George R.R. Martin prima delle Cronache del ghiaccio e del fuoco. A qualcuno può fare uno strano effetto pensare allo scrittore americano al di fuori della saga che gli ha donato notorietà mondiale, ma la storia iniziata nell’ormai lontano 1996 non è certo la prima opera firmata da George.
Martin diventa ufficialmente uno scrittore professionista nel 1971, con il racconto L’eroe pubblicato sulla rivista Galaxy e disponibile in italiano nell’antologia Le torri di cenere. Si trattava di fantascienza, una delle grandi passioni del giovane autore insieme alle altre declinazioni del fantastico: fantasy, horror e fumetti. Per poter leggere un suo romanzo però i lettori devono aspettare fino al 1977 e a questo Dying of the Light.
Il romanzo, atteso con una certa curiosità dalla critica e dal pubblico come la prima opera lunga di un artista già noto per alcuni racconti straordinari, riscuote un buon successo e arriva subito in Italia grazie ad Armenia. La casa editrice, milanese, che aveva già tradotto alcuni dei racconti di Martin, propone l’opera sotto il titolo La luce morente. Nel 1994 l’opera viene ristampata da Fanucci, che mantiene il titolo scelto da Armenia.
Martin però non è più, o non è ancora, un autore di successo.
Dopo questo primo romanzo aveva pubblicato Il pianeta dei venti, Il battello del delirio e soprattutto The Armageddon Rag, oltre ad aver ideato e portato avanti la serie di romanzi collettivi delle Wild Cards.
Il pianeta dei venti, scritto insieme alla sua grande amica Lisa Tuttle, è del 1981, è stato tradotto nel 1983 dalla casa editrice Nord ma al momento non è in commercio, sparito dalla circolazione insieme allo svanire della fama di uno scrittore capace di vincere, prima della pubblicazione di questo romanzo, ben tre premi Hugo per altrettanti racconti.
Il battello del delirio, pubblicato nel 1982 e tradotto da Fanucci solo nel 1994, è ambientato qualche anno prima della Guerra di secessione americana, e unisce la ricostruzione di un tipo di vita legato ai battelli che solcavano le acque di numerosi fiumi a una storia horror incentrata su un gruppo di vampiri. Dopo un oblio durato alcuni anni nel 2010 Gargoyle ha ristampato il romanzo, il più grande successo commerciale di Martin prima delle Cronache del ghiaccio e del fuoco, e da pochi giorni ne ha realizzato anche un’edizione tascabile.
The Armageddon Rag è il romanzo che ha quasi stroncato la sua carriera, come lo scrittore ha spiegato a più riprese. Malgrado un buon successo di critica l’opera vende così poco che nessun editore acquista il successivo romanzo di George. Da questa crisi inizia la strada che lo porta a Hollywood e alle produzioni televisive, da cui un giorno si distacca perché gli è venuta in mente un’immagine molto forte. Si tratta di alcuni cuccioli di lupo appena nati, della loro madre morta nella neve e del gruppo di cavalieri che li trovano. Una scena che dà l’avvio prima a un romanzo e poi a tutta una saga, ma perché questa storia arrivi in libreria bisognerà aspettare il 1996 negli Stati Uniti e il 1999 in Italia.
Gargoyle ha in programma di tradurre The Amageddon Rag nella seconda metà del 2012, dimostrando un interesse per lo scrittore più che occasionale.
Per ora i lettori che si erano fatti sfuggire La luce morente perché erano troppo giovani al momento della sua prima o seconda pubblicazione, perché non conoscevano ancora lo scrittore o per un qualsiasi altro motivo hanno una nuova occasione per leggere la storia. Il titolo però è cambiato ed è diventato In fondo il buio. La storia è sempre quella, crepuscolare, ambientata su un pianeta lontano inevitabilmente destinato a morire, e i cui personaggi tormentati non hanno vita facile o facili soluzioni per i loro problemi, perché, già tanti anni fa, Martin amava narrare storie in cui non è detto che esista per tutti un lieto fine.
Il risvolto di copertina
Dirk è richiamato su Worlorn dall'amore per Gwen che pensava di aver perduto. Il pianeta, però, non è il mondo che Dirk immaginava e Gwen non è più la donna che aveva conosciuto, è infatti legata a un altro uomo e a un pianeta che sta morendo, in cui niente può sopravvivere perché sta precipitando in un buio eterno. Questa terra desolata è il luogo di scontro tra culture diverse dove, con uno stile che ricorda Tolkien, inseguimenti e duelli si susseguono in un continuo crescendo. Epica, sesso e nostalgia si mescolano in un mix che catturerà il lettore.
George R.R. Martin, In fondo al buio (Dying of the Light, 1977)
traduzione di Tarallo & Tintori
Gargoyle Books – Pag. 379 – 16,90 €.
ISBN 9788889541678
3 commenti
Aggiungi un commentoSarà mio!!!
Ah-ha, ecco cos'era questo fantomatico "libro di fantascienza di Martin appena uscito" che mi era stato segnalato da alcuni amici. Ho pensato subito alla Luce Morente, ma mi è stato risposto che non si chiamava così. Ecco spiegato l'arcano: un semplice cambio di titolo. Perché, poi? La prima traduzione aveva un nome fedele all'originale, e non è che questo sia più suggestivo. Boh.
Onestamente finché non ho capito che si trattava di In fondo al buio mi sono scervellata parecchio anch'io per capire di cosa si trattasse, anche perché Wuz e Libreria Universitaria davano una trama sbagliata. Poi ho trovato la trama giusta sul sito di Gargoyle, e ovviamente appena è uscito il libro l'ho comprato e ho potuto verificare di persona cosa che storia sia.
Anche secondo me il cambio di titolo non ha molto senso, quello nuovo non è più bello del vecchio ed è fuorviante. Ma con Martin in Italia siamo abituati a molti titoli (e molte copertine) senza senso.
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