventura (per esempio Solomon Kane, per non parlare del nuovo Conan) John Carter ne esce vincitore.
Secondo me questo film è un insulto al Ciclo di Barsoom!
Parere personale, ma sono uscito dal cinema indignato...
Forse aspettando altri 100 anni andà meglio...
Il personaggio più fedele e con maggior spessore è Woola, il cane Marziano...
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