Di Tim Burton (Il mistero di Sleepy Hollow, Edward mani di forbice, Alice in Wonderland) si possono dire molte cose: è uno dei registi più visionari mai esistiti, è il padre di un vero e proprio gothic style, è un genio, conosciuto da chiunque ami il cinema e il genere fantasy. Si può dire che è un temerario dell’espressione cinematografica e che ha le idee chiare, per quanto siano idee “tenebrose”.
Si possono dire molte cose, e stavolta ce le dice lui stesso, in un'intervista rilasciata a Collider, in cui riorganizza le idee sul suo ultimo lavoro, sulle produzioni vere o presunte in cui è impegnato, e sulle prossime pellicole in uscita.
Il primo ad arrivare nelle sale il prossimo ottobre sarà il film d’animazione in 3D Frankenweenie, adattamento del cortometraggio omonimo del 1984, ideato e prodotto dallo stesso Burton.
Parodia del Frankenstein di Mary Shelley, la toccante storia del cagnetto Sparky riportato in vita dal padroncino Victor, secondo Burton possedeva un così forte potenziale gotico che non ha saputo resistere, e così ha sbrigliato una delle sue armi espressive preferite, l’animazione in stop-motion (già usata ne La sposa cadavere e prima ancora in The Nightmare Before Christmas), per dargli nuova vita.
Come c’era da aspettarsi, però, Burton non si limita a un semplice adattamento del cortometraggio: “Ho voluto mantenere il nucleo della storia, ma abbiamo cercato di tesserlo con altre cose, nel modo più naturale possibile” dice, “ampliando la questione che mi interessa di più: la politica dei ragazzi, la rivalità tra i bambini e le ragioni che possono spingerli a fare esperimenti. Il nucleo è quello che tanto bene funzionava nel cortometraggio, e abbiamo cercato di ampliarlo in modo naturale, affinché non si percepissero come due storie diverse”.
E a chi avesse dei dubbi sulle potenzialità espressive dello stop-motion, il regista spiega:
“Alcune cose sono migliori al computer, altre in stop-motion, altre ancora sono migliori disegnate. Credo che si debba solo prendere in mano un progetto e scegliere ciò che è meglio per lui. Io ho sempre avuto voglia di riprendere in mano lo stop-motion perché lo amo come mezzo, ma non sarebbe adeguato a qualsiasi progetto. Alcuni sono più adatti di altri, credo”.
“Non è comunque la scelta più semplice, lo stop-motion”, continua Burton, “si può fare un disegno, ma poi, quando cominciamo a fare il burattino, magari ci rendiamo conto che il disegno non funziona. C'è un continuo avanti e indietro, finché risulta normale: non strano, ma una parte perfettamente naturale del risultato finale. Per questo trovo molto stimolante l'animazione: ci si può lavorare. Se qualcosa non funziona, allora basta risolvere il problema. Di solito si può risolverlo prima ancora di arrivarci, perché hai cose già pianificate e tutto è lì, in modo da sapere quello che stai facendo. E di solito va bene”.
Potremmo chiederci perché non puntare su un progetto completamente nuovo allora, invece che su un rifacimento. E Burton ovviamente risponde:
“Penso che lo stop-motion offra sufficienti elementi nuovi, non è solo un mezzo diverso, è un supporto diverso. Ci si sente come se si stesse facendo qualcosa di nuovo. Io non mi sentivo come se stessi calpestando un vecchio territorio. E’ un modo per esplorare in modo diverso”.
Anche se voci di corridoio lo danno per certo alla regia di Beetlejuice 2, sequel di Beetlejuice - Spiritello Porcello, commedia horror diretta nel 1988, Burton si tiene sul vago e aspetta la sceneggiatura di Seth Grahame-Smith (Abraham Lincoln: Vampire hunter), prima di sbilanciarsi: “Per ora sò solo che mi piacciono il personaggio e le idee di Seth Grahame-Smith. Vediamo cosa ne verrà fuori”.
Altra voce che stuzzica la curiosità dei fan, è quella di una possibile realizzazione di un Pinocchio con Robert Downey, Jr. (Iron man, The Avengers, Sherlock Holmes). O si tratta solo di una diceria?
“E’ un po’ imbarazzante che quest’anno abbia già tre film nelle sale (per la regia Dark Shadows e per la produzione Abraham Lincoln: Vampire hunter, ndr). Sono stufo di me, io stesso. Lascerò che questi progetti vengano fuori, e poi me ne andrò e voi ragazzi potrete interagire anche con altre persone.”
In primavera, poi, sono iniziate le riprese di Big Eyes, che Burton produrrà insieme agli sceneggiatori Scott Alexander e Larry Karaszewski, con cui ha già lavorato in Ed Wood.
Il film racconterà la vita dei coniugi Margaret e Walter Keane, interpretati rispettivamente da Reese Witherspoon e Ryan Reynolds, artisti degli anni ‘60 celebri per i loro controversi dipinti con personaggi dagli occhi enormi e languidi.
Insomma, fan di Burton, non vi resta che prendere nota.
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