Dopo qualche minuto non era successo ancora niente. Accidenti, forse aveva ragione la nonna ed era impossibile. Poi però ricordò la musichetta stridula. Ecco! Doveva fare anche lei una musichetta stridula!
Continuò allora i suoi movimenti rituali canticchiando sommessamente Stabat Mater dolorósa
iuxta crucem lacrimósa, l'unica bella canzone che avesse sentito a un funerale. Non che fosse stata a molti funerali, tre in tutto: nonno, mamma e papà. Lo Stabat mater l'aveva sentito al funerale del nonno.
Continuò a canticchiare e a fare piccoli gesti, fissando instancabilmente la piccola tomba finché, quasi con sorpresa, vide una delle manine di Caroline sbucare dalla terra. Ce la stava facendo! Senza smettere di cantare neanche per un attimo vide tutta la bambola emergere dal terreno. Era rinata! Certo, aveva tutto il vestito sporco di terra, ma l'avrebbe messo nella tasca del suo grembiule di scuola in modo che la nonna lo lavasse assieme alla biancheria.
Immensamente felice prese Caroline, la baciò e l'abbraccio. Già che c'era controllò l'ingresso del suo passaggio segreto, un piccolo buco sotto al cespuglio di lavanda. C'era ancora, la nonna non l'aveva trovato.
Molto sollevata tornò silenziosamente in casa e nella sua cameretta. Aveva tante cose da spiegare alla bambola e sperava sinceramente che non se la fosse presa per essere stata tutto il pomeriggio nella terra.
La mattina seguente si svegliò presto. Dalla cucina arrivava già un buon odore di colazione. Era la persona più felice del mondo. Caroline era viva, anche se un po' provata, e non la odiava per averla uccisa. In più quel giorno la nonna l'avrebbe accompagnata a comprare un'altra bambola!
Caroline non sarebbe stata gelosa, gliel'aveva promesso durante la lunga chiacchierata di quella notte.
Ovviamente la nonna non doveva sapere, non ancora, che la vecchia bambola era tornata, perciò Gaby la nascose sul fondo di un cassetto.
Si vestì in fretta e andò a fare colazione.
- Nonna, allora andiamo a comprare una bambola oggi?
- Sì, tesoro, mi vesto e andiamo a prenderti una bambola. Hai visto che non è stata una tragedia aspettare un giorno?
- Altroché! È stato meglio così, nonnina, davvero!
Il negozio di giocattoli era enorme, come i supermercati. Era un po' triste ma funzionale, in fondo.
Gaby correva entusiasta da uno scaffale all'altro, ma non chiese niente alla nonna. Era lì per un motivo preciso.
Si fermò davanti a una parete piena di bambole, di tutte le dimensioni. Doveva trovarne una grande come Caroline, o magari più piccola, in modo che la sua amica non si sentisse a disagio. Ne vide una molto carina: aveva la pelle bianca e i capelli neri, gli occhi erano azzurri come il vestito. Le piacque subito.
- Come ti chiami? - chiese toccandola appena per suscitare la sua attenzione.
- Mi chiamo Mara, e tu? - fece la bambola.
- Io sono Gaby, ti va di venire via con me?
La signora Rose si avvicinò alla nipotina con fare un po' imbarazzato:- Gaby tesoro, non puoi ancora giocarci, non l'abbiamo comprata!
- Ma nonna, le ho solo chiesto come si chiama!
La signora Rose sorrise:- Allora va bene, vuoi questa?
- Sì! Mara è perfetta!
- Le hai già dato un nome?
- Non gliel'ho dato io un nome, nonna, si chiama così!
- Sì, certo, hai ragione! Andiamo a pagare allora.
Gaby rimase tutto il pomeriggio chiusa in camera sua. Aveva delle cose importanti da fare. Doveva prima di tutto accertarsi che Caroline e Mara andassero d'accordo, poi dovevano decidere come lavorare al passaggio segreto.
Erano tutte e tre sedute sul lettino e Gaby aspettava impaziente che Mara dicesse qualcosa. La povera Caroline aveva ancora il vestito tutto sporco di terra e Gaby sperava che non fosse troppo in imbarazzo. Del resto, se Mara avesse dovuto lavorare con loro al passaggio segreto presto sarebbe stata anche lei tutta sporca di terra.
- Scusami Gaby, ma Caroline era morta?
Come aveva fatto ad accorgersene?
- No, perché sembra che sia stata nella terra per un bel po'!
- Sì – rispose Caroline. – Gaby mi ha uccisa, ieri.
- Che cosa? Ucciderai anche me?
Gaby sbuffò:- No, non ucciderò più nessuno, promesso. Allora, volete essere amiche o no?
- Io sì! - esclamò Caroline. Lei era sempre così cordiale, Gaby avrebbe dovuto pensare prima a procurarle un'amica.
- Per me va bene – disse Mara un po' riluttante.
Era normale che fosse timida, in fondo si conoscevano appena. Sarebbe diventata più simpatica col tempo, pensò Gaby.
- Va bene, allora! Adesso siamo tutte e tre amiche. Stanotte andremo a lavorare al passaggio segreto, okay?
- Sì! - fece Caroline.
- Quale passaggio segreto? - chiese Mara perplessa.
Caroline sbuffò:- Ma non le hai spiegato niente, Gaby? Che noia!
- Non essere scortese, Caroline, Mara è nuova, è ovvio che non sappia niente.
Prendendo in grembo la nuova bambola e coccolandola, Gaby le spiegò:- Io e Caroline stiamo scavando un passaggio segreto per andare nel regno dei morti.
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