E tu col brando sguainato siedi,

Né consentir, che anzi che parli al vate,

I mani al sangue accostinsi. Repente

Il profeta verrà, duce di genti,

Che sul vïaggio tuo, sul tuo ritorno

Pel mar pescoso alle natìe contrade

Ti darà, quanto basta, indizio e lume".

Gaby aveva ascoltato con attenzione sia i versi dell'Odissea sia la dettagliata spiegazione che la zia le aveva fornito. Circe spiegava a Ulisse come fare un incantesimo per entrare nell'Ade, si trattava di un sacrificio. Beh, avrebbe potuto farlo anche lei. Aveva un agnellino di peluche, avrebbe usato quello, e nonna Rose teneva sempre una bottiglia di vino nella dispensa, se ne avesse preso un pochino non ne sarebbe nemmeno accorta.

- Adesso facciamo l'incantesimo, zia Debora?

La zia posò il libro e scosse la testa:- Adesso è tardi e bisogna andare a dormire, piccola – disse lievemente a disagio. 

Quella bambina era un po’ troppo strana. E la sua voce nel porre la domanda… E perché l’aveva chiamato incantesimo? E perché, con tutti gli episodi avventurosi dell’Odissea aveva scelto proprio quello del viaggio nell’Ade? Gabrielle era evidentemente affascinata dalla morte e questo, l’anziana signora Debora lo sapeva, non era normale per una ragazzina. Che cosa diavolo si era messa in testa?

- Ma dovevamo giocare a Ulisse! - squittì Gaby interrompendo i pensieri della zia.

- Lo so, ma adesso sono un po' stanca di giocare.

- Ma non abbiamo giocato, mi hai solo letto un libro! - protestò la bambina, delusa.

- Ti ho letto e spiegato un pezzo dell'Odissea, non sei contenta?

- Sì – disse Gaby guardandosi i piedi. 

- Allora vai a dormire, adesso.

Sembrava proprio che non avrebbe ottenuto altro dalla zia, così Gaby prese le sue bambole e andò nella camera degli ospiti, si mise una camicia da notte che le andava enorme e si infilò a letto. Quando la zia la lasciò sola ne approfittò per scambiare due parole con la sua amata Caroline:- Hai sentito? Dobbiamo solo fare un sacrificio. Per Ulisse era più complicato, ma per noi basterà un agnellino, visto che siamo solo una bambina e due bambole, non credi Caroline? 

- Va bene, lo facciamo domani sera? Gaby, ho un po' paura.

- Non preoccuparti, non ti succederà niente, noi andiamo nel regno dei morti degli umani, ricordi? Non ti può succedere niente di male, promesso!

Detto questo, ispirata da una assoluta sicurezza e da una ferrea volontà, Gaby sistemò le sue bambole sotto le coperte e scivolò in un sonno profondo.

Il mattino dopo si alzò, fece colazione con la zia e venne riportata a casa di nonna Rose. La giornata trascorse come tutte le altre fino al tardo pomeriggio, quando la nonna ricevette una telefonata. Era la zia Debora a chiamare, dedusse Gaby, perché a cena la nonna iniziò a parlarle della morte, del paradiso e dell'inferno, dell'Odissea... 

- Tesoro, i tuoi genitori sono in Paradiso, lo sai, vero? Non sono nell’Ade. L’Ade non esiste, era una cosa in cui credevano i greci migliaia di anni fa, ma ora noi sappiamo che non esiste. Esistono l’Inferno e il Paradiso, e la tua mamma e il tuo papà sono di certo in Paradiso.

- Lo so, nonnina. Io ero solo curiosa, non devi preoccuparti!

La signora Rose aggrottò le sopracciglia:- Ma no, non sono preoccupata, però tu lo sai, non è vero, che non si può andare nell’Ade? Primo perché non esiste, e se anche esistesse sarebbe impossibile.

- Nonnina, andare nell’Ade sarebbe impossibile quanto resuscitare un morto?- chiese Gaby speranzosa.

- Esatto, tesoro, è impossibile quanto resuscitare un morto, e anche di più. 

Gaby avrebbe tanto voluto chiedere quanto fosse più impossibile, ma sapeva di non doverlo fare. Se l’avesse chiesto nonna Rose si sarebbe insospettita davvero, l’avrebbe tenuta controllata e lei non sarebbe potuta andare al suo passaggio segreto per chissà quanti giorni. Quindi rimase zitta e annuì a tutto ciò che diceva nonna Rose, ma iniziava a sospettare che la nonna parlasse con molta sicurezza di cose che non conosceva bene. Continuava ad annuire sperando che la nonna non si preoccupasse troppo, cercò anche di rassicurarla dicendole che stava molto bene con lei in quella casa e che non aveva bisogno di andare nel regno dei morti per essere felice. Nonna Rose sembrò capire e finalmente lasciò perdere.

Guardarono un cartone animato, che Gaby iniziava a credere piacesse alla nonna più che a lei, lessero la fiaba della buonanotte e la bambina venne messa a letto. Ovviamente faceva finta di dormire: aspettò che tutto fosse silenzioso e sgattaiolò in giardino, portando con sé Caroline, Mara, l'agnellino Jimmi, un coltellino da cucina molto affilato e un bicchiere di vino.

Si rannicchiò accanto al cespuglio di lavanda e restò qualche momento a meditare.

- Cosa aspettiamo? - chiese Caroline un po' spazientita.

- Mi sto concentrando, adesso sono pronta – disse Gaby scavando un paio di palettate per rendere il passaggio più profondo.

- Voi siete pronte?