“L'eterno riposo dona loro, o Signore,
e splenda ad essi la luce perpetua.
Riposino in pace.
Amen.”
Gaby mormorò con molta cura la preghiera che aveva imparato a catechismo, con le mani giunte. Quando ebbe finito fece il segno della croce, prese la paletta da giardinaggio della nonna e scavò una piccola buca sotto il cespuglio di lavanda profumata. Caroline avrebbe amato quel profumo, pensò.
Scavò la piccola buca e vi depose la sua bambola. Poi la ricoprì di terra, pressò bene e piantò una piccola croce di bacchetti e spago che aveva costruito il giorno prima. Caroline era morta, povera bambola. Era stata lei a ucciderla, lo sapeva, ma non si sentiva in colpa. Aveva dovuto.
Fece un altro segno della croce e si alzò in piedi spolverandosi il vestito. C'era una macchia d'erba sulla gonna, all'altezza delle ginocchia. La nonna si sarebbe arrabbiata, pensò sbuffando.
Camminò rapidamente fino alla porta delle scale, voleva tornare in casa prima che i bambini del vicinato si accorgessero di lei e la prendessero in giro come al solito.
Una volta aveva cercato di diventare loro amica e avevano giocato a nascondino, ma al momento di tornare a casa una bambina più grande le aveva sussurrato una filastrocca orribile: Io con te non ci gioco più, l'imbecille sei proprio tu.
Non che a quel tempo Gaby conoscesse il significato della parola imbecille, anche perché se l'avesse saputo avrebbe risposto a quella orribile bambina grande che imbecille, nel senso di imbelle, è una parola che si riferisce a un disturbo mentale e le avrebbe fatto capire che era solo un'ignorante, nel senso che ignora.
Purtroppo al tempo della filastrocca queste cose non le sapeva, gliele aveva dette la nonna quando le aveva confessato singhiozzando l'offesa subita. Perché anche se non conosceva il significato della parola, Gaby si rendeva perfettamente conto che era offensiva.
Si scrollò di dosso questi cupi pensieri ed entrò in casa sperando di non imbattersi subito nella nonna. Sgattaiolò in camera sua e iniziò a pensare. Aveva bisogno di un'altra bambola, ora che Caroline era morta.
Durante tutto il pomeriggio cercò un modo per farsi comprare una bambola senza insospettire la nonna. Perché nella sua piccola coscienza ancora in formazione Gaby sapeva, e lo sapeva bene, che le bambole non andavano sepolte in giardino. I criceti, al massimo le cocorite si potevano seppellire in giardino, ma non le bambole. Non capiva esattamente il perché, ma anche in tenera età si rendeva conto che alcune cose semplicemente non avevano spiegazione, che ad alcune domande si poteva rispondere solo con un sì o con un no. E le bambole non si potevano seppellire in giardino, questo era quanto.
- Nonna – esordì, con una lacrimuccia che scendeva da un occhio. Le dava molto fastidio: forse piangere non era stata una buona idea. Sentiva la lacrima che se ne stava lì a metà della sua faccia. Non poteva cadere come succedeva nei cartoni animati? Pensò di raccoglierla con un dito, ma l'unico risultato fu di spalmarsela su tutta la guancia.
Nonna Rose smise di infornare biscotti e guardò giù, in direzione di Gaby.
- Nonna – riprese Gaby – una delle bambine mi ha rubato Caroline! Quella cattiva della filastrocca. Adesso come faccio?
Se avesse chiesto subito un'altra bambola la nonna si sarebbe insospettita, quindi doveva aspettare con calma.
- Oh tesoro, la figlia dei Barney? Andrò a parlarci appena avrò finito coi biscotti, promesso. Vedrai che riavrai la tua Caroline, non preoccuparti.
- Ma nonna, ti ricordi com'è finita con Beth, quando sua mamma ha detto ai compagni di classe che dovevano smettere di prenderla in giro perché è grassa? L’hanno trattata ancora peggio! Parlerò io con quella bambina, ma tu... potresti comprarmi un'altra bambola?
- Gaby, tesoro, va bene. Andiamo domani a comprare un'altra bambola, okay?
La bambina sapeva il fatto suo. Come avrebbe potuto la nonna anche solo pensare di negarle una bambola? Con pochi dollari avrebbe comprato una bambola graziosa, sapendo che la nipote non aveva gusti complicati, niente Cicci belli o Fai pipì o simili, solo bambole tradizionali. Ma...
Domani? Lei ne aveva bisogno oggi! Oggi, oggi, oggi, OGGI! Come poteva aspettare fino a domani?
Aveva grandi progetti per quella sera. Quando la nonna fosse stata sicura di averla fatta addormentare lei sarebbe sgattaiolata fuori dalle coperte, si sarebbe messa la tuta e le scarpe da ginnastica e avrebbe lavorato al passaggio segreto in giardino. Non poteva farlo senza una nuova amica. Aveva bisogno di quella bambola oggi stesso!
La sua faccina si era tramutata in una maschera di tristezza, le lacrime adesso scendevano naturalmente dai suoi occhi, sempre più rapide. Sua nonna l'odiava? Perché voleva farla aspettare fino a domani?
Era cattiva! La sua espressione mutò dallo sconsolato all'arrabbiato in brevissimo tempo. Lei era una bambina molto intelligente e aveva trovato un piano perfetto per farsi comprare un'altra bambola, perché allora non poteva averla adesso?
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